Recensione big daddy - un papa' speciale regia di Dennis Dugan USA 1999
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Recensione big daddy - un papa' speciale (1999)

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locandina del film BIG DADDY - UN PAPA' SPECIALE

Immagine tratta dal film BIG DADDY - UN PAPA' SPECIALE

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Questa è la storia del trentenne Sonny Koufax, una storia non troppo originale, perché dai tempi del cinema muto e in bianco e nero ci sono state raccontate numerose vite di uomini adulti, single ed egoisti, che grazie a una serie di fortuite circostanze cambiano il proprio modo di essere senza affrontare insormontabili difficoltà.
Quindi cos'ha questo film di particolare per cui merita di essere visto? Niente di particolare. È una commedia lineare con una trama sintetizzabile in sole due righe di un foglio Word, ma non per questo la visione è sconsigliata. Spesso il puro intrattenimento diverte e fa sentire bene, fa trascorrere novanta minuti di spensieratezza e di risate e ancor più spesso ci si può trovare in empatia con i protagonisti senza aspettarselo.

Sonny sta vivendo una prolungata adolescenza con tanto di padre assillante che non manca di ricordargli la sua età e il fatto che sia ancora un peso sia per la società sia per la propria famiglia d'origine, rimarcando le scarse doti organizzative del figlio e la sua totale mancanza di senso di responsabilità.
Nel suo loft cosparso di pile di custodie di videogiochi, di contenitori vuoti di cibo take away, dvd, cd e di lattine di birra Sonny si sente bene, così com'è felice di lavorare come casellante un solo giorno la settimana. Questo trentenne non avverte sicuramente la smania della società contemporanea che porta a cercare di essere il più utile possibile, il più sfruttabile possibile con la minaccia di diventare un cittadino di serie B se non impegnato sufficientemente. La sua vita sembra un bel luna park da cui nessuno avrebbe voglia di scendere; ma un giorno accade un incontro fatale e non con una donna...
Un bambino suona al suo campanello, stringe in mano una lettera in cui c'è scritto che il suo nome è Julian e che il coinquilino di Sonny, Kevin, è il padre del piccolo. Quest'ultimo dovrà prendersi cura di lui poiché la madre è deceduta, alternativamente può prendere contatto con l'assistente sociale Arthur Brooks per trovare una sistemazione al bambino di cinque anni. Kevin, il padre naturale di Julian, è in partenza per un viaggio di lavoro in Cina, oltre ad essere prossimo alle nozze con la fidanzata Corinne. In tale frangente Sonny decide nell'immediato di telefonare all'assistente sociale, ma essendo il Columbus Day l'ufficio risulta chiuso; l'unica soluzione è quindi quella di occuparsi, almeno per ventiquattro ore, di Julian. In seguito Sonny riuscirà a prendere contatto con Arthur Brooks, ma essendosi divertito con il bambino si fa credere il padre biologico di Julian e afferma di volersene occupare. Questi giorni in cui questa strana coppia andrà a scuola con vestiti improbabili, canterà ciclicamente la canzone del canguro e si divertirà al parco in maniera certamente originale e non priva di conseguenze, saranno più educativi e rilevanti per l'adulto che per il bambino. Infatti Sonny svelerà a se stesso prima e agli altri poi la sua voglia di stabilire una relazione duratura nella vita, di entrare davvero in contatto con un altro essere umano e di volersene occupare. Sente finalmente di non essere più intimorito dalle responsabilità e di non essere nemmeno tanto dissimile dai suoi amici che ogni giorno affrontano la vita con qualche preoccupazione in più di lui, ma anche con soddisfazioni di altra natura da quelle che Sonny abitualmente ha sperimentato. Da questo punto parte la vera formazione del protagonista come uomo che si fa carico delle conseguenze delle proprie scelte e delle proprie azioni, facendo entrare nel suo mondo nuove persone.

Per quanto per tema e per stile questo film sia leggero e spensierato, in realtà porta a confrontarsi con il proprio modo di vivere; porterà molti spettatori a ragionare sul proprio egoismo e sulla propria condizione privilegiata. Altri ancora non si porranno alcuna di queste domande ma in fondo l'intento del regista, che con Adam Sandler girerà ancora altre commedie divertenti come "Vi dichiaro marito e marito" oppure "Zohan-Tutte le donne vengono al pettine," e altre ancora, è quello di divertire e far sorridere e in questo l'obiettivo può definirsi centrato.

Le parti davvero irresistibili di questa commedia sono lasciate alla nota "spalla" comica di Sandler, Rob Schneider, che in questo film interpreta il ragazzo delle consegne dei pasti a domicilio. Il quale è sin dall'incipit della commedia un amico di Sonny che con lui si diverte con videogiochi e tv spazzatura. Inoltre, essendo in sostanza analfabeta, si metterà in competizione col piccolo Julian per arricchire il suo vocabolario. Altro punto di forza della comicità del film è la ridondante presa in giro della nota catena di fast food "Hooters", famosa per le sexy cameriere e la loro succinta uniforme.
Da citare tra le parti più frizzanti anche la partecipazione di Steve Buscemi nel ruolo del barbone irriverente.

Oltre a Sandler, che grazie a questa commedia si è aggiudicato nel 1999 l'ambito Razzie Award per la sua interpretazione di Koufax, anche il resto del cast diverte e risulta credibile nei propri ruoli.

Da rilevare la colonna sonora che diventa parte integrante del film, una scelta accurata che passa da Garbage, Styx, Eurythmics e Limp Bizkit a cover dei Guns'n'Roses e altri successi.

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Recensione a cura di foxycleo - aggiornata al 24/05/2010

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