Durata: h 2.27 Nazionalità:
Germania, USA2022 Genere: guerra
Tratto dal libro "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Remarque
Al cinema nell'Ottobre 2022
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Niente di nuovo sul fronte cinematografico. Purtroppo non è un film d'autore, uno di quelli che, dopo aver metabolizzato pacifismo e antimilitarismo, prova ad approfondire l'argomento in cerca delle origini (anche metafisiche) del male, dell'odio, dell'orrore. Già Kubrick fece trascorrere circa 3 decenni per passare dal 1° al 2° livello, cioè da "Paths of Glory" (1957) e "Dr. Strangelove" (1960) a "FMJ" (1987). Pure Spielberg impiegò un minimo di tempo per il transito da "Saving Private Ryan" (1998) a "Band of Brothers" (2001). I registi migliori hanno colpito nel segno al primo tentativo: Coppola con "Apocalypse Now" (1979), Klimov con "Idi i smotri" (1985), Nolan con "Dunkirk" (2017). Nel 2019 il "1917" di Mendes aveva poche scene funzionali a scavare nell'oscurità, mentre "Platoon" (1986) va considerato com'una delle opere di Stone dedicate ad affrontare drammi e miti della sua generazione, i 4 lungometraggi d'Eastwood (il Gunny d'"Heartbreak Ridge" [1986], il dittico del 2006 "Letters from Iwo Jima" & "Flags of Our Fathers", e "American Sniper" [2014]) si pongono altri obiettivi, idem "La vita è bella" (1997) e "La tigre e la neve" (2005) di Benigni, "M*A*S*H" (1970) d'Altman e persino "The Thin Red Line" (1998), dove Malick applica il suo tipico flusso di coscienza a questo genere di film. Forse i 147 minuti di Berger servono giusto a sensibilizzare la clientela di Netflix all'odierne vicende belliche, ma non sanno andare oltre: l'immediatamente successiva influenza spagnola causò molti più morti e in un arco cronologico minore.