Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Il lato oscuro di una nazione rappresentata nell'universo infernale del Carandiru, piccole storie che servono a distinguere dalla massa carceraria quei personaggi per farne l'emblema e le contraddizioni stesse del Brasile. Un Babenco più concentrato sui personaggi a discpito però di un contesto lasciato abbastanza in disparte. Un tono che alterna dramma non senza una dose di leggerezza, ma che diventa cupo e violento nella buona parte finale.
storia drammatica che viene resa a mio parere non bene in questa pellicola, manca una vera e propria rappresentazione del disagio, dell'affollamento, dei problemi psicologici dei carcerati, invece si da spazio a una moltitudine di flashback lunghi e alle volte inutili, rendendolo troppo lungo e lento.
Una storia vera che racconta il massacro avvenuto nel carcere di Carandiru, il film è fatto davvero bene, infatti vengono presentati i drammi di ciascun detenuto e le loro vicende all'interno del penitenziario . Ricorda vagamente La Città Di Dio.
Basato sulla storia vera del massacro di Carandiru nel carcere di San Paolo, un carcere nel quale erano rinchiusi più di 7.000 detenuti, in gran parte tossici e malati di Aids. Raccontato con molta leggerezza in una prima parte tra introduzione dei personaggi, matrimoni in carcere e screzi tra detenuti per poi passare con molta disinvoltura ad un secondo tempo che sfocia nel vero e proprio melodramma. Il problema della pellicola è forse il troppo romanzamento in alcune parti, il dare troppo spazio ai particolari risultando prolisso e poco incisivo. Oltre a questo si poteva anche dare maggior spazio a quelle che erano le condizioni di vita dei detenuti, non si sente ne degrado ne alcuna forma di disagio psichico appartenente al luogo, forse una. Insomma, a parer mio si poteva fare di molto meglio.
Buon film sulla strage avvenuta nel carcere di San Paolo, ottima la caratterizzazione dei personaggi.. (il mio preferito è "Sua maestà"), ci si riesce ad immedesimare nel personaggio del medico, un uomo comune che scopre una realtà che non conosceva..(unica pecca forse è l'inespressività dell' attore che lo interpreta). Carandiru è un film poco conosciuto in Italia ma è un ottimo spaccato sulla vita carceraria.
veramente un gran film, che colpisce al cuore e allo stomaco, specie pensando che è tratto da una storia realmente accaduta. è una denuncia sul carcere di San Paolo e sulle condizione dei suoi detenuti, dei quali sviscera le storie più particolari, vissute sia all'esterno che all'interno, per poi arrivare ad un finale sconvolgente.
Film duro e commovente, uno spaccato molto realistico della strage consumatasi nel carcere di San Paolo. Buone le caratterizzazioni dei personaggi - alcune esilaranti altre drammatiche - e le interpretazioni da parte di attori tutto sommato sconosciuti al grande pubblico. Forse un po' lungo anche se non annoia.
L'atto di denuncia della repressione del carcere brasiliano Carandiru fa da sfondo a uno spaccato di vita criminale, popolare di San Paolo. Vicende dei prigionieri (del presente e del passato): pertinenti, commuoventi, bizzarre, esilaranti.
E' passato ormai più di un decennio da quando lessi della strage del carcere di Carandiru e ne rimasi colpitissimo. Tutto merito del brano straordinario dei brasiliani Sepultura 'Manifest', del 1993, che con un testo essenziale e scarno, quanto aderente poi ai veri fatti di cronaca, raccontava la strage attraverso una voce narrante a mò di bollettino radio. Il film di Babenco invece, pur vivendo di sequenze ben riuscite come quella finale, è davvero troppo prolisso e romanzato. Si perde in particolari superflui che distolgono troppe volte l'attenzione dai problemi rilevanti e gravissimi che animavano (per fortuna dal 2002 si può parlarne al passato..) quell'inferno. Tubercolosi, aids e mostruoso sovraffollamento sono denunciati sì, ma in forma troppo poco documentaristica rispetto a quanto avrei voluto vedere. Non viene citata la lebbra, e gli stessi detenuti che raccontano le loro storie sembrano concentrarsi maggiormente sul loro passato fuori dal carcere, piuttosto che sul malessere di vivere in quella situazione allucinante. Il limite appare proprio quello di non saper disgustare e rabbrividire più di tanto, e da spettatore mi sono sentito piuttosto distaccato e poco coinvolto. Un'occasione persa insomma, visto che nella parte finale il film si concentra esclusivamente sui fatti e l'esplosione della protesta e l'irruzione omicida della polizia sono ben rappresentati. Motivo di rammarico dunque, visto che i mezzi per farne un film migliore c'erano. Buona comunque la prova di tutto il cast.
bellissimo film verità sul carcere sudamericano dove tantissime vite e circostanze drammatiche si intrecciano in un crescendo che culmina con la repressione