Questione di percorsi, gente che trovi, gente che lasci. Prendete
Sorrentino; partito bene, proseguito meglio. Poi ha trasceso, destinazione non pervenuta. Difficile portare gli spettatori con te quando vai troppo in alto. Manca ossigeno, gira la testa. E allora tanto vale girarla qui a terra e guardare altro. Ma, volendo, uno può ostinarsi e perdere due ore della propria vita, cercando di comprendere non tanto il senso di ciò che ha visto, ma perché abbia sprecato due ore.
Perché bisogna rifletterci su, uno mica può dire subito che Sorrentino ha fatto un film di merda. Quindi ti senti in colpa due volte; non solo hai perso tempo, ma stai gettando discredito su un intoccabile che ci fa fare bella figura all'estero. E allora parte il listone riparatore, ovvero i motivi per cui il film non ti è piaciuto, ma non era sbagliato lui; sei sbagliato tu. Le autoanalisi circostanziate sono impietose, magari emergono dettagli finora sepolti che qualche smorfia di Sean Penn ha rievocato, e ti senti inadeguato e sterile, assolutamente immaturo per comprendere ciò che hai visto. E quasi ritelefoni al tuo primo amore, per ripartire da dove tutto è andato storto, da quando avevi ancora lo zaino dell'
Invicta con le toppe.
Poi, per fortuna, vai a dormire.
La ricompensa del cervello che stacca è impagabile.
Caricamento commenti in corso...