Bambina gravemente ammalata è sequestrata da una banda criminale italo-francese. Il commissario Sarti (C. Cassinelli) fa evadere da Rebibbia “Monnezza” (T. Milian) e con lui e altri malviventi organizza una strana squadra d'assalto.
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Il film che ha lanciato la figura iconica del Monnezza al grande pubblico, è un poliziesco violento e curato che vede uno sbirro ostinato assemblare una squadra di malviventi per far fronte ad una banda della criminalità organizzata. Niente di trascendentale, semplice ma efficace. E' chiaramente Milian/Amendola e il suo borgataro parolacciaro a far la differenza, alleggerendo la crudezza della storia e rubando i riflettori a tutto e tutti ad ogni sua entrata in scena (ma mentre qui è coinvolto nella vicenda, nei due seguiti è quasi un segmento a parte).
Nel complesso un buon prodotto che, grazie all'apporto cruciale del suo immenso protagonista, è riuscito a rendere il nostro cinema popolare mille volte più popolare; se non altro getta le basi per un'altro personaggio che, sebbene simile nel look e nei modi di fare, preferisco di gran lunga, ovvero il commissario Nico Giraldi (che, ribadisco, non è il Monnezza!).