Nel West Side di New York si fronteggiano i Jets, bianchi, e gli Sharks, portoricani. Una situazione di normale rivalità metropolitana. La situazione precipita quando Maria, portoricana e Tony, già leader dei Jets, si innamorano. In un susseguirsi implacabile di gesti estremi saranno in tre a morire, tra cui Bernardo, fratello di maria, e lo stesso Tony. Tratto dalla commedia musicale di successo ispirata a "Romeo e Giulietta", il film di Wise mantiene le musiche di Bernstein e le corografie di Jerome Robbins.
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Nei sobborghi di New York, due gang rivali si fronteggiano in continuazione causando infiniti subbugli; la situazione si complica quando un ragazzo e una ragazza delle due bande rivali si innamorano... Uno dei più osannati musical di tutti i tempi giunge sul grande schermo in pompa magna, viene accolto fra i giubili di pubblico e critica, fa incetta di Oscar e ancora oggi gode dei favori incontrastati praticamente di chiunque, fra critici, spettatori qualsiasi,storici e gente che si professa appassionata del genere o del cinema in generale. Di certo, il fatto che si tratti di uno dei pochi titoli del genere a rimanere nella coscienza collettiva a livello mondiale (un'impresa riuscita soltanto ad altri assi come "Cantando sotto la pioggia" e "Tutti insieme appassionatamente") è una testimonianza palese della sua immensa popolarità. E' difficile approcciarsi a un fenomeno simile, perché di solito le aspettative vengono talmente gonfiate dalle lodi che si tessono che è quasi inevitabile, alla fine di tutto, rimanere un po' delusi, anche quando il film in sé raggiunge standard di qualità piuttosto alti. Questo, però, è quel raro esempio di film capace di ergersi in piedi e soddisfare appieno quelle aspettative, seppure con qualche riserva. Il punto di forza del film è senza dubbio lo stile con cui viene messo in scena: Robert Wise rivela tutta la sua versatilità in un genere che finora non aveva ancora toccato e, coadiuvato dalle coreografie mozzafiato del maestro di Broadway Jerome Robbins, da una fotografia psichedelica e un montaggio eccellente, dona all'intera vicenda un'atmosfera stilizzata eppure credibile allo stesso tempo. I momenti da antologia si sprecano, per lo più nell'ambito delle riuscitissime e strepitose sequenze musicali,
L'intero prologo è quasi una sorta di cortometraggio a sé stante, un concentrato di musiche disturbanti, danze fluide e aggressive, tensione crescente col passare dei minuti e narrazione visiva da lasciare a bocca aperta.
che in effetti diventano il piatto forte della pellicola. Ammetto che non è facile ricordarsi di tutte le melodie dopo una prima visione, ma alcuni dei motivi sono innegabilmente dei capolavori, cortesia della rodata coppia Leonard Bernstein-Stephen Sondheim, che contribuiscono a quelle che sono le scene migliori di tutto il film,
Oltre al già citato prologo, voglio menzionare la canzone "America", dal testo arguto e cinicamente ironico, e soprattutto la sfrenata "Cool" nel parcheggio sotterraneo, autentici tour de force da gustarsi appieno.
mentre qua e là si notano anche degli interessanti tocchi di regia che danno ad alcuni passi della storia una gradevole marcia in più.
Il primo incontro fra i due innamorati, dove tutti gli altri presenti svaniscono con la sala da ballo in un florilegio vago e indistinto di forme e colori, lasciando lui e lei come le uniche figure nitide in scena, è reso benissimo.
Detto questo, però, non nascondo che il film ha dei problemi: nonostante lo stile ammaliante non si riescono ad evitare dei punti morti qui e là, e anche se i parallelismi evidenti con "Romeo e Giulietta" non disturbano, l'intera parte finale sembra in qualche modo priva di impatto per come viene rappresentata. Dovrebbe trattarsi di un momento tragico, eppure non lo sembra abbastanza, e non da quella soddisfazione che ci si aspetterebbe.
Sembrerò un cuore di pietra nel dire una cosa simile, ma che cosa gli costava far morire anche lei oltre che lui? Sarebbe stato molto più efficace per convincere i membri delle due bande a cessare le ostilità; così come viene mostrato qui, sembra che lo facciano solo perché così è scritto nella sceneggiatura.
Non stiamo parlando di problemi che affossano il film, solo gli rubano una buona parte di sostanza, lasciando alla fine soltanto lo stile come motivo principale per cui l'esperienza rimane divertente e gradevole com'è. Magari avrà vinto a mio modesto parere qualche statuina di troppo e non raggiungerà forse i livelli dei capolavori del genere, ma "West Side Story" rimane un titolo più che dignitoso al suo interno anche a quasi sessant'anni di distanza.