Recensione beastie boys regia di Jong-bin Yun Corea Del Sud 2008
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Recensione beastie boys (2008)

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locandina del film BEASTIE BOYS

Immagine tratta dal film BEASTIE BOYS

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Immagine tratta dal film BEASTIE BOYS

Immagine tratta dal film BEASTIE BOYS

Immagine tratta dal film BEASTIE BOYS
 

Jae-hyun e Seung-woo lavorano come accompagnatori in un locale per sole donne, a Seoul. Il primo ha seri problemi a sbarcare il lunario e deve molti soldi ad un boss locale, mentre il secondo inizia una relazione con una cliente. Entrambi cercheranno un modo per uscire dai loro problemi, ma la situazione sarà di difficile soluzione.

In Corea le donne giovani che fanno carriera dirigenziale negli uffici e nelle aziende hanno spesso problemi a trovare compagnia. Talvolta si riuniscono in gruppi e trovano sollievo alla solitudine in locali pensati appositamente per le loro esigenze. Là troveranno giovani ragazzi disposti a far loro compagnia per cena o a bere, e spesso i rapporti instaurati con la complicità dell'alcol, procedono anche dopo. A volte quello che esse cercano è soltanto sesso, ma in altri casi mirano ad una compagnia che vada oltre le ore notturne, un compagno con cui parlare e magari condividere la loro vita solitaria.
Ovvio che cercare un compagno in posti del genere può dare qualche delusione, se non dei veri e propri problemi. Ed è appunto dei problemi generati dalle aspettative di donne sole a caccia in un universo di bei ragazzi disposti a tutto che parla questo film.

Le storie di due giovani e delle donne che essi incontreranno nel corso di una notte si intrecciano, dipingendo un quadro assai desolante delle possibilità di creare qualcosa, in una tale situazione, che duri fino alla luce del mattino. Alcuni ci provano seriamente, come Seung-woo che va a vivere con Ji-won, ma non basta la buona volontà a costruire una relazione che sopravviva alle differenze che non si erano notate sotto l'effetto dell'alcol. L'illusione condivisa da queste donne è quella di amare ed essere amate da uomini che però non le hanno scelte, ma si sono semplicemente adattati al fatto di essere stati selezionati, tra mille altri, per il loro aspetto fisico. Il tentativo che ciascuno dei ragazzi cerca di fare è sempre quello di trovare una possibilità di vita che vada oltre le serate spese a fingere un interesse per donne sconosciute. Il racconto di questi tentativi e di queste illusioni è la trama del tessuto che compone questa storia. I fili saranno a volte intrecciati e spesso talmente ingarbugliati da risultare inestricabili. La notte è il solo elemento in cui le illusioni delle une e i tentativi degli altri sembreranno possibili. Nulla sopravvive alla luce del giorno, e come vampiri dissolti dall'alba, i sogni di ciascuno finiranno per svaporare ad ogni nuovo giorno.

L'atmosfera è quella fumosa delle grandi città dopo il tramonto. I locali e gli interni sono poco illuminati, per meglio indurre la possibilità di proiettare i propri sogni sullo schermo buio di un luogo che non esiste. E le mattine hanno tutte il colore della luce del sole, che dissolve i sogni con la sua sola presenza.
La macchina da presa segue stancamente le storie che più che raccontare, mostrano semplicemente il loro vuoto carico di possibilità mai esplorate, perchè in nessun caso reali. Gli attori hanno tutti la passiva rassegnazione di vite che non andranno semplicemente mai oltre il loro quotidiano.

Ed è di questa stanchezza che pare fatta anche la regia, pulita certo, e anche luccicante di promesse, ma queste non vengono mai mantenute. E lo spettatore non può fare a meno di chiedersi, mentre guarda, il senso di raccontare una storia che non va da nessuna parte. Come fosse solo un episodio di una storia infinita, destinata unicamente a ripetersi e, come i suoi protagonisti, senza mai la possibilità di divenire altro.

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Recensione a cura di Anna Maria Pelella - aggiornata al 18/06/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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