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Heimat - 9. Il giovane Hermann (1955-1956)

Eccoci arrivati al punto cruciale di "Heimat"; il crocevia della monumentale opera di Edgar Reitz è questo, molti lo hanno capito eleggendolo come vero tassello/capolavoro di "Heimat". Il capitolo come fa presagire il titolo è incentrato sul giovanissimo Hermann, il figlio di Otto e Maria; ci viene mostrata la sua giovinezza, la sua prima storia d'amore indimenticabile, le sue passioni, la sua divergenza con una terra che sembra non appartenergli. Fino al punto che Hermann sarà "costretto" a fuggire dalla sua Heimat per cercarne un'altra, la sua seconda patria. Appunto, "Heimat 2", il capolavoro assoluto che farà seguito al primo Heimat e che partirà proprio dal finale di questo capitolo lunghissimo (due ore e venti).
Andiamo con ordine.

Se Schabbach non era cambiata, ebbene la guerra ha portato più cambiamenti di quanti ne siano avvenuti in duecento anni (secondo Glasisch, la voce che ci introduce ogni volta all'episodio). Heimat - Il giovane HermannIl salto temporale è lungo rispetto a "L'Americano", ben 8 anni in cui alcuni personaggi cruciali della saga sono cresciuti da bambini ad adolescenti ribelli e inquieti (Hermann), Ernst si è sposato entrando a far parte, sicuramente non bene accetto, di una famiglia di alto lignaggio (pare unicamente per poter sperperare denaro nelle sue passioni aeree, come gli elicotteri ad esempio), Anton ha aperto la sua fabbrica facendo successo, d'altronde sono gli anni del boom economico. Maria è invecchiata, semplicemente, dedica la sua vita unicamente ad Hermann che ama fin troppo. Come scritto, forse il salto è stato troppo repentino e dà adito a confusioni tra un episodio e l'altro; bisogna anche dire che Reitz avrebbe voluto inizialmente girare un episodio tra "L'Americano" e "Il Giovane Hermann" a mostrarci gli eventi per il quale i personaggi hanno realizzato, a modo loro, le aspirazioni cui anelavano. Anche Mathias doveva esserci, ma proprio la morte di Willi Burger (l'attore che lo interpretava) fece desistere dall'intento il regista che si dedicò più alla figura e alla morte di Katharina.

Salta subito all'occhio la differenza di Hermann con la sua famiglia; d'altronde proprio lui non può definirsi un Simon in senso "completo" come vorrebbe il fratellastro Anton, già sicuro del suo avvenire nella fabbrica di strumenti ottici ("ha mani da orologiaio", come quel Robert marito di Pauline mai tornato); o sua madre, che lo vuole far studiare per assicurargli un avvenire ma rivedendo probabilmente in lui l'amato Otto. È il primo Simon a frequentare l'università ci viene ricordato, ama suonare, ma anche il classico esempio di gap generazionale lo attanaglia. Troppo diverso dal fratellastro Anton, non viene capito dalla madre Maria, dai familiari, dai compagni e le compagne di scuola ("sei come tutte le altre" dice a una ragazza che lo bacia). È quella differenza che si acuisce in Germania tra la generazione prima della Guerra e quella successiva; Hermann è nato a cavallo di questa separazione, molto tempo dopo i fratellastri che già erano in guerra quando lui era in fasce. Suo padre lo ha conosciuto unicamente in un giorno prima che venisse ucciso da una bomba, e neanche lo ricorda più.
L'unico suo complice all'interno della famiglia sarà proprio il lunatico Ernst, molto simile nei gusti, nelle aspirazioni al fratellastro. Per quanto va ricordato che nel senso pieno del termine Ernst resta e resterà un fallito nella vita, non riuscendo mai a trovare ciò che cerca se non nel volo; fino al tragico epilogo di "Heimat 3", uno dei momenti più strazianti della saga.

Sempre Ernst ci mette lo zampino, inconsciamente, nell'episodio cruciale che allontanerà Hermann dalla soffocante Schabbach, dalla famiglia, da sua madre Maria. Heimat - Il giovane HermannÈ stato lui difatti a "spedire" Klara nel villaggio e la ragazza di dieci anni più grande sarà la prima amante, la prima confidente e la prima amica di Hermann, che ella svezzerà in tutti i sensi come sua madre non è riuscita a fare e come una madre, dato il suo ruolo, non potrebbe mai fare. Lo stesso episodio si distingue rispetto agli altri per la sua partecipazione emotiva tutt'altro che distaccata, uno dei motivi per cui Reitz non tratterà nel primo "Heimat" il '68 ma dedicherà agli anni sessanta e ad Hermann stesso l'intero "sequel" (parola bugiarda in questo caso ma che rende l'idea). L'erotismo è spinto ma mai volgare, ma lo è anche la crudeltà, la claustrofobia di una Schabbach e una Heimat per una volta vista anche come maledizione e gabbia per il giovane Hermann. Una volta scoperta la sua tresca con la domestica, questa verrà additata come una prostituta, Hermann come una vittima quando però entrambi avevano vissuto un sentimento bellissimo. Anton prenderà le veci di un padre autoritario, forte dell'essere riuscito nella vita (lavorativa) grazie alla fabbrica e aumenteranno i contrasti col fratello Ernst non solo per la complicità e l'aiuto che porta ad Hermann (consegnandogli di nascosto le lettere di Klarchen) ma anche per un prestito negato e per non essere riuscito ad avere successo negli anni del boom economico. Per Anton, il massimo dell'onta e del fallimento.

Klara instaura con Hermann un rapporto in realtà delicato e corrisposto; lei, pur essendo rispetto al ragazzo "ignorante", capisce e si emoziona di ciò che scrive, legge, studia. Dei poeti e scrittori romantici, di Goethe, delle poesie di Verlaine che Hermann le dedica. Aiutati dalla vitalità erotica giovanile, i due vivono un qualcosa di indimenticabile che li segnerà per sempre. Heimat - Il giovane HermannQuando Klarchen rimane incinta sarà costretta a perdere il bambino, ma a causa di una lettera finita nelle mani sbagliate di Maria sarà costretta a realizzare di dover lasciare il ragazzo per permettergli di coltivare le sue aspirazioni anche se questo non vuole. "Vedrai quante altre donne amerai" dice, "Nessuna", ribatte Hermann sicuro, ma Klara ne è certa: "Vedrai".
Sarà proprio cosi. La ferita per la separazione da Klara non si rimarginerà mai più e farà si che Hermann fugga per sempre da Schabbach approdando nelle più grandi città a studiare musica, diventando un compositore di fama mondiale e realizzando(si) quello che mai era riuscito al fratellastro Ernst. Sarà la notte di Capodanno e dell'anno nuovo a decretare la fine del 1955 e quella dell'amore tra Klara ed Hermann, separati per forza di cose da una borghesia, dal villaggio di Schabbach, dalla famiglia e dalla vita.

Nelle retrovie di questa storia d'amore intravediamo anche un Wilfried "sempre dalla parte giusta", che dopo i genocidi continua ad occuparsi di "idi": pesticidi, funghicidi... è diventato un "contadino SS" come lo chiama Anton in modo sprezzante, continua a fare del male in nome di un tornaconto personale e del progresso cosi come fu negli anni del nazismo.

Per chiudere, chi ha voglia di vedere "Heimat 2" potrebbe benissimo farlo senza aver visto il primo ma questo episodio, autoconclusivo più di tutti gli altri, potrebbe essere un ottimo apripista per comprendere il tono molto più vitale, partecipe e "giovanilistico" del seguito della saga.
I restanti due episodi saranno un epilogo lungo, dato che Paul e Maria, il vero interesse di questo primo "Heimat", ormai sono lontani dalle mire di Reitz che ce li farà vedere ancora per poco.


Torna suSpeciale a cura di elio91 - aggiornato al 25/01/2013

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