Problemi esistenziali di cui nessuno parla: creatori impossibilitati a fruire le loro opere. Pensateci. Siete al cospetto di un'opera, una vera opera. Cinema, musica, pittura, quello che volete. Per coerenza di paradigma, prendiamo il cinema.
2001,
Quarto potere,
Quei bravi ragazzi. La lista è ovviamente lunghina, il che rende ancora più tragicomica la vicenda. Popola il mondo di un capolavoro, e l'unico che non può gustarselo sei tu che ce ne hai fatto dono.
Kubrick ha elargito a questo povero pianeta alcuni dei film più incredibilmente unici che ci possano essere, ma non ne può, essendo l'autore, tranne beneficio alcuno, nè estetico nè estatico. Quello che provo io, lo smarrirmi in miasmi audiovisivi che citare la sindrome di Stendhal è riduttivo, a lui è negato. E povero
Scorsese; niente
Casinò, niente
Quei bravi ragazzi, niente
Taxi driver, per lui. Forse il più misero del lotto è
Lynch; non può comprendere quanto il suo talento sia così realmente tangibile da concretizzare un incubo su schermo. Ma non può scoprire
Inland empire, non può angosciarsi con
Eraserhead. Non può nemmeno tentare di dare una chiave di lettura a
Strade perdute o
Mulholland drive. A
Roger Waters e
David Gilmour è fatto divieto assoluto di abbandonarsi nella definitività di
The Wall. Io lo posso fare, tiè. Ma non perchè gli artisti possano, per innata contraddizione, decidere di non rilasciare giudizi sulle loro opere; è perchè non lo
possono ontologicamente fare. E basta. Che è poi, quasi, il megacomplesso di Dio; crea un mondo, e osservalo crescere e fiorire. Sbircia nell'intima quotidianità dei tuoi figli, ma da una certa distanza. Per la storia del libero arbitrio, e lì ti sei fregato da solo, non puoi intervenire. E allora forse sei lì che osservi me, e a vedermi fare certe minchiate t'è financo scappata una risata. Forse ti sei addirittura intenerito per alcune mie vicende sgradevoli, e hai pure versato una lacrima. Per un istante che ti è parso eterno -il senso del tempo di Dio fa schifo- , volevi essere lì a partecipare. Volevi essere lì, al pub con me e i miei amici. E forse c'eri, eri al tavolino dietro, tutto solo, a sorridere sotto i baffi finti. Dio che mi invidia. Sempre detto io, l'ateismo ti allontana dagli sfigati, e ti rende una persona migliore.
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