profezia di un delitto (1976)

Ma cosa ho guardato?
Non ho capito il genere e dove volesse andare a parare!

Un Chabrol lontano dal suo habitat naturale e dai suoi temi classici vuole farci appassionare alle gesta di una coppia in crisi e di un prestigiatore / veggente in vacanza in Tunisia. Se l'ambientazione è sbagliata, la vicenda in sé ha connotati irrazionali ed extrasensoriali che lasciano il tempo che trovano, in un continuo gioco di rimandi e situazioni stucchevole fin da subito; l'aspetto però più deludente della pellicola è quello della costruzione psicologica dei personaggi, di solito sempre attenta nei lavori del Maestro francese ed invece pigra, se non addirittura inesistente, a questo giro. Neanche il cast di buon nome è utile alla causa: l'unico a salvarsi è Jean Rochefort nella parte del curioso svizzero interessato a far si che la profezia si realizzi.

Il soggetto è stuzzicante riguardo le potenzialità di un destino manovrabile o qualcosa di ineluttabile anche oltre i limiti del beffardo. Chabrol tuttavia si trova un po' a disagio aldifuori della provincia francese. L'ambientazione esotica ed affascinante della Tunisia non mi sembra molto nelle corde del regista e gli stessi personaggi (Rochefort a parte) appaiono tra il sopra le righe di Frobe e il diligente ma nulla di più della coppia Nero-Sandrelli con duetti ai limiti dell'irritante. Pur non essendo un fan del regista francese, ha fatto film nettamente migliori di questo.

Tra gli extra del dvd di Querelle di Fassbinder, Franco Nero racconta di associare sempre volentieri la partecipazione a quel film con le interpretazioni di Tristana di Buñuel e di Profezia di un delitto di Chabrol. Una sorta di triade di Cinema d'autore.
Tuttavia a differenza di Tristana e Querelle questo minore di Chabrol è veramente un film incolore. Girato nel periodo più buio della produzione del regista francese, è un'opera dedicata al paranormale con una improbabile location esotica e un cast di tutto rispetto che tuttavia si amalgama male, come se le scelte fossero dettate da ragioni di visibilità internazionale piuttosto che in base ad una vera esigenza di adattamento ai personaggi.
Tant'è che l'unico attore in grado di fornire una prova convincente è il solito grande Rochefort, particolarmente a suo agio in ruoli da comprimario. Con la sua verve ruba la scena a tutti, anche all'attempato Gert Fröbe.
A grandi linee il film sembra ricalcare A Venezia...un dicembre rosso shocking, senza neanche lontanamente avvicinare la tensione e le intuizioni geniali di Roeg.
L'unica sequenza buona è quella dei palloncini, i "puntini rossi nel cielo". Troppo poco.