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media film 4,74 (68 commenti)LO SQUALO 3

Trapp1765 @ oggi alle 18:36:45
   6 / 10

media film 6,79 (17 commenti)MISSION: IMPOSSIBLE - DEAD RECKONING - PARTE UNO

Dom Cobb @ oggi alle 18:29:06
   6 / 10
Locandina del film MISSION: IMPOSSIBLE - DEAD RECKONING - PARTE UNOL'agente Ethan Hunt e la sua squadra si danno alla macchia (ancora una volta) per trovare e disinnescare una pericolosa intelligenza artificiale che minaccia la sicurezza globale e di cui i servizi segreti del mondo intero vogliono assumere il controllo. Per riuscirci devono impadronirsi di due metà di una misteriosa chiave e affrontare un misterioso nemico di nome Gabriel...
Doveva succedere, prima o poi. La strada intrapresa dal franchise "Mission: Impossible" era stata all'insegna di un ideale miscuglio fra atmosfere da spionaggio classico e azione e spettacolarizzazione sfrenate, una formula che sotto l'esperta guida di Christopher McQuarrie aveva funzionato bene; però, già nel precedente "Fallout" si iniziava a intravedere qualche crepa, i primi segnali di cedimento, la prova che si era raggiunto un limite e che forse, proseguendo la serie, era meglio non superarlo. Invece si è scelto di osare, di andare ancora oltre, portare gli stilemi della saga ancora più all'estremo e con "Dead Reckoning" si arriva al punto di rottura, ottenendo quello che ritengo, a oggi, il capitolo più debole della saga.
Infatti, l'equilibrio ottenuto nei capitoli precedenti fra azione, dramma, commedia e spionaggio classico qui non si ripete. Gli ultimi due elementi vengono bene o male accantonati, fin dal prologo inutilmente lungo si avverte una solennità di fondo più consona a un film da Oscar che a un blockbuster d'azione e avventura. Un'atmosfera che permane per tutta la durata e, complice un ritmo dannatamente lento, finisce per appesantire non poco una pellicola già corposa di suo.
[SPOILER]La sequenza iniziale del sottomarino poteva concludersi in grande con l'esplosione del missile e una transizione ai titoli di testa, invece due minuti buoni sono sprecati a mostrare l'affondamento del sommergibile e i cadaveri abbandonati sotto il ghiaccio.
Stessa cosa per la scena dell'ingaggio di Ethan, dove ciascuna battuta viene pontificata da lunghi attimi di silenzio, neanche si trattasse una messa.


Il problema più grande però è la scrittura: da una parte viene portato avanti un discorso già timidamente accennato in "Rogue Nation" e più in evidenza in "Fallout", ossia la mistificazione eccessiva del personaggio di Ethan Hunt, che nei gesti e nelle attenzioni riservate dalla storia viene più volte inquadrato come l'unica, sola salvezza dell'intera civiltà occidentale, con tutti gli altri membri della squadra giusto lì a fargli da spalla con troppe poche cose da fare per essere davvero importanti: alla fine, Ethan riesce a risolvere tutto bene o male da solo e questo sminuisce un po' quelli che, fino al film precedente, erano figure di peso.
Ok, posso capirlo, Cruise è il produttore e pertanto ha il diritto di autocelebrarsi se lo vuole; ma il fatto è che qui mancano anche una trama intrigante o un mistero da risolvere. In effetti, non c'è proprio una trama: tutto il film si incentra sul recupero di questa dannata chiave, che passa di mano in mano e che nessuno sa cosa apra... tranne il pubblico, a cui viene mostrata ogni cosa nella prima scena. E per di più, questa caccia continua si protrae per quasi tre ore, dando l'impressione di sprecare tempo correndo in circolo, visto che il pubblico sta sempre due passi avanti rispetto ai personaggi. E come per ovviare a questa mancanza, McQuarrie decide di dilatare i tempi e rendere la sceneggiatura inutilmente verbosa, con tanti spiegoni che si limitano a esplicitare ciò che è appena successo due scene fa,
[SPOILER]Sempre nel prologo, all'affondamento del sottomarino seguono il reclutamento di Ethan per il recupero della chiave e uno scontro nel deserto con Ilsa Faust, in possesso di una metà della chiave; e dopo tutto questo abbiamo una scena di circa dieci minuti (!) in cui i capi dei servizi segreti occidentali si spiegano a vicenda tutto ciò che è appena accaduto, addirittura mostrando flash e spezzoni della sparatoria appena avvenuta. E' come se McQuarrie si fosse distratto in sala montaggio o non si fidasse della soglia d'attenzione del pubblico.

oppure inserendo episodi che non hanno alcuna rilevanza nell'economia narrativa, sembrando inseriti giusto "perché sì".
[SPOILER]L'intera sequenza della "finta bomba" all'aeroporto di Abu Dhabi non aggiunge nulla, quasi che all'ultimo momento si fossero accorti che Luther e Benji non avessero niente da fare e volessero porvi rimedio. Stessa cosa vale per la scena finale sul treno che precipita dal ponte: non basta che Hunt e la sua compagna riescano a sfuggire a un vagone che cade. No, devono ripetere la stessa serie di acrobazie per ben tre volte, allungando il brodo di una scena che, senza quelle aggiunte, sarebbe stata altrettanto (o forse ancora più) soddisfacente.

Tutto questo inflaziona la durata, che a 163 minuti si rivela davvero esagerata per quel poco di storia che c'è da raccontare. E' probabile (anzi, certo) che l'emergenza COVID possa aver influenzato la produzione in tal senso, ma questo non cambia il risultato finale. Tra l'altro, non posso fare a meno di notare come rendere il villain della situazione una IA piuttosto che una persona conceda all'intera storia un alone di fantascienza che, per i miei gusti, stona.
Restano a nobilitare la situazione le solite scene d'azione realizzate in maniera impeccabile e qualche buono stunt, per quanto i momenti clou vengano rovinati da un utilizzo gratuito di pessima CGI -un altro aspetto di "Fallout" qui portato ancora più all'estremo e che toglie tutto l'impatto che quei momenti dovrebbero avere.
[SPOILER]La parte migliore rimane l'inseguimento in auto a Roma, mentre a soffrire di più dei rimaneggiamenti in digitale sono il tanto pubblicizzato salto con la moto, dove si vede che sia la roccia da cui si lancia che le nuvole sono realizzate al computer, e il crollo del ponte con tanto di salto del treno, così finti da risultare pacchiani.

Il cast se la cava ancora bene, anche se, purtroppo, per la prima volta si nota che stanno invecchiando: le new entries non balzano più di tanto all'occhio, ad eccezione di una volenterosa Hayley Atwell e della silenziosa Pom Klementieff nei panni dell'assassina spietata. Delude invece Esai Morales nel ruolo del villain, non tanto per colpa sua, ma per una scrittura incapace di dargli spessore o interesse, per non parlare di un qualunque senso di minaccia o personalità.
[SPOILER]Alla fine, ogni sua presenza si riduce a un monologo di quelli che "Gli Incredibili" criticava tanto, su quanto lui e l'entità siano un passo avanti, che non ha bisogno di fare niente perché tanto sa già come andrà a finire la storia ecc. Insomma, questo tizio dovrebbe essere colui che "ha reso Ethan quello che è", ma non ci viene mai mostrato come o perché (ad esempio, chi diavolo era quella donna nel flashback?). Neanche sappiamo cosa vuole, tranne che "serve l'entità".

In conclusione, "Dead Reckoning" fa il suo, fino a un certo punto, ma alla fine risulta troppo in ogni cosa. Nella scrittura ambiziosa, nei tempi dilatati, nel ritmo lento, nei toni crepuscolari, nella pretenziosità. Il capitolo di John Woo era tutto fuorché perfetto, ma almeno aveva un senso della misura, non durava troppo e aveva uno stile che intratteneva (seppure per i motivi sbagliati).
Qui invece non c'è nessuna delle due cose. Non è un pessimo film, ma paragonato a ciò che è venuto prima, non è all'altezza. "Più grosso" non vuol dire sempre "meglio".

media film 8,00 (12 commenti)ADOLESCENCE

BlueBlaster @ oggi alle 18:03:19
   7½ / 10

media film 5,50 (6 commenti)UN FILM MINECRAFT

maxi82 @ oggi alle 18:02:17
   6½ / 10

media film 5,67 (3 commenti)THE CALENDAR KILLER

BlueBlaster @ oggi alle 18:00:01
   4½ / 10

media film 6,45 (11 commenti)SFIDA A WHITE BUFFALO

BlueBlaster @ oggi alle 17:58:43
   5 / 10

media film 6,50 (1 commenti)IHOSTAGE

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt @ oggi alle 15:51:19
   6½ / 10

media film 6,50 (2 commenti)FREAKY TALES

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt @ oggi alle 15:50:46
   6 / 10

media film 8,71 (45 commenti)L'UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCE

stratoZ @ oggi alle 14:22:57
   9½ / 10
Locandina del film L'UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCEATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Film straordinario, seminale western crepuscolare di Ford e il mio preferito del regista, ovviamente è mero gusto personale, data l'importanza immensa delle precedenti pellicole in pieno periodo classico, però qui Ford realizza un film che tende a rinnovare, demitizzare, mostrare sotto una lente nuova, le tematiche che l'avevano reso famoso, spianando la strada poi a diversi autori che faranno fortuna nella New Hollywood con pellicole simili, partendo da uno splendido incipit in cui Stoddard, il protagonista che nel presente è un attempato senatore, torna nella cittadina sperduta di Shinbone assieme alla moglie, per presenziare al funerale di Tom Doniphon, raccontando ai giornalisti la storia che lo ha portato lì, usando subito un linguaggio simbolico che alla fine racchiude tutto il significato della pellicola, e mi riferisco alla scena in cui Stoddard mostra la carrozza che presumibilmente l'aveva portato per la prima volta a Shinbone, impolverata ed in evidente stato di abbandono, prima di iniziare il suo lungo racconto in flashback, questo elemento vuole mostrare come la carrozza, emblematico simbolo del vecchio west in cui in questa cittadina di frontiera non era arrivata nemmeno la ferrovia, ne un minimo sentore di civilizzazione, sia ormai stata messa da parte a favore di un mondo più civilizzato, con questo simbolo semplice ma estremamente efficace Ford anticipa tutto quello che sta per trattare nel lungo racconto del protagonista, il tramonto del vecchio e selvaggio west, a favore di una civilizzazione portata appunto dallo stesso Stoddard.

Racconto che inizia difatti con la famosa scena dell'assalto alla carrozza di Stoddard, ai tempi un umile ma motivatissimo studente di legge, da parte di Liberty Valance, criminale temuto da tutti che incuteva terrore da tempo alla cittadina, dopo un violento assalto Stoddard verrà portato in salvo da Tom e Hallie, che lo faranno integrare velocemente nella vita della cittadina, mostrando fin da subito un'evidente dicotomia tra i due caratteri, Tom, seppur buono d'animo, è il classico duro del west, all'antica per via dei principi con cui è cresciuto ma anche per l'adattamento ad un contesto così violento, dichiarandosi anche il più duro del posto, mentendo lo stesso Liberty Valance dopo di lui, ovviamente questa figura non poteva che essere interpretata dalla faccia del west per eccellenza, il mitico John Wayne in uno dei suoi ruoli più disillusi, pieno di sfaccettature, un uomo con una superficie ruvida che sembra non mostrare sentimenti ma che pian piano verrà scandagliato benissimo dalla sceneggiatura, mostrando una certa bontà d'animo, una nascente amicizia con Stoddard e allo stesso tempo la rivalità d'amore tra i due, con Millie al centro, inizialmente promessa sposa di Tom ma che si innamorerà di Stoddard, e qui Wayne è fantastico nel mostrare il suo personaggio prendere una progressiva consapevolezza che il mondo che conosce e di cui in un certo senso era un elemento molto importante, sta cambiando e velocemente scomparendo, il suo sogno di andare ad abitare con Millie in una fattoria isolata va a sgretolarsi e si vede nell'amarezza del suo sguardo, acquisendo anche una certa maturità nell'accettare quel cambiamento, in fondo lo sguardo di Tom è lo stesso del regista che sta vedendo il cinema cambiare in quegli anni, abbandonare i vecchi miti come appunto Ford e Wayne, a favore di una nuova visione. E dall'altro lato c'è Stoddard, uomo che incarna la legge, la giustizia, mostrato come una sorta di topo da biblioteca, che nelle strade del west non riuscirebbe a sopravvivere per più di dieci minuti, ma che mostra un immenso coraggio nel voler portare a tutti i costi il cambiamento anche in una cittadina del genere, il suo arrivo d'altronde simboleggia l'arrivo stesso del cambiamento, portando addirittura l'alfabetizzazione, ai tempi sconosciuta nel luogo, creando anche diversi contrasti per questa cosa - lo stesso Tom rimprovera Pompeo di dedicarsi troppo allo studio e di non lavorare più come prima - e una nuova concezione basata sulla civiltà, democrazia e conoscenza.

Ford dipinge una cittadina come un luogo folkloristico, non risparmiando anche diverse sequenze di stampo umoristico che alleggeriscono un film che in realtà presenta uno stile ancora carico di solennità, basti vedere le figure dello sceriffo, praticamente inutile e impaurito dall'andare a rimproverare Liberty Valance, a quella dell'editore del giornale, dedito all'alcool e più impensierito dal restare senza un bicchierino di whiskey che dal futuro della popolazione, la scena delle elezioni è emblematica al riguardo, ed è encomiabile il suo continuo cambio di registro, tra comicità e spiccate stoccate sociali e drammatiche.

Splendido tecnicamente, con un bianco e nero fine che regala splendide sequenze - il duello tra Stoddard e Liberty Valance, per esempio, visto da più prospettive con un ottimo uso del chiaroscuro anche in esterni - e la regia di Ford che qui tuttavia si concentra meno sui campi larghi, molto tipici del western classico e più su scene ravvicinate e a stretto contatto con la telecamera, considerata la grande presenza di dialoghi, dando anche un certo tono cupo alla pellicola, poi vabbè il cast merita una menzione a parte, dal già citato John Wayne, di cui ho parlato abbastanza, a James Stewart con la sua faccia pulita e i suoi modi di fare educati ma determinati, che è perfetto per il ruolo, a Lee Marvin, straordinario nel ruolo del cattivo, forse ad oggi un po' troppo caricato ma il suo ghigno trasmette bene la prepotenza del suo personaggio, fino a Vera Miles, personaggio che aggiunge un tocco rosa alla storia e donna contesa tra i due protagonisti che vivono questo rapporto controverso, vi è addirittura una piccolissima parte per Lee Van Cleef, nel ruolo di uno degli scagnozzi di Liberty Valance.

Film splendido, una delle opere che segnano il passaggio tra il western classico, ormai arrivato al tramonto e il nuovo corso di western, qui crepuscolare, con la sua caduta dei miti, mostrando la differenza tra il racconto, spesso romanzato e la realtà dei fatti, ma d'altronde, lo dice pure uno dei giornalisti sul finale: "This is the west, sir. When the legend becomes fact, print the legend."

media film 7,19 (8 commenti)QUESTA TERRA E' LA MIA TERRA

stratoZ @ oggi alle 14:13:25
   6½ / 10
Locandina del film QUESTA TERRA E' LA MIA TERRAATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Uno dei biopic musicali che personalmente ho apprezzato di più, anche se non eccezionale, ma sicuramente differisce in diversi fattori da questi prodotti ormai realizzati con lo stampino, "Bound for glory" racconta la vita di Woody Guthrie concentrandosi sia sulla figura del cantante stesso, che sull'America del periodo, quella della Grande Depressione, della crisi economica, prendendo le sembianze di un road movie fin dall'incipit in cui il cantante abbandona il Texas, senza neanche portarsi dietro moglie e figli e parte per la California, ben presto scontrandosi con le difficoltà di un paese in ginocchio, mostrando le quotidiane problematiche del popolo e dei lavoratori, trovando anch'esso un lavoro umile che presto lo porterà nelle lotte sindacali, tramite anche la sua chitarra, andando in giro a raccontare le gesta dei più deboli, degli oppressi, dei ceti umili, è un film colmo di disillusione e anche toccante in certi punti, che si porta qualche difettuccio stilistico, probabilmente per qualche momento didascalico di troppo che lo cuce per un grande pubblico - non casualmente è stato candidato a diversi Oscar, e due li ha pure vinti - ma riesce comunque a mantenere la componente empatica, portando fedelmente il ritratto di un periodo storico nero per l'America, scavando a fondo nelle problematiche della popolazione e presentando anche una seconda parte in cui, una volta ottenuto un minimo di successo, Guthrie si dovrà scontrare con le radio e i produttori che proveranno a persuardelo nello smettere di trattare tematiche scomode o scottanti, la classica dicotomia tra arte e interessi, tra verità e censura, uno snaturamento fuori dalle corde del cantautore che a posteriori verrà valutato come un gigante della musica folk americana e non solo.

Carradine sforna una delle sue migliori interpretazioni, con un personaggio spesso in bilico tra i dilemmi, tra sogno e famiglia, successo e integrità, un personaggio che sceglie spesso la strada più difficile pur di narrare la verità, valido anche visivamente con questa color fatta di colori caldi tra le casette di legno dell'America di provincia e il suo territorio deserto, ma anche con un buon ritmo che fa scorrere bene le due ore e mezza di durata.

media film 4,00 (1 commenti)LUSSURIA

topsecret @ oggi alle 13:43:20
   4 / 10

media film 6,32 (230 commenti)28 SETTIMANE DOPO

VincVega @ oggi alle 13:43:14
   6½ / 10

media film 6,81 (552 commenti)28 GIORNI DOPO

VincVega @ oggi alle 13:42:08
   7½ / 10

media film 7,11 (9 commenti)UNA RAGIONE PER VIVERE E UNA PER MORIRE

Goldust @ oggi alle 11:32:14
   6½ / 10

media film 8,58 (60 commenti)GIORNI PERDUTI

Filman @ oggi alle 11:04:24
   9 / 10

media film 7,75 (2 commenti)THIS IS US - STAGIONE 3

BigHatLogan91 @ oggi alle 10:23:12
   7½ / 10

media film 8,50 (1 commenti)MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONING

Elfo Scuro @ oggi alle 00:54:42
   8½ / 10
Locandina del film MISSION: IMPOSSIBLE - THE FINAL RECKONINGNell'unica cosa che avevo visto nel trailer riguardo a questo film, Tom Cruise, mi chiedeva di fidarmi di lui un'ultima volta potevo quindi perdermelo al cinema? Ovviamente no, la saga della "Missione Impossibile" (adattamento che ha superato la fama della serie TV su cui era basato) ha sempre ricoperto (anche se in tempi alterni) la mia attenzione per il gran bel misto di blockbuster americano, spionaggio e cinema d'azione. Si è iniziato con De Palma per poi passare a John Woo, rinascendo poi grazie a registi come: J.J. Binks e Brad Bird per stabilizzarsi sul duo di recitazione/direzione/produzione formato da Tom Cruise (ormai ultimo vero dovo Hollywoodiano di una certa caratura e visione) e Christopher McQuarrie. Ben trent'anni di storie (8 film) e sentirsi ancora fresca come una rosa nonostante il padre tempo so faccia sempre sentire, non è di certo una qualità che si può riscontrare in tutte le gra di saghe partoriti su suolo America e in questo si denota l'originalità. Il film si gioca la miglior scena sicuramente nel recupero sottomarino, davvero roba che pensavo potesse essere solo pane per i denti per il vecchio James Cameron e invece stupisce più di una volta. La trama se la gioca sempre con Hunt eroe che deve salvare il mondo (in una situazione più apocalittica che mai) da una minaccia digitale (un I.A. maligna) assieme al suo team bello eterogeneo, ma in questo film tutto avviene su una scala ulteriore sfiorando la mastodontica nomea di kolossal action definitivo cosa che non mi sarei aspettato. Tre ore di puro intrattenimento Hollywoodiano vecchio stile, non deluderà chi si appresta a vederlo sul grande schermo. Tom, Rhames e Pegg sono sia melanconico che dannatamente nostalgici con i ruoli che debbono interpretare anche aiutati da una trama che chiude un cerchio gigantesco nella giusta misura del plausibile. Hayley Atwell e Pom Klementieff sono state due aggiunte davvero di gran classe, tutte e due splendide ma professioniste nelle caratterizzazioni, che non avevo avuto modo di scoprire non avendo visto il film precedente (mi capitò lo stesso con Rebecca Ferguson in Fallout). Per il resto è un film che va visto perché tra talassofobia e aerofobia si toccano scene davvero da studiare per come gestite sia nel crescendo come nella realizzazione, che questa saga (e Tom con compagnia cantante) mi deluda è davvero una Missione Impossibile. Piccola menzione per il bellissimo video fatto da Cruise per gli telespettatori ad inizio film, davvero un bellissimo messaggio molto genuino per uno che ha avuto un ego sempre titanico a Hollywood. Ethan Hunt scomparirà pure tra la folla con il genio (I.A. diabolica) nella lampada, ma qui si è chiuso un capito cinematografico con grandissima classe e fedeltà alla propria storia.

media film 5,89 (40 commenti)JOHN WICK 3 - PARABELLUM

it.sandi @ oggi alle 00:00:21
   2 / 10

media film 6,10 (5 commenti)ARTHUR THE KING

Curiosity @ 22/05/2025 22:09:22
   5½ / 10

media film 5,25 (2 commenti)MA CHI TI CONOSCE?

topsecret @ 22/05/2025 21:58:26
   4½ / 10
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