l'ora di religione regia di Marco Bellocchio Italia 2002
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l'ora di religione (2002)

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locandina del film L'ORA DI RELIGIONE

Titolo Originale: L'ORA DI RELIGIONE

RegiaMarco Bellocchio

InterpretiSergio Castellitto, Jacqueline Lustig, Chiara Conti, Gigio Alberti, Piera degli Esposti

Durata: -
NazionalitàItalia 2002
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2002

•  Altri film di Marco Bellocchio

Trama del film L'ora di religione

Protagonista della storia è Ernesto Picciafuoco, quarantenne, separato, pittore di talento, per sopravvivenza illustratore di libri per bambini. Alla notizia del processo di beatificazione di sua madre, tornano i Fantasmi del passato: la famiglia cattolica, la famiglia borghese, la famiglia tradizionalista...

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Voto Visitatori:   7,01 / 10 (53 voti)7,01Grafico
Migliore Attrice Non Protagonista (Piera Degli Espositi)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Migliore Attrice Non Protagonista (Piera Degli Espositi)
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Voti e commenti su L'ora di religione, 53 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  22/07/2021 19:20:41
   6 / 10
Film particolare .. critica forte contro il sistema ecclesiastico ma anche dramma familiare. Ben fatto e con il solito gran Castellitto , il problema è che certi passaggi ci azzeccano poco come la presunta storia con la giovane insegnante di religione ... Insomma ambiguo e disconnesso ma sicuramente audace e d'impatto.

Jumpy  @  02/02/2021 19:58:53
   7 / 10
Particolare e insolito, a tratti un po' confuso

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I dialoghi in alcuni passaggi sono profondi e lasciano riflettere, emerge potente la facciata perbenista e profondamente ipocrita, falsa ed opportunista di certi ambienti religiosi.

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Risente molto della presa diretta (i dialoghi sono un po' confusi in qualche passaggio[
SPOILER]ad esempio nella scena della mensa e nella sala dei professori


si segue però con piacere fino alla fine.
Al di là di questo, mi è piaciuta molto l'interpretazione di Castellitto: calibrata e verosimile, senza gli odiosi scatti isterici che a volte mette nei suoi personaggi.

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Goldust  @  09/11/2020 18:32:55
   7 / 10
Una riflessione profonda e laica sul modo di pensare, di vedere e di interpretare il Cristianesimo: una grande tematica in ballo trattata però con semplicità attraverso gli occhi di un Castellitto prefetto, che veste i panni del protagonista ateo e rigoroso con se stesso il quale si interroga, legittimamente, sui dubbi e le svolte anche grottesche che la vita gli riserva.

david briar  @  13/04/2020 15:38:16
   9½ / 10
Uno dei più bei film di Bellocchio: kafkiana, ironico, ambiguo e assurdo, ma anche incredibilmente connesso con la perdita collettiva di fede dell'uomo del nuovo millennio, tipica dei nostri tempi.
Castellito è perfetto per questi ruoli bellocchiani, qui come ne "Il regista di matrimoni". Il montaggio è notevole, con i musica e suoni usati a contrappunto in maniera mai scontata e sempre efficace e potente.
Finale inaspettato e semplicemente meraviglioso, con quel sorriso che parla più di ogni altra cosa.
Bellissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  18/01/2019 00:37:08
   8 / 10
Gran bel film di Bellocchio, personalmente l'ho apprezzato molto. Molto ben scritto e molto ben girato, avrebbe sicuramente meritato una quantità di riconoscimenti maggiore, invece a quanto vedo qui ha ricevuto solo un David di Donatello (e pure per la miglior attrice non protagonista). Per me fare cinema d'autore vuol dire questo, non vuol dire cercare di fare cose inutilmente arzigogolate e sofisticate (come effettivamente a quanto pare molti pensano sia), ma semplicemente avere qualcosa da dire, e "L'ora di religione" ha qualcosa da dire, e questo è quanto basta. Per il resto, il film è famoso più che altro per la celeberrima scena della bestemmia, ed è molto interessante (e trovo sia un altro punto a favore de "L'ora di religione") come quello spezzone, magari decontestualizzato, possa forse apparire quasi comico, ma visto all'interno del film sia al contrario totalmente drammatico.

kafka62  @  25/03/2018 19:19:42
   5 / 10
Anche se "L'ora di religione" non è velleitario ed irritante come i film dell'epoca del sodalizio con lo psicanalista Fagioli (ad esempio "La visione del sabba" o "La condanna"), esso è pur sempre un film farraginoso, confuso e artisticamente irrisolto. A tratti sembra quasi surreale e slegato da ogni logica narrativa (la scena del duello), in altri momenti è invece percorso da figure che hanno un fumoso e scarsamente decifrabile valore simbolico (la ragazza di cui Ernesto si innamora, forse una incarnazione laica della Grazia), mentre la vena polemica e antireligiosa del regista è affidata a situazioni e personaggi ben poco verosimili (l'interrogatorio con il cardinale che avviene in una mensa per i poveri, i familiari del protagonista, tutti quanti ipocriti e opportunisti) e ad affermazioni puerili ("la fede è come un'assicurazione sulla vita"): Insomma, verrebbe quasi voglia di dare ragione ai cattolici integralisti che hanno violentemente osteggiato il film di Bellocchio, se non fosse per il fatto che la sequenza più chiacchierata, quella della bestemmia, è forse una delle poche che esprima una dolorosa e sofferta intensità. Peccato anche per Castellitto, che dà al personaggio di Ernesto, con i suoi sorrisi sardonici e il suo comportamento anticonformista (riassumibile nell'idea che "non si può dire che non si crede e poi seguire il gregge"), connotati complessi e ricchi di sfumature. Se i suoi parenti non fossero tutti, senza eccezione, così cinici ed arrivisti, se la percezione di un complotto ordito alle spalle del protagonista non raggiungesse livelli da paranoia, se l'ambiente della Chiesa non fosse trattato in maniera così sciatta e convenzionalmente anticlericale, se alcuni personaggi non fossero da burletta, "L'ora di religione" sarebbe una interessante riflessione sul sacro e sulle ragioni della fede. Invece, a dispetto delle sue ambizioni, deve accontentarsi di essere una analisi, neppure troppo originale, della famiglia come nido di vipere e mero centro di interessi materiali, al confronto della quale valgono certo di più, a livello visivo, alcune solitarie suggestioni presenti qua e là, come ad esempio l'immagine del volto spaesato di Castellitto di fronte al ritratto gigantesco della madre che lo sovrasta.

Oskarsson88  @  15/04/2017 00:43:01
   7 / 10
Film di forte critica alla chiesa. Un po' lento e didascalico nel ritmo, merita comunque una visione. Bellocchio si conferma un regista particolare.

TheCineMaster  @  09/06/2015 19:35:38
   7 / 10
Mah, registicamente è impeccabile e Castellito è bravissimo, ma è eccessivamente intellettuale e chiede troppo allo spettatore. Di certo vale la pena vederlo almeno una volta nella vita.

Matteoxr6  @  20/09/2014 19:13:15
   4½ / 10
Film molto più lineare di quanto si possa pensare; l'ho rivisto subito una seconda volta per sicurezza. Castellitto bravo come al solito.
Ridonante.
Un voto così basso può far risentire qualcuno, e lo comprendo.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  16/10/2013 00:31:28
   9 / 10
"Nessuno piange più al suono di una banda. E' necessario un re. Io non mi fido più dei mazziniani, sono dei preti laici perciò più pericolosi degli stessi preti. Una monarchia, attorno a cui ricreare questo sentimento, questo sentirsi italiani, è necessaria una monarchia. Assoluta.
Assoluta per legittima difesa, da contrapporre al papa, che in realtà regna da monarca assoluto sulla coscienza di tutti gli italiani. E' lui il vero re. E tutti infatti indistintamente si inginocchiano davanti a un uomo che decide senza il consenso della maggioranza. Per questo io penso a un re d'Italia dispotico, un vero tiranno. A un Carlo Alberto con più carattere ecco, che restituisca pure i latifondi, i conventi, gli ospedali alla chiesa ma tolga il crocifisso dalle aule delle scuole e dei tribunali".

Oscuro, magnetico e sognante il viaggio di Bellocchio tra la nobiltà romana, che oltre alla vistosa condanna dell'ipocrisia nella fede - condanna comunque applicabile a qualsiasi fascia - ne svela i tronfi e pomposi mezzi per restare aggrappati alla dirigenza di uno stato, di un comune o anche solo alla propria dignità.
Contraddizioni di una classe che da una parte accetta la santificazione della madre come occasione, occasione anche per accogliere una fede mai avuta, dall'altra prospetta addirittura un ritorno alla monarchia, che faccia da contraltare temporale alla predominanza spirituale del pontificato, e una totale laicizzazione dello stato.
Castellitto, fantastico, osserva stralunato - e anche molto assonnato - la deriva della vecchia casta, tra personaggi e situazioni grottesche; ad uno ad uno li vede asservirsi e cadere, sotto i colpi di una compagna consolatrice ed inafferrabile che è la fede, che qui prende letteralmente vita sotto il volto angelico di Chiara Conti; una compagna che promette soluzioni luminose anche nei momenti bui e alla quale, alla fine, si lascia sempre una porta aperta.
Cadrà anche lui.

Capolavoro suggestivo.

TheLegend  @  29/10/2012 23:01:50
   6 / 10
Un film che vuole dire cose giuste ma che risulta troppo piatto e a tratti noioso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  11/09/2012 02:16:43
   7½ / 10
Ho visto questo film innanzitutto per la famosissima scena della bestemmia, ma anche perché volevo cominciare a conoscere Bellocchio.
L'ORA DI RELIGIONE ha un'elegante sceneggiatura, che sfuma in modo eccellente la relazione cattolicesimo/ateismo. Non so se il vero intento del regista sia proferire qualche critica sul mondo della chiesa, però il dubbio traspare. In ogni scena si scorge questo conflitto fra la fede e la non-fede, e ogni personaggio ha da dire qualcosa di importante in merito.
Ottimo il comparto tecnico, musica e fotografia in primis.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  25/03/2012 01:34:25
   7 / 10
Ed eccoci ad un altro film di Bellocchio dove religione e rapporti famigliari sono ancora pane quotidiano. Mentre il bambino si pone domande su dio e la morte, il padre ha a che fare con problemi ben più gravi: deve testimoniare per far santa sua madre, ma ben presto capisce di ritrovarsi contro tutta la famiglia. Tutti vogliono renderla santa, lui, unico ateo, no. Nel frattempo una donna si spaccia per l'insegnante di religione di suo figlio e lui se ne innamora.
Il modo in cui Bellocchio pone la religione sullo schermo è assolutamente provocatorio e schietto, "vendicandosi" degli anni della sua adolescenza e denunciando la marcescente istituzione della Chiesa..

Non solo nei temi ma anche nella tecnica ritroviamo Bellocchio: la fotografia scura, i simbolismi (il monumento di Vittorio Emanuele, la bandiera dell'UE,..), il montaggio con scene al rallentatore per sottolineare i momenti più drammatici del film, la colonna sonora che incanta come le parole dette falsamente.

E' un film L'ORA DI RELIGIONE, con lunghi e importanti dialoghi come quelli che ha il protagonista con la zia o con il prete o con suo figlio. Tutti dialoghi che ci fanno capire l'aspetto psicologico dei diversi interlocutori e di come ognuno di loro cerchi di portar il protagonista a credere in dio, come ognuno di loro pensi ai propri interessi, sia egoista e ipocrita (a parte il bimbo che è l'unico che sta cercando risposte esprimendosi per la giusta causa di capire il mondo intorno a lui, nelle frasi che dice per quanto siano delle frecciate sono piene di ingenuità, senza scopi di interesse malefico). Chissà perché alla fine, sarà proprio il protagonista, pecora nera su cui tutti puntano il dito, l'unico a capire il fratello malato abbracciandolo dopo che ha tirato bestemmie a tutto andare che credo mai nessuno dimenticherà, senza secondi fini, ma solo perché gli vuole bene come un vero fratello.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/10/2011 14:30:21
   7 / 10
L'unico grande difetto che ho trovato a L'ora di religione è il suo essere pervaso da un'aria criptica di un certo tipo di intellettualismo d'autore in cui nulla deve essere spiegato,e si richiede (giustamente magari) uno sforzo continuo allo spettatore. Non di facile lettura in ogni caso questo coraggioso film di Bellocchio,ma comunque provocatorio quanto basta nei confronti della Chiesa.
Coraggioso perché non si risparmia una forte ironia che spesso sfocia nel grottesco in sequenze davvero ben congeniate (quella con Piera degli Esposti,con il vecchio nobile che sfida il protagonista a duello).
Coraggioso anche per la scena più famosa del film,da ricordare assolutamente per la forza e il messaggio della bestemmia urlata a piena voce.
A tratti però è un film troppo pretestuoso e sembra girare su sé stesso.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/07/2013 17.42.21
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  10/07/2011 17:40:53
   8 / 10
Ottimo film di Bellocchio. Molto bravo Castellitto.
Argomento particolare ed ostico. I rimandi simbolici non mancano.
Un film difficile, non adatto a tutti, certamente da vedere.

castoro79  @  05/06/2011 19:22:39
   6½ / 10
Bellocchio per quanto ho visto non riesce mai a convincermi. Un film di provocazione,che vuole dare un po' di scandalo per la bestemmia incensurata che tuona a metà della pellicola e che mette in luce un punto di vista ben preciso sulla questione clericale. La fotografia è discreta. Lo spunto discreto. Il film un po' lento ma comunque magnetico. Insomma più che sufficiente ma un lavoro che non lascia spazio a guizzi, che caratterizza troppo determinati personaggi in funzione dell'ipotesi da sostenere nella sceneggiatura.. e che alla fine segue il filone dei film inconcludenti, che restano sospesi lasciando che il dubbio insinuato lavori. Una scelta per carità. Ma a mio gusto è poco più che sufficiente, nonostante la prova degli attori sia buona.

Niko.g  @  19/01/2011 13:11:34
   1 / 10
Film offensivo, intollerante, mistificatore, infarcito di laicismo ideologico. Un film contro D.io; D.io che lascia libero ogni uomo e che per questo viene bestemmiato dal rispettosissimo Bellocchio, che lo confonde con l'"umana" e terrena Chiesa. Bellocchio sembra molto preoccupato della spaventosa assenza nel nostro paese di un autentico pensiero laico, accusando la Chiesa di imporre il suo potere. In effetti è veramente incredibile quanto potere abbia la Chiesa, quanto fascino essa emani sugli uomini. E' evidente come nel nostro mondo regni sempre più la pace e il rispetto per il diverso, l'amore per il prossimo, il perdono, l'onestà e la purezza dei sentimenti. Guerre, omicidi, odio e pornografia stanno sempre più scomparendo, non se ne vede quasi traccia grazie al Potere della Chiesa.
Come direbbe Totò: ma mi faccia il piaceree!!!

17 risposte al commento
Ultima risposta 16/10/2013 11.19.54
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/01/2011 20:20:10
   9 / 10
L'ora di religione è uno dei migliori film italiani del decennio. Un film contro l'ipocrisia di modelli dogmatici privi di qualsiasi valore spirituale, ma pieni di ben altri valori che poco centrano con la religione e molto centrano con l'istituzione Chiesa. E' una società decadente quella descritta da Bellocchio, nata dal fallimento di certi ideali e abbracciando quelli opposti per convenienza e sopravvivenza.
Una pellicola che esalta la tenacia nel mantenere una certa coerenza del suo protagonista (un bravissimo Castellitto), tentato dalle sirene di conversione (memorabile tutta la sequenza con Piera degli Esposti, straordinaria) ed unico fra tutti i personaggi, a compiere un gesto di vera compassione cristiana verso il fratello pazzo e matricida.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  22/02/2010 10:32:31
   9 / 10
Capolavoro di Bellocchio che fa dell'amarezza e dell'angoscia le armi con cui insinuare nel malcapitato spettatore profonde riflessioni sul potere di fascinazione della religione, come hanno già ottimamente scritto più sotto.
Ipocrisia nemmeno troppo strisciante vs. strenua coerenza: alla fine, il potere di redenzione non è garantito a nessuno.
Strepitoso Castellitto, come Piera Degli Espositi: tutti gli altri attori, come spesso accade con Bellocchio, sono dei cani pazzeschi (in particolare la moglie di Castellitto è inguardabile). Peccato, l'unica pecca in un film perfetto.

tregiraffe  @  15/08/2009 15:49:32
   7½ / 10
Un film sul potere, e sul potere di seduzione della Chiesa.
Davvero inquietante, in alcuni punti angosciante . Il protagonista, che vorrebbe svincolarsi da tutto questo, viene accusato di moralismo.

Tuonato  @  08/07/2009 00:40:45
   7½ / 10
Beh, ma che tema originale! Il colpaccio al Vaticano tramite un processo di santificazione. Un teatrino montato ad arte per acquisire prestigio, potere, notorietà. E di problemi di coscienza - coerenza - non pare farsene nessuno, forse neanche il protagonista(Castellitto) che alla fine assume un atteggiamento più morbido. Atmosfere e musiche mistiche - esageratamente celestiali - e alcune situazioni surreali se non proprio inverosimili(che sia stata una precisa volontà di Bellocchio o qualcosa gli è sfuggita di mano?). Non ha una fine certa, non ha un messaggio preciso. Ciò fa lievitare il mio giudizio sul film, spetta a noi il compito di interrogarci, ponderare e interpretare.
A parte delle cosucce che lì per lì mi hanno abbastanza infastidito, ma a fine visione me ne è rimasta solo la sensazione e non il ricordo, reputo che questo lavoro di Bellocchio sia più che discreto.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  08/06/2009 10:39:58
   8½ / 10
Probabilmente l’opera più equilibrata della filmografia di Marco Bellocchio: a un tempo intensa, sommessa, minimalista, sottile, acuta e, in definitiva, positiva. Molto positiva.
Riversare sulla figura materna il proprio sentimento anticlericale è un’operazione coraggiosa, anzitutto, e poi impegnativa, perché importa non soltanto una valenza simbolica, ma anche un’analisi del rapporto madre-figlio, che affonda le sue radici nel desiderio primario della genitrice di dare vita a “qualcosa” da controllare e dominare in tutto e per tutto e in maniera esclusiva. Il sorriso della madre (così come la lettera E, con cui iniziano i nomi dei figli) è l’impronta, il “marchio di fabbrica” impresso sui volti della discendenza ed ha il valore emblematico di un atto di prepotenza: quello di conformare la propria figliolanza a sé, farne simulacro della propria esistenza per stabilire una continuità con essa e, in senso egoistico e presuntuoso, eternarla. Va da sé il passaggio al dispotico concetto teologico dell’espressione “a mia immagine e somiglianza”. L’adeguamento ai dogmi e ai riti della Chiesa ha la medesima portata: l’imposizione di una conformità asfittica e costipante, la cui insulsaggine viene messa subito in evidenza nell’incipit, allorchè si vede il bambino correre a nascondersi in un angolino della casa per sfuggire allo sguardo onnipresente e ingombrante di Dio. Ma il discorso, così come dimostra l’esperienza professionale di Ernesto (impersonato da un Castellitto superlativo), un’artista frustrato e condizionato dalle direttive del suo editore, si allarga fino a costituire una sorta di richiamo alla necessità della libertà di scelta e all’autodeterminazione, quali uniche fonti per la propria realizzazione esistenziale. La “follia” di Egidio matura proprio da questa frustrazione: dall’impossibilità di percorrere strade alternative a quelle battute dalla madre e da essa mostrate e imposte senza una vera ragione. L’assassinio si carica, dunque, di un valore altamente metaforico: è un atto estremo di ribellione contro un sistema oppressivo che si manifesta, con le stesse dinamiche, in tutti i contesti sociali: dall’educazione familiare alla catechesi e al lavoro ecc... Ernesto è l’unico comprendere il gesto disperato del fratello ed a giustificarlo: egli definisce la propria madre una donna stupida, passiva e, per questa sua passività, crudele nel voler trasmettere ai figli un modello da accettare per puro conformismo. E la sua canonizzazione equivale alla consacrazione di tale “status quo”: un atto rappresentativo di una tendenza ad un adeguamento ad una prassi fondata su ingannevoli idealizzazioni e falsi miti, così come manifesta la stessa imposizione dell’ora di religione da parte di una madre nella quale si perpetua il medesimo atteggiamento acritico e dannoso della beatificanda.
Dicevo che si tratta di un film positivo, perché qualsiasi lavoro che miri all’affermazione del bisogno di liberarsi di quei modelli esterni che condizionano la propria natura, ammantandosi quindi di nitore etico, io lo percepisco come estremamente positivo. Ne sono la riprova l’epilogo, nel quale si vede il protagonista, pacificato con se stesso (il suo sorriso non è più il ghigno freddo della madre, ma ha il calore della comprensione), accompagnare il figlio a scuola; e il momento precedente, che rivela il libero scatenarsi della fantasia dello stesso protagonista con le immagini dell’abbattimento del Vittoriano (simbolo di un’arte mortificata dai dettami esterni).
Sotto il profilo formale, è un’opera impeccabile che ha il suo punto di forza in una fotografia (Pasquale Mari), che non sfigurerebbe nemmeno di fronte a un Greenaway (bellissimo il momento del dialogo tra il messo della Chiesa ed Ernesto, coi loro volti splendidamente illuminati su un lato), e che è impreziosita da una vena fortemente surrealista, così come palesano le scene in cui il protagonista interagisce con i personaggi “indefiniti” del conte e della professoressa di religione, quasi fossero proiezioni della sua immaginazione.

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Ultima risposta 20/06/2009 16.52.35
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Macs  @  06/06/2009 22:13:20
   8 / 10
Un film eccellente che mi ha riconciliato col cinema italiano dopo troppo tempo. Non concordo col commento precedente quando afferma che Castellitto alla fine si "converta" (vedi SPOILER). Il film è coraggioso e sicuramente "intellettuale", nel senso migliore del termine. Mi ha appassionato e reso partecipe, sarà perché è un film che pulsa di valori ideali e che nasce da un pensiero profondo e meditato. Straconsigliato.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Guy Picciotto  @  09/04/2009 19:47:38
   8 / 10
secondo me l'ultimo film italiano di un certo livello in ordine di tempo, non parlo di capolavoro o altro ma davvero è un film inquietante che colpisce duro e lo fa in modo raffinato e Bellocchio conosce sicuramente la materia (potere della chiesa, potere della massoneria in occidente), ma essendo un artista è ovvia una sospensione dei fatti rappresentati, non è un documentario ma un film drammatico.
possibili hiavi di lettura che propongo per avvicinarsi ad un opera di tale caratura di un regista che ormai non ha più bisogno di dimostrare nulla (uno degli ultimi viventi in Italia, forse l'ultimo...chissà) : l'inquietante presenza della massoneria che aleggia per tutto il film, anche nel contesto ecclesiastico, la presenza di elementi deviati nel vaticano riconducenti alla massoneria è un fatto oramai accertato non solo dalle tesi cospirazioniste. L'ombra davvero schiacciante di questo potere ( schiacciante sopratutto sulle velleità individuali dell'essere umano libero alla Castellitto, non di certo sul popolo bue già sottomesso di sua volontà tramite la propria congenita mediocrità) è di natura doppia, ovvero potere della chiesa da una parte, e potere laico (in realtà luciferiano) della massoneria dall'altro, ma quest'ultimo agisce nella società nell'ombra e non alla luce del sole, attraverso i suoi agenti abilmente inseriti negli apparati che più contano, e questo Bellocchio c'è lo mostra anche chiaramente, ma solo per chi ha occhi per capire, in modo anche simbolico, quali simboli? Lo sgretolamento immaginario dell'altare della patria di castellitto al pc così come immaginato dal pazzo geniale nel manicomio che discettava sul fatto che gli architetti ormai sono morti poichè omologati al capitalismo; il duello tra il massone e castellitto a simboleggiare il duello dietro le quinte che sta avvenendo tra potere ecclesiastico (rappresentato appunto da castellitto appena convertitosi) e potere massonico (per chi vuole approfondire il film questa pagina è davvero interessante: http://www.disinformazione.it/trattato_di_lisbona.htm); le
ultime immagini, la bandiera dell'unione europea (ovvero massoneria ovvero BCE) di certo non messa li per caso da bellocchio; la frase di castellitto:" bisogna mandarli a fare in **** sia i padri che le madri", ovvero il modo che il potere ha di sottomettere l'individuo e renderlo schiavo di questo potere nella società, ecco a questo proposito il finale del film con il non credente in Dio Castellitto che nonostante il suo anarchismo e individualismo fiero ed orgoglioso accetta di convertirsi e mettersi a 90 gradi per dare il via al procedimento che farà santa sua madre, è un atto di resa certamente dell'uomo libero verso questo potere, ma la causa di questa resa quale è se non il fatto che castellitto lo ha fatto esclusivamente perchè ha un figlio e vuole per suo figlio un futuro agiato e di successo, belle donne, auto di lusso ecc? ecco quindi che la famiglia , il diventare padri, fare un figlio ti incatena e non sei più libero di decidere secondo le tue più profonde convinzioni etiche e gli aneliti più profondi della tua coscienza. Mi è piaciuto il modo di Bellocchio di rappresentare tutte queste cose che personalmente considero terribili per il peso che hanno sul futuro dell'umanità, davvero un exploit sorpredente di Bellocchio, che di grandi film in passato ne ha fatti ma se pensiamo che questo è un film girato poco tempo fa, nel 2002.....girato per di più in un paese come l'Italia oramai defunto a livello artistico e non solo.....beh applausi davvero.

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Ultima risposta 09/04/2009 20.22.05
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  08/01/2009 04:02:55
   6 / 10
Complicato commentarlo. Se lo prendete come film da vedere per la famiglia tipo natale a rio, sicuramente vi risulterà lento e insignificante. Chiaro che è lento ( anche se a me scorreva tranquillamente, ma forse perchè ci sono abituato ), ma d'altra parte, bellocchio non ha saputo creare quel'atmosfera che questo tipo di tematica richiede, io credo che abbia azzeccato un paio di cosette niente male e a mio avviso va rivisto più di una volta per rendersene conto. Non corriamo a conclusioni affrettate principalmente, ma cerchiamo di sintonizzarci sul film e quello che c'è dietro il film, che non si vede. Tutto sommato la pellicola è mediocre e poco scaltra ma fa comunque il suo effetto.

Brundle-fly  @  12/12/2008 15:32:13
   9½ / 10
DIRITTO DI PROTESTA
Se poi uno smette d'avercela con se stesso, con gli altri, con un qualche Di0 (ho seguito le 3 metafisiche speciali wolffiane), allora c’è pure il diritto alla pseudo-bestemmia. Finché non si decideranno per il 5° dogma mariano, per la Mad0nna corredentrice e quindi per il teismo cattolico uno e quadruplo (quattrino?) (per info: la voce di WP su Nestorio, in parte modificata da me), allora inveire contro la madre di Ges.ù non è tecnicamente, teologicamente e legalmente considerato una bestemmia: Maria per adesso può essere solo oggetto di venerazione ma non d’adorazione. Insomma non è stata ancora ufficialmente-ecclesialmente divinizzata, cosicché chi eccede nel suo culto si becca l’accusa d’idolatria. Bellocchio gioca proprio su questo distinguo e ne “L’ora di religione (Il sorriso di mia madre)”, del 2002, spara la più bella (NON)bestemmia nella storia del cinema. Per giunta scegliendo come protagonista non uno a caso, ma proprio quell’attore che era appena diventato famoso nell’alveo nazionalpopolare televisivo come il perfetto interprete di padre/santo Pio: Castellitto. Finita l’epoca del prendersela con la famiglia e la borghesia, oggi il film d’esordio dal titolo rimbaudiano, “I pugni in tasca” (1965: mio coetaneo), non avrebbe più senso, quindi si passa ad attaccare la struttura ideologica di fondo, gli atavici condizionamenti socioculturali. Insultare Maria è il “segno” di questo mutamento di bersaglio: l’inaudita sacralità della blasfemia. Merito al Mereghetti per averlo riconosciuto e premiato col max delle stellette.

Per approfondimenti: il forum interno
http://www.filmscoop.it/forum/search.asp?KW=Vorrei+tanto&SM=1&SI=TC&FM=37&OB=1
(alle pp. 221-223).

Mauro Lanari

7 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2011 07.03.43
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paride_86  @  02/10/2008 02:03:49
   7½ / 10
Nonostante la maniera volutamente criptica in cui è girato, "L'ora di religione" è un film molto diretto nel suo messaggio.
Credere è facile perché toglie la necessità di farsi domande, come fa il tormentato protagonista; credere è necessario per ottenere qualcosa in cambio, sia pure un'assicurazione per la vita eterna, come pensano i parenti del protagonista; credere significa avere fede, anche se non se ne conosce bene il motivo, come avviene con la moglie del protagonista.
Non credere, invece, impone una serie di continue riflessioni e una necessità di coerenza, come accade al protagonista e al suo piccolo figlio.
Questo, a mio avviso, è il messaggio finale della pellicola, ma nonostante l'accurato lavoro del regista e dei suoi attori, non credo che il tema sia stato sviscerato del tutto.

everyray  @  13/05/2008 13:09:57
   4 / 10
Marco Bellocchio tratta un tema complesso -quello della fede- considerato quasi come un tabù,e lo fa in maniera surreale e quasi grottesca!
A mio parere è stato realizzato in maniera troppo contorta e nonostante un Castellitto in gran forma il film non funziona come dovrebbe..in alcuni punti il film è interessante,ma per lo più è noioso e dispersivo!!

amoreblu  @  28/12/2007 16:46:40
   9½ / 10
Film molto denso, devo dire...
mette sul tavolo diversi temi: il piegarsi al proprio tornaconto, l'ambiguità della chiesa, il conflitto di un uomo con sè stesso e con la propria interiorità. Lo fa utilizzando immagini grottesche e surreali come la "gradiva" che "si anima" e inizia a camminare, al tempo stesso immagine di una donna desiderata (e che richiama il saggio di S. Freud) che nel film è la maestra di religione (anch'essa figura ambigua). È difficile anche descriverne i tratti salienti di questo film.
Armati di pazienza lo si può apprezzare per la grande pellicola che è.

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  10/11/2007 22:06:17
   8 / 10
Sebbene eccessivamente enfattizzato dalla critica nazionale, spesso troppo benevola nei confronti del cinema d'autore elitario, il film di Bellocchio è sicuramente un film riuscito e va annoverato tra le opere più interessanti del panorama italiano degli ultimi anni. Nell"ora di religione" l'ateismo pessimista e incerto del protagonista contrasta con l'ipocrisia religiosa della sua famiglia che rincorre una nuova via per la popolarità. Più che un attacco all'integrità della chiesa e delle sue istituzioni un monito per tutti coloro che si professano credenti: la fede è cosa seria e davanti ad essa non ci si può porsi soltanto per convenienza. Al contempo Bellocchio attraverso i tentennamenti di Ernesto mette in dubbio le certezze degli atei per convenzione da distinguersi dai non credenti per convinzione. Molto riusciti gli escursus surreali e le sequenze più mistiche ben accompagnate da una colonna sonora che mescola armonie sacre al sond di Vinicio Capossela. Castellito si conferma il miglior attore Italiano del dopo Mas*****nni.

InSaNITy  @  23/08/2007 00:26:52
   8 / 10
"Io non credo in Dio [...] ma..."
"Ma?"
"Ma non basta. Bisogna dimostrarlo con il comportamento, con le azioni".

i28408  @  13/08/2007 12:41:17
   1 / 10
Pessimo, l'ho trovato più che ridicolo, pessima storia/scene.
Per me è il film più brutto mai fatto.
Mi ha pure innervosito per la sua follia

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/12/2007 16.52.51
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giax-tommy  @  14/11/2006 14:56:29
   9 / 10
un film intelligente....sembra strano ma è vero...nel buio totale della cinematografia italiana moderna,esiste un film intelligente

Invia una mail all'autore del commento azzurro10  @  09/08/2006 00:22:53
   7½ / 10
buonissimo film religioso...e non. bellocchio merita voti più alti

frine2  @  18/03/2006 00:43:11
   8½ / 10
Un uomo mentalmente disturbato uccide la madre che voleva impedirgli di bestemmiare. Con l'approvazione della famiglia, la Chiesa apre un procedimento per la beatificazione della defunta.
Solo un fratello dell'assassino si oppone. E' un intellettuale 'duro e puro' , che rifiuta l'uso strumentale della religione come 'polizza di assicurazione' sulla vita da parte di un'umanità sgomenta e impaurita di fronte al proprio destino.
Ma attenzione al sottotitolo, "Il sorriso di mia madre". Osservate il sorriso melenso sulle labbra di Castellitto, e capirete come andrà a finire.
La trama è complessa, i colpi di scena non mancano, e a ingarbugliare le cose c'è anche la presenza inquietante della massoneria. Se si aggiunge la presenza di una prostituta dall'aspetto angelico (la solita incarnazione del demonio?), appare chiaro che per il protagonista non c'è scampo.
Film provocatorio, spesso sgradevole, che non offre né vuole offrire una soluzione definitiva. Richiama in molti punti "I pugni in tasca", anche se in questo caso il protagonista è dalla parte della ragione. Non sempre convincenti, ma comunque interessanti, i risvolti politici.
Belle le inquadrature, cupe come una cappa di piombo, e ottima la prova di Castellitto. Ma la scena più originale, straziante e significativa è quella del manicomio (spoiler).

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

lupocattivooooo  @  01/02/2006 12:00:03
   3 / 10
Un tentativo miseramente fallito nonostante il tema trattato ( comunque trattato male ) e la grande disponibilita' di attori.

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Ultima risposta 01/02/2006 12.08.53
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Mavors84  @  04/01/2006 17:39:20
   6½ / 10
questo film l'ho visto almeno un anno fa... la cosa che mi ha stupito è che ho fatto fatica a ricordare esattamente l'intero film il che giustifica la mia votazione! (è la prima volta ce provo a commentare dopo tempo... il giudizio è più obbiettivo forse)

KANE  @  07/11/2005 12:33:48
   8 / 10
film sicuramente complicato e pesante con un ritmo lento che purtroppo rovina in alcuni momenti la trama. la storia è bella ed interressante, resa ottimamente da un grande castellitto, che nn è accompagnato altrettanto bene da tutti gli altri attori.
l'atmosfera di tutto il film risulta a volte onirica, sia per la particolarità dell'evento principale, sia per la stravaganza di certe situazioni che sembrano accadere "fuori dalla realtà" (come ad esempio il duello con lo sfondo del "cuppolone").
un film sicuramente intelligente con parecchie "frecce al proprio arco" ma che secondo me avrebbe potuto essere più efficace con qualche stravaganza in meno!
riname cmq ottima la prova di bellocchio come regista e, ripeto , la prova di castellitto: BRAVISSIMO!

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Ultima risposta 13/11/2005 21.02.54
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style  @  03/11/2005 12:57:38
   7 / 10
Buon film, ma si poteva sfruttare la storia moolto meglio, l'idea è geniale, e anche l'attore protagonista è azzeccato e molto bravo.

Il problema forse l'ho trovato in alcuni personaggi di contorno e in alcuni dialoghi (quasi irritanti...) che alla fine abbassano la media qualitativa del film...

resta comunque un bel film che fa riflettere

la mia opinione  @  22/10/2005 19:08:36
   8 / 10
Molto complesso, forse non sono stati curati bene i soggetti (alcuni) registicamente sobrio, sceneggiatura e trama assolutamente originali e inedite.

Diana blu  @  29/08/2005 00:23:42
   7 / 10
E' molto difficile da comprendere ma fa riflettere e Castellitto si dimostra uno dei migliori attori italiani.

Moderator  @  04/06/2005 17:05:58
   8 / 10
impressionante

nest  @  28/04/2005 20:15:23
   10 / 10
come rimanere fedeli a se stessi, senza cedere a lusinghe e ricatti.
ernesto abbraccia suo fratello l'assassino, invece che sua madre la santa.
lo calma e lo consola, mentre tutti intorno gli chiedono di sacrificarlo su un altare.


(vennero in sella due gendarmi, vennero in sella con le armi...)

Lord Arathom  @  07/02/2005 19:11:15
   1 / 10
Film osceno, palloso, lento e con una storia insulsa...
A voi intellettuali piacerà sicuramente, cercate di fare le persone serie

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Ultima risposta 12/09/2006 13.39.40
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pestiphera  @  30/04/2004 16:37:05
   3 / 10
e va bene, lo ammetto: nn ce l''ho fatta!!! Si vede che nn sono abbastanza profonda, abbastanza intellettuale, abbastanza spirituale... ma a metà ho mollato lì! Nn me la sento di esprimere un voto, veramente... immagino sia un capolavoro... leggero come un blocco di calcestruzzo! Ma siamo sicuri che l''ispirazione dietro questo film sia poi così alta e sincera?! Cma, di sicuramente alto e sincero c''è la (come sempre) stratosferisca interpretazione di Castellitto.

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Ultima risposta 29/11/2004 01.22.50
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dave licata  @  20/01/2004 18:19:07
   10 / 10
splendido. Un gran film italiano (finalmente). Un tema profondo trattato sublimamente dal grande Bellocchio, che è tornato quello de "i pugni in tasca" (altro capolavoro)

Gruppo REDAZIONE maremare  @  15/01/2004 08:40:30
   9 / 10
Un grande film, uno dei migliori film italiani degli ultimi anni

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  29/12/2003 13:43:18
   8 / 10
"La casa, la chiesa, / a modo e per bene / Cattolico decoro..."

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Ultima risposta 16/10/2013 11.42.58
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Kurtz  @  25/12/2003 23:44:47
   5 / 10
Una buona idea di base realizzata però mediocremente.

Liz_7  @  28/11/2003 21:12:34
   10 / 10
10.12,se fosse possibile.
A dir poco un capovoloro.
A prescindere dal fatto che i temi trattati da bellocchio possano essere inquadrati da diversi punti di vista,resta comunque la capacità da parte di questa regista di saper rendere perfettamente la critica attraverso atmosfere impalpabili,dimensioni quasi surreali in cui quasi si perdono le cognizioni dello spazio e del tempo...personaggi estramamente realistici..dialoghi eccezionali...veramente spettacolare.
Lo caldeggio.

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Ultima risposta 11/04/2005 13.34.05
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Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  11/10/2003 21:53:13
   8 / 10
un calcio nei denti a chi crede che il cinema italiano è morto!

yale ***ma  @  05/08/2003 01:37:19
   10 / 10
rama non capisce una ceppa. l'ora di religione ee` un capolavoro

Invia una mail all'autore del commento Rama  @  19/07/2003 14:41:00
   1 / 10
bellocchio è una persona alla eco. pur conoscendo benissimo la realtà dei fatti con cui si confronta e avendone un giudizio abbastanza obiettivo, mistifica la realtà per propri fini. indegno!!!

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Ultima risposta 09/08/2006 00.42.26
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