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Eccoci, ho visto per sbaglio prima il sequel rispetto all'opera primaria. Ha un suo fascino ma mi sembra che i temi si incrocino un po' troppo, all'inizio viene quasi da pensare alla Sindrome di Stoccolma e tutto il tema del trauma mentre invece poi, come da titolo, si va più sul Complesso di Edipo. Qualche parte un po' di perdita di ritmo, molta nudità, soprattutto della giovanissima, e una storia borghese con al centro la giovane che vuole arrivare in fondo alla verità. Non mi è dispiaciuto, ma manca qualcosa per il salto di qualità...
Alice torna a casa...piena di rancore verso il padre temporeggiatore nel riscatto , frustrata per il fidanzato distante ( E ti credo ...e' Miguel Bose') e incapace di dimenticare il mix di Paura e Lussuria vissuto durante la prigionia , si lascia travolgere da un vortice di suggestioni che la porteranno sull'orlo di un esaurimento...
Visconti Nipote ci riprova un anno dopo, visto l' enorme successo dell'anno prima.
Inferiore a " La Orca"( si sente la mancanza di un Flavio Bucci) ,riesce comunque a mantenersi su livelli discreti anche se alla fine lascia la sensazione di qualcosa di incompiuto ,che avrebbe potuto essere qualcosa senza esserlo... Molto bella la fotografia ,mentre le interpretazioni non sono sempre di livello...Ferzetti ancora una volta nel ruolo di Padre semi-incestuoso ( ci avrà fatto i calli , poveretto) e' lasciato troppo in ombra e a dirla tutta sono i personaggi interessanti a scarseggiare ( anche perché sono 5 in tutto il film) ,cosa che invece non succedeva mai nel primo capitolo... Comunque la visione non e' mai troppo pesante e i nudi della bellissima protagonista non mancano ( disturbante al punto giusto l' intermezzo nel Mattatoio). E. Visconti uno dei più coraggiosi registi del nostro Panorama.
La prima metà è dedicata ai tormenti della giovane protagonista appena liberata da un sequestro, che evidentemente era il tema portante del film precedente (LA ORCA dello stesso Visconti), nella seconda si passa a segreti amorosi e intrallazzi (forse) incestuosi. Si mostrano gesti quotidiani della ragazza e della sua famiglia ancora sotto shock, si tenta una via esistenziale alla ricerca di se stessi tramite ricerche sul passato dei propri genitori, c'è un piacevole contatto con il paesaggio di Pavia... ma come molte pellicole contemporanee dopo qualche rilassamento c'è il turbamento, come nella fellatio della mamma al paparino con sullo sfondo le intense musiche elettroniche di James Dashow, o come nella disturbante e completamente gratuita puntata alla macelleria. Non si sa che messaggio volesse tramandare il buon Eriprando, il film contiene molte particolarità di quel filone erotico del tempo, in più è anche un po' astruso con un finale punitivo da esorcistico, paga anche il fatto che gli attori più bravi sono quelli con "meno importanza" (Ferzetti e Scarpitta) mentre quelli centrali (Niehaus e Faggioni) scarseggiano.