Recensione addicted regia di Park Young-hoon Corea del Sud 2002
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Recensione addicted (2002)

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locandina del film ADDICTED

Immagine tratta dal film ADDICTED

Immagine tratta dal film ADDICTED

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Immagine tratta dal film ADDICTED
 

"Addicted" segna il debutto alla regia cinematografica del coreano Yeoung-hoon Park. Il film è molto interessante ed emozionante, tanto da indurre nuovamente la macchina da guerra hollywoodiana a farne un remake tutto americano.

"Addicted" sviluppa la relazione familiare che intercorre tra Ho-jin, Eun-soo, sua moglie, e il fratello minore di lui, Dae-jin, che vive in perfetta armonia con la coppia. La vita trascorre idillicamente. Ho- jin è un artigiano del legno e sta mettendo a punto una mostra dei suoi lavori per presentarli al pubblico. Eun-soo è un'organizzatrice di eventi, quali concerti e sfilate di moda. Dae-jin è un pilota nelle manifestazioni sportive di circuito. La coppia è molto innamorata e quotidianamente, con piccoli gesti, rinnovano il loro amore, si prendono cura l'uno dell'altra e, al tempo stesso, di Dae-jin, il quale, di contro, sembra non essere interessato ad avere una fidanzata e formare una famiglia. Il pilota partecipa al 3° Campionato di Motori Coreano, ma il giorno della gara accade un duplice incidente automobilistico, mentre Dae-jin rimane coinvolto in un incidente sulla pista, il fratello Ho-jin viene travolto da un camion sulla strada che lo sta conducendo al circuito automobilistico. Entrambi finiscono in coma. Dopo qualche giorno Eun-soo viene rintracciata al telefono dall'ospedale per informarla che uno dei due uomini ha ripreso conoscenza. Chi si risveglia è Dae-jin, debole e confuso. I problemi cominciano dal momento in cui Dae-jin inizia ad agire nel modo in cui soleva fare Ho-jin: prepara la cena a Eun-soo, le fa trovare pronto sul ripiano del lavandino lo spazzolino da denti col dentifricio sopra, lavora nel capanno completando i lavori di Ho-jin e dice alla donna cose che solo suo marito poteva conoscere. Infine, e non è di poco conto, Dae-jin afferma di essere Ho-jin. Questo sconvolge la vita di Eun-soo, che non crede possibile che lo spirito del marito si trovi nel corpo del cognato. La donna è persuasa che l'uomo abbia subito un trauma. Il tempo passa inesorabile ed Eun-soo si convice che l'uomo che ha di fronte sia l'amato marito Ho-jin. Un segreto taciuto fino all'inverosimile rivelerà la verità.

Il regista Yeoung-hoon Park ha creato un racconto che assorbe l'attenzione dello spettatore, quasi ipnotizzatto dallo scorrere degli eventi che si dipanano lentamente fino a scoprire una verità sorprendente. Il film abbraccia una vasta gamma di emozioni, ben convogliate dal regista e ben espresse dai due attori principali. Mi- yeon Lee ha ricevuto il premio come Miglior Attrice al 2003 Grand Bell Awards per il ruolo di Eun-soo. Byung-heon Lee, che interpreta Dae- jin, ha saputo incarnare al meglio l'animo di un uomo lacerato dentro, nella doppia veste psicologica di Ho-jin, che ama disperatamente la moglie e Dae-jin, che ha annullato se stesso per l'amore di lei. Ha preferito sacrificare la sua identità pur di continuare a starle vicino, quotidianamente e per sempre. In una sequenza Dae-jin le dice di essere felice così, la sua vita potrebbe continuare a scorrere tranquillamente come nel momento presente. Alla fine l'uomo si renderà conto che quello ad essere morto è proprio lui, perché Eun-soo ama ancora Ho-jin, che lui impersona.

I temi trattati nel film sono più d'uno. Fin dai titoli di testa si nota l'affetto fraterno. Il rapporto tra Ho-jin e Dae-jin è molto giocoso e confidenziale, Ho-jin chiede il supporto del fratello per l'intervista che dovrà rilasciare alla stampa e, al contempo, vuole andarlo a vedere gareggiare per supportarlo moralmente. Si preoccupa costantemente della sua incolumità.
Il regista mostra il relazionarsi di due fratelli che vivono nella stessa casa laddove uno di loro ha una compagna con cui condividere il medesimo spazio. Dae-jin non è invadente e va ioncontro alle richieste di Ho-jin, sono un tandem, o per meglio dire un trio, affiatato e ben oleato.

Un altro tema affrontato nella seconda parte è quello del tradimento, proprio da parte dell'amorevole fratello Dae-jin, che volutamente fa credere a Eun-soo di essere il marito, per godere del suo amore, anche se illuderà se stesso e alla fine chi si farà del male sarà solo lui, in quanto non saprà mai di essere amato come Dae-jin.

Un ultimo tema è l'accettazione dell'estraneo, in questo caso la protagonista conosce l'uomo in quanto legato a lei da un'amicizia, certamente non né è innamorata. Accettare questo nuovo stato delle cose è dura e la confonde maggiormente, rimanendone anche un po' spaventata. Dae-jin è sentimentalmente un estraneo per Eun-soo e ciò perdura fino allo stadio della conoscenza.

Park è riuscito a creare l'attesa nello spettatore anche grazie alla scelta del montaggio e del variare delle inquadrature, altresì nella loro angolazione. Mostra in montaggio alternato la corsa di Dae-jin e quella del taxi di Ho-jin, che termina nell'impatto simultaneo di entrambe le vetture nel momento di velocità massima. In quell'attimo tutti i rumori esterni vengono azzerati, ponendo in primo piano la soggettiva sonora dei due personaggi e il (loro) battito cardiaco. Una scelta che conferisce un forte impatto.

Il regista sceglie, nella sequenza del risveglio in ospedale, di fare un'inquadratura in plongèe (dall'alto verso il basso) dell'uomo mentre si alza dal letto, e poi la macchina da presa lo segue mostrandolo sempre di spalle fino al momento in cui l'uomo si guarda allo specchio. Questo per creare un punto di domanda e d'incertezza nello spettatore che conosce l'identità della persona insieme alla medesima che si specchia.

La colonna sonora che accompagna Dae-jin e Eun-soo nel loro percorso della conoscenza è malinconica e triste e crea la giusta atmosfera.

"Addicted" è un film intimo e intenso, negli intenti del regista c'è stata la volontà di mostrare dove si è disposti ad arrivare per amore e cosa si è in grado di accettare quando si ama qualcuno. È un film che merita di essere visto.

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Recensione a cura di Francesca Caruso - aggiornata al 21/05/2010

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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