“.. per noi la guerra è stato un dramma collettivo,
le cui conseguenze si avvertono ancora..”
(da “Scolpire il tempo” di A. Tarkovskij)
Tarkovskij si ispira ad una novella di Bolomov, dal titolo "Ivan", per dirigere un'opera personalissima ove si narrano le peripezie di un ragazzo reso orfano dalla guerra e costretto a combattere.
Ecco allora che, appena possibile, si addormenta e sogna di essere con la madre, nei luoghi dell'infanzia, a giocare con gli amici, a baciare la ragazza amata. Il film suscita, fra gli intellettuali di tutto il mondo, un clamore enorme.
Jean Paul Sartre, scrivendo all'Unità, il 9 ottobre 1962, richiama l'attenzione sul significato antieroico della pellicola, sul rigore narrativo e sul valore di una scelta linguistica conseguente, legata ad un modo nuovo di proporre una vicenda bellica, in cui vengono ripudiati tutti i possibili risvolti eroici.
Il dramma di Ivan e di tutti gli 'innocenti' è racchiuso nel forte contrasto tra il suo volto, sorridente e luminoso nel sogno, in contrasto con quello devastato nelle sequenze belliche. Scrive Sartre:
“Ivan è un pazzo, un mostro, un piccolo eroe; in realtà è la più innocente e commovente vittima della guerra.. questo ragazzo, che non si può non amare, è stato forgiato dalla violenza, l’ha interiorizzata.”
Per Achille Frezzato:
“..L’infanzia di Ivan spezza i legami con la tradizione letteraria ottocentesca e la concezione melodrammatica, con i sentimenti patriottici sfruttati dal cinema sovietico, distanziandosi dai film di propaganda tipici del periodo.”
La guerra, nel film, assume un valore simbolico che va oltre il dato concreto.
Non a caso sono completamente assenti scene di scontri bellici.
Il dramma è spirituale e la devastazione interiore trova la massima espressione nel volto degli uomini. La critica sovietica accoglie molto positivamente l'opera prima di Andrej Tarkovskij e i giornali di tutte le repubbliche, cosa assai rara, recensiscono il film.
L'infanzia di Ivan vince il Leone d'Oro al Festival di Venezia del 1962 e ciò contribuisce a fare diventare il film la bandiera del giovane cinema sovietico, un punto di riferimento essenziale per un movimento alla ricerca di un nuovo e rinnovato cinema d'autore.
Torna suSpeciale a cura di maremare - aggiornato al 05/09/2005