paris, je t'aime regia di Olivier Assayas, Christoffer Boe, Sylvain Chomet, Ethan Coen, Joel Coen, Isabel Coixet, Alfonso Cuaròn, Jean-Luc Godard, Agnès Jaoui, Richard LaGravenese, Julio Medem, Anne-Marie Miéville, Vincenzo Natali, Alexander Payne, Sally Potter, Walter Salles, Oliver Schmitz, Nobuhiro Suwa, Daniela Thomas, Tom Tykwer, Gus Van Sant, Wes Craven Francia 2006
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L'interessante idea di partenza di riprendere in maniera cinematograficamente variegata una città allettante come Parigi si tramuta in una serie di storielle sulla quotidianità che rendono PARIS, JE T'AIME un film collettivo di buona fattura ma poco interessante, con praticamente solo due episodi distanti dagli altri, quello horror dell'italiano Natali e quello comico dei fratelli Coen, guarda caso gli episodi più "d'autore" e meno "di servizio": i restanti convergono tutti verso una storia commovente, una storia triste o una storia malinconica, e lo fanno all'incirca alla stessa maniera. In quasi venti storie, il massimo stimolo del racconto si trova nel piano sequenza di Alfonso Cuaron, nella mini love story omosessuale di Gus Van Sant o nel live action sperimentale, ma forzato e malriuscito, di Chomet, e l'assemblaggio finale risulta peggiore dei corti stessi.
Questo cinema ad episodi che a metà anni '50 dava nuovo vigore alle commedie nostrane, spesso con Zavattini di mezzo, in Francia ha ripreso a diffondesi, a metà anni '90 con il tributo ai fratelli Lumiere e dopo quest'opera parigina l'anno successivo il tributo ai 60 anni del Festival di Cannes con 'Chacun son cinéma'. Dei 3 indubbiamente è quello più ordinato e fedelmente finalizzato a trasparire amore per la capitale, di solito funzionano più nella teoria che nella pratica, ma qui non ci si può lamentare ogni episodio ambientato in un arrondissement della città offre si l'effetto cartolina come è naturale che sia ma corroborato da un autentico spaccato di vita quotidiana, irregolare qualitativamente ci son episodi che non aggiungono molto altri che lasciano il segno, Payne attratto dall'esistenzialità dell'uomo comune porta in scena la solitudine di una donna, Van Sant legato inscindibilmente ai temi dell'omosessualità ne propone un assaggio, Chomet più surreale dedicato alla figura del mimo che personalmente ho preferito, Natali uno più a tinte horror con Elijah Wood.
Qué linda manita que tengo yo, qué linda y blanquita que Dios me dio !
Qué lindos ojitos que tengo yo, qué lindos y negritos que Dios me dio !
Qué linda boquita que tengo yo, qué linda y rojita que Dios me dio !
Qué lindas patitas que tengo yo, qué lindas y gorditas que Dios me dio !
Questa ninna-nanna, qualche scorcio dell'affascinante Parigi, baguette fresche e la torre Eifell. Sono queste le cose che rimangono impresse vedendo "Paris, je t'aime", pellicola unica nel suo genere. Una poesia d'amore, creata da 22 registi, sulla citta dell'amore, Parigi ! 18 episodi, 5 minuti ognuno. La breve durata rende i corti più noiosi e brutti non troppo pesanti, e quelli belli e affascinanti ancor più belli, non concedendogli il tempo per rovinarsi. Grandi registi e attori si susseguono unendosi per dar vita a questa esperienza quasi onirica, dolcissima, amara e nel complesso deliziosa. A tratti può essere noiosa, ma in altri episodi ci si lascia veramente il cuore. Spiccano alcuni corti da godersi particolarmente, tra questi quello di Gurinder Chadha (Caro alla figura che assume lo Chador), dei fratelli Coen, di Coixet (con un convincente Castellitto), di Nobuhiro Suwa (corto amarissimo), di Cuaron, di Schmitz e quello di un foridabile Payne (che dipinge la solitudine di una donna in maniera particolare). Note positive vanno assolutamente a Chomet e Tykwer, con due corti di una bellezza fuori dalla norma (sia per significato e sia per lo stile e ingengo in cui son stati montati e realizzati). Se fossero stati eliminati alcuni tratti, francamente inutili, sarebbe stata più godibile la pellicola, ma in generale vale la pena di visionarla !
Positiva serie di 18 corti, veramente corti. Sono stupito che il film sia stato visto (o almeno votato) da così pochi utenti, vista anche la presenza di registi come i Coen o Van Sant, e altri ancora... comunque è chiaramente difficile dare un voto ad una serie piuttosto disomogenea di episodi e ci sono alcuni più belli ed alcuni meno, ma nel complesso è molto piacevole, e non annoia mai. Per me i migliori due sono: - Quello del ragazzo cieco - Quello del nero ferito E poi tanti altri... Un po' strambo quello del vampiro. Non mi è piaciuto quello della ninna-nanna. Comunque, da vedere...
Difficile valutare questo film, che non è altro che un insieme di cortometraggi con Parigi unico filo conduttore. La qualità è sicuramente alta (tranne un paio che mi hanno lasciato perplesso) e sicuramente merita una visione. Il migliore episodio forse quello dei Fratelli Coen. Da vedere
Bella l'idea di questo film fatto di cortometraggi, anzi direi "cortissimometraggi", dato che durano 5 minuti l'uno, diretti da registi alcuni famosissimi altri meno. Un film leggero, gradevole e molto delicato.