Recensione ralph spaccatutto regia di Rich Moore USA 2012
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Recensione ralph spaccatutto (2012)

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locandina del film RALPH SPACCATUTTO

Immagine tratta dal film RALPH SPACCATUTTO

Immagine tratta dal film RALPH SPACCATUTTO

Immagine tratta dal film RALPH SPACCATUTTO

Immagine tratta dal film RALPH SPACCATUTTO

Immagine tratta dal film RALPH SPACCATUTTO
 

Il lavoro di Ralph consiste nell'arrampicarsi sui palazzi provocando un gran numero di danni ed impedire che Felix riesca a raggiungerlo e scaraventarlo di sotto. Ralph è il cattivo di "Felix Aggiustatutto", jumping game a schermata fissa, ultimo superstite insieme a "Pac-Man" degli arcade anni ottanta in una moderna sala giochi, insoddisfatto della propria condizione e desideroso di provare a se stesso ed agli altri personaggi di poter essere, almeno per una volta, l'eroe. Contro ogni regola del mondo dei videogiochi, Ralph abbandona il proprio gioco e va in cerca di gloria nello sparatutto in prima persona "Hero's Duty", innescando una serie di eventi che mettono a repentaglio tutti i personaggi e i giochi dell'arcade. Finito per caso nel mondo di "Sugar Rush" (un gioco di corse ambientato in un mondo fatto di dolci) Ralph conosce Vanelope, che vorrebbe correre ed avere anche lei la sua chance di essere protagonista. Il Re Candito, sovrano del mondo di "Sugar Rush", non ha alcuna intenzione di permetterle di gareggiare...

Accompagnato dall'incantevole cortometraggio "Paperman", "Ralph Spaccatutto" ("Wreck-It Ralph") continua la tradizione dell'animazione Disney, ma mai come questa volta un lungometraggio prodotto dagli studi di Burbank si allontana dal solco tracciato sin dal 1937 da Walt Disney con "Biancaneve e i Sette Nani". Pur essendo infatti un film decisamente riuscito sotto tutti i punti di vista, ciò che manca a "Ralph Spaccatutto" è l'essenza della magia Disney. L'ambientazione contemporanea, il tema tecnologico, l'uso della computer grafica e i riferimenti metacinematografici ne fanno infatti un film a metà tra Pixar e DreamWorks, che dalla prima eredita (oltre ad una innegabile analogia con il concept di "Toy Story") la volontà di narrare una storia autentica e la capacità di caratterizzare i personaggi principali, mentre dalla seconda la capacità di integrare nel film numerosi elementi della cultura popolare (in particolare, la cultura video ludica) ed un umorismo che ammicca più agli adulti che ai bambini.

Quello che manca, però, è compensato abbondantemente dalla ricchezza di quello che il film ha da offrire: un cast di personaggi originali ben calibrato e non eccessivamente stereotipato, personaggi di contorno scelti con cura e presi in licenza dai maggiori videogiochi della storia, da "Sonic" a "Street Fighter" a "Pac Man" (mancano solo Mario e Luigi), una storia articolata e strutturata, un ritmo sostenuto e un livello di animazione - benché non strabiliante - certamente allo stato dell'arte.

Per chi è cresciuto negli anni ottanta, "Ralph Spaccatutto" è una vera delizia: non solo i vari cameo dei personaggi dei classici videogiochi arcade non sono mai gratuiti e sempre funzionali alla storia (non basterà una visione per scovarli tutti), ma la stessa vicenda di Ralph ricorda a grandi linee quanto successo al personaggio di Donkey Kong, che si è scambiato nella sua vita digitale più volte con Mario il ruolo di villain, in vari titoli di Nintendo.
La cura dei dettagli e l'architettura del mondo dei videogiochi sono stupefacenti: alla chiusura della sala giochi, i personaggi sono liberi di muoversi, attraverso i cavi di alimentazione dei cabinati, per raggiungere un enorme spazio comune (che ricorda un po' la Grand Central Station di New York) che funge da hub tra i vari giochi, consentendo ai personaggi di incontrarsi ed utilizzare i mondi dei giochi per scopi privati. La stanza dei fantasmi di "Pac-Man" (Namco, 1980) diventa il centro di accoglienza per le sedute di gruppo dei cattivi, il bar di "Tapper" (midway, 1983) funge da ritrovo per i personaggi e così via: talvolta la visuale, con effetto davvero esilarante, passa "al di qua" dello schermo del cabinato, trasformando la scena in una schermata arcade bidimensionale e pixellata. Tutta una serie d'intuizioni simili a questa rendono "Ralph Spaccatutto" estremamente godibile a diversi livelli e la cura per il dettaglio rivela soprattutto l'attenzione nel dare coerenza ad un mondo virtuale e fantastico che deve sostenere il peso dei problemi esistenziali dei personaggi. E' evidente la lezione Pixar: creare un contesto coerente e credibile consente di sospendere dell'incredulità e partecipare emotivamente alla narrazione. Più che in "Toy Story" (il riferimento è evidente), che comunque si svolge nel mondo reale, l'universo videoludico ha bisogno che nessun dettaglio sia trascurato, soprattutto quando ad interagire sono personaggi creati (e renderizzati) in epoche diverse.

Dopo una prima parte che introduce il mondo segreto della sala giochi e i tormenti di Ralph, la sezione centrale del film si svolge quasi esclusivamente nel videogioco di "Sugar Rush". Ralph, finitovi per errore, è costretto ad aiutare la petulante Vanelope ad ottenere il permesso di partecipare alla gara notturna che determina i piloti che i giocatori potranno selezionare il giorno dopo (il roster di piloti di "Sugar Rush", infatti, cambia tutti i giorni).
Vanelope, infatti, è un glitch e gli altri personaggi del gioco hanno paura che - qualora fosse selezionabile e quindi apparisse sullo schermo con la sua "instabilità" - potrebbe indurre il gestore a spegnere il gioco. L'interazione tra Ralph e Vanelope procede sui binari del classico buddy movie ed è la cosa meno interessante del film: tutto già visto e sentito (qui il pubblico di riferimento è chiaramente quello dei bambini che non colgono i riferimenti agli altri videogiochi, che infatti spariscono: Vanelope è una bambina, si moltiplicano le gag slapstick e i dialoghi si abbassano di livello). Solo nel finale la storia di Vanelope riserva dei colpi di scena importanti che ne rivalutano lo spessore, anche se, dopo la prima parte, ci si poteva lecitamente attendere un maggior coinvolgimento dei personaggi "celebri" nella risoluzione della storia.

Dopo il ritorno ai canoni disneyani de "La Principessa e il Ranocchio" e "Rapunzel", "Ralph Spaccatutto" mostra che l'influenza di John Lasseter si sente eccome, anche se questo continuo cambio di direzione non sta giovando alla definizione di una identità artistica precisa e i Walt Disney Studios danno sempre l'impressione di rincorrere, invece che di guidare o avere comunque una strategia chiara (a meno che questa non sia essere la sussidiaria della Pixar). Tutte queste considerazioni non devono però distogliere l'attenzione dal fatto che "Ralph Spaccatutto" è un film unico nella produzione Disney e sicuramente il più riuscito degli ultimi anni, finalmente davvero trasversale e transgenerazionale. Come spesso è accaduto con film "fuori dagli schemi" - "Lilo & Stitch", "Le Follie Dell'Imperatore" - tentare nuove strade sembra comunque dare frutti migliori dell'ennesima principessa adattata (male) ai tempi che corrono (dopo Fiona di "Shrek", nulla è stato come prima per le povere aspiranti regine). In ultimo, "Ralph Spaccatutto" è probabilmente il miglior film sui videogiochi di sempre: impresa realmente storica e - finora - apparentemente impossibile.

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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 09/01/2013 11.58.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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