C'è una sorta di sospensione temporale in quello che è probabilmente l'episodio più atemporale, "sospeso", certamente romantico di "Heimat"; forse è semplicemente quello in cui i personaggi esplicitano più che nei restanti (salvo un eccezione) i loro sentimenti d'amore e/o più profondi. Reitz contribuisce in tal senso a creare una sorta di limbo temporale e spaziale dalla guerra, mostrandoci le truppe solo all'inizio e poi creando per Otto e Maria l'idillio notturno di una notte ultima. Andiamo con ordine.
Inizialmente vediamo Anton che è diventato assistente operatore del cronista di guerra: occasione per Reitz di continuare quel discorso tra arte e menzogna, cinema documentario e cinema di propaganda iniziato già con "Fronte Interno". Se l'arte è suprema menzogna, in tal senso per il cineoperatore che filma solo i lati positivi dell'esperienza bellica (camuffati ed inesistenti), allora si deve trattare di un lavoro nobilissimo che giustifica il suo sentirsi superiore. Cosi come in sala di montaggio la finzione viene ultimata da altri operatori e montatori ad hoc: arte di regime, che però non riuscirà a passare l'esame della storia o dell'arte stessa. Per quanto dopo decadi e generazioni ancora stiamo parlando del cinema di Griffith, o di quello hitchcockiano di "Prigioniero dell'Oceano" per fare un esempio più semplice. Anton in ogni caso si trova nella lontana Russia, misteriosa per Maria e gli abitanti del villaggio; Glasisch si chiede senza ingenuità ma con un pensiero ben più profondo di quello che potrebbe sembrare se "la luna di Schabbach e quella Russa siano le stesse".
Ma, tornando a parlare del centro dell'episodio, in tutti i sensi, allora bisogna tornare a nominare l'ingegnere Otto Wohlebben e Maria Simon; Pieritz e Otto ritornano a Schabbach, dove ancora una volta si ripete che "tutto sembra uguale a come era prima". Nulla cambia, neanche il rapporto tra Otto e Maria che torna saldo, amorevole anche grazie alla presenza del piccolo Hermann, il figlio che Otto conosce per un breve periodo. Ora sono di nuovo "tutti insieme" ma per poco. Il tempo di un'ultima notte d'amore, lunghissima, piena di discorsi, di speranze, di presentimenti, di calore. Maria millanta la sua solitudine sofferta, ora che tutti l'avevano abbandonata, credendo di parlare al passato; non immagina che presto sola lo diventerà davvero. In questo episodio qualcosa si rompe per sempre in Maria, che non sarà più la donna dalla fede (nella vita e nell'avvenire) incrollabile che abbiamo conosciuto. La notte che passa con Otto, nel caldo grembo di una casa protettiva dagli eventi esterni, dove perfino Schabbach resta estranea alla morte, è l'ultima notte di quiete.
Partendo Maria avverte Otto delle condizioni di Mathias, ormai cieco quasi del tutto e vecchio, dicendo che "probabilmente non vi rivedrete più"; Otto incredulo però risponde consolandola "Maria, non mi succederà nulla". Il misunderstanding è terribilmente anticipatorio. Fino a quando il continuo rimandare della tragedia che in primis Otto sa, inconsciamente, dovrà accadere infine... esplode. Il ritmo si allunga insostenibilmente, un uomo chiede ad Otto cosa sta facendo, mentre disinnesca una bomba e lui gli intima di allontanarsi. L'esplosione avviene con terribile potenza, non ci viene risparmiata e colpisce al cuore, cosi come colpisce lo sguardo dell'amico Pieritz (quella bomba voleva disinnescarla lui, che però era il "teorico" nel lavoro) e quello di Maria che sfoga il suo immenso dolore nei campi dell'Hunsruck con le poche lacrime che le sono rimaste.
Da questo momento Reitz fa letteralmente precipitare gli eventi e le bombe. Una colpisce proprio l'intatto presepe (fino a quel momento) di Schabbach, per errore, cosi come per errore Otto è esploso. Marta, la moglie di Anton, partorisce suo figlio e lo spasimante di Lotti, un giovane soldato, muore. Come Otto e Maria anche loro avevano sugellato il loro amore in quell'ultima notte di quiete, solo che questo a differenza dell'altro non ha avuto neanche il tempo di crescere ma appena di nascere, e neanche quello.
Infine arrivano gli americani, rappresentati per l'occasione dai negri tanto odiati dai nazisti fuori dalla finestra (ultima immagine con cui si chiude l'episodio). Lucie da esperta ipocrita ed arrampicatrice sociale ha già ideato il piano di accattivarseli, d'accordo con Eduard. Wilfried, ridotto uno straccio dalla barba sfatta e senza più divisa, viene cacciato via perché non deve essere visto. I sorrisi di Lucie ed Eduard erano gli stessi di poco tempo prima alle gerarche naziste. Anche se tutto è cambiato, all'improvviso, alcuni vorrebbero che nulla cambi. Ma gli americani sono alle porte, cosi anche "l'americano" Paul...
Torna suSpeciale a cura di elio91 - aggiornato al 25/01/2013