Dopo il successo del suo primo film, un regista americano si dibatte per sfuggire alla morsa che Hollywood, come sistema produttivo e modello di vita, stringe inesorabilmente intorno a lui. Altra tappa "eccentrica" nell'eccentrica filmografia di Paul Mazursky, con vistosi omaggi alla poetica di Fellini, che compare anche nel film.
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E' il promo film che vedo con Donald Sutherland, attore eccezionale che adoro, dopo la sua scomparsa e godendo la sua interpretazione in questa pellicola ancora di più si comprende quanto sia pesante la sua perdita. C'è più di un filo che lega questo film a Federico Fellini; innanzi tutto la storia è chiaramente una versione americana di "8 e 1/2" (cosa che farà anche dieci anni dopo Woody Allen con Stardust Memory), ovvero un regista in cerca di un film da realizzare che si confronta con se stesso, con la propria famiglia e con gli altri con tanto di sequenze oniriche frutto della psiche non serena del protagonista. La sceneggiatura è comunque immersa nel suo tempo con l'imperante controcultura hippie e tutte le divagazioni lisergiche e socio-politiche che ne conseguivano. Magari lo script a volte non segue un filo logico vero e proprio ma rimane un buon esempio di cinema "anarcoide" del tutto in linea con il periodo...d'altronde questo stile è stato inaugurato proprio da Fellini, e tornando al sognatore di Rimini, egli è presente nell'inusuale veste di attore in un breve ma simpatico ruolo ed è proprio qui che avvenne l'incontro tra lui e Sutherland che poi porterà alla realizzazione del Casanova. Mazursky realizza un piccolo gioiello intimista assolutamente da riscoprire. Sempre bravissima Ellen Burstyn.