speciale stanley kubrick - il futuro di kubrick - il sogno di una vita: napoleone
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Il futuro di Kubrick

Il sogno di una vita: Napoleone

La figura del grande condottiero, stratega e imperatore, aveva da sempre affascinato Kubrick; Napoleone rappresentava la quint'essenza di tutto ciò che aveva sempre ammirato, e cioè una grande intelligenza strategica messa in atto nello scenario più vasto che ci potesse essere: l'Europa e i suoi confini. Vi rientrava a pieno titolo anche la figura romantica del grande condottiero che dopo aver conquistato un terzo delle terre conosciute perdeva tutto in un sol colpo, a causa di una battaglia persa per caso. Fare similitudini tra Napoleone e Kubrick sarebbe sin troppo facile ed in effetti è sempre quello che i suoi collaboratori e critici hanno fatto, ma è abbastanza naturale che il carisma e il fascino della persona tanto ammirata si riverberino nella persona ammirante; non è forse sempre stato quello di Kubrick un atteggiamento da paziente stratega? I film da lui girati, sviluppati con assoluto tatticismo, con una precisione e una calma che definire zen è riduttivo, ne sono una prova lampante.

Non è quindi un caso l'ammirazione -o forse sarebbe meglio dire passione- nei confronti di Napoleone. Dell'uomo Napoleone e della sua fallibilità. L'ambizione spesa per produrre il film sul condottiero sarebbe stata smisurata e imperiale come il soggetto dell'opera che andava a creare: sarebbe stato il coronamento del sogno di Kubrick, il suo 14 giugno 1800.
Subito dopo l'uscita di 2001, il regista telefonò a Bob Gaffney: «Parto con un progetto sulla vita di Napoleone. Voglio che tu venga in Inghilterra con me». Gaffney lasciò immediatamente la sua ben avviata attività e si trasferì in Inghilterra, ansioso di affiancare Kubrick in quella che secondo lui sarebbe stata «l'epica definitiva».

Ossessionato dalla consueta ansia di precisione, Kubrick si rivolse al più grande studioso di Napoleone esistente, il professor Felix Markhan, che fu da subito assillato da migliaia di domande sulla vita del grande condottiero. Per il suo film avrebbe preteso l'impossibile; ci sarebbero state cinquantamila comparse per rendere l'idea della vastità delle armate napoleoniche, che Kubrick immaginò di inquadrare nella loro maestosa compattezza con riprese aeree; la cura riposta nei costumi di scena non avrebbe avuto precedenti. Scrive LoBrutto: «Durante una visita ad Abbot'mead, Keir Dullea lo trovò impegnato a studiare una griglia da lui presa sulla copia di un dipinto del diciannovesimo secolo che raffigurava una battaglia napoleonica. L'ingrandimento prendeva tutto il muro ed era diviso in quadratini da 2,5 centimetri; Kubrick contava pazientemente il numero dei soldati in ogni quadratino per determinare la grandezza dell'esercito di Napoleone».

Per il protagonista pensò a Marlon Brando, ma la non esaltante collaborazione per I due volti della vendetta lo indussero a cercare altrove, finchè non si imbatté nell'emergente e ottimo Jack Nicholson. Ma sfortuna volle che un film con lo stesso tema -Waterloo- uscisse proprio in quei momenti. Il suo fallimento commerciale indusse i dirigenti della Universal, che avevano inizialmente dimostrato un certo interesse per il progetto, a ritirarsi. Il film sarebbe stato rimandato. Kubrick accantonò quindi il progetto, sempre deciso a realizzarlo quando le condizioni lo avessero permesso.

Terry Southern lo contattò subito dopo cercandolo di coinvolgerlo nel suo progetto; aveva scritto Blue movie e desiderava che Kubrick ne traesse un film pornografico. Il regista si dimostrò enormemente interessato alla cosa, conscio che il suo sarebbe stato il primo film porno "d'autore", quando la moglie Christiane lo ammonì: «Stanley, se fai questo non ti rivolgerò più la parola». Kubrick si chiamò immediatamente fuori.

Gaffney, presa coscienza del fatto che "il progetto Napoleone" era stato rimandato, decise di tornare in America con la sua famiglia, ma non prima di aver consigliato a Kubrick la lettura di un libro di fantascienza: Il seme inquieto, di Anthony Burgess. Una volta letto, Stanley ne rimase affascinato, ma decise che dopo 2001 di fantascienza ne aveva abbastanza. Ma Burgess lo incuriosì e lesse tutte le sue opere, finchè non si imbatté in Arancia meccanica.


Torna suSpeciale a cura di cash - aggiornato al 26/10/2004