Voto Visitatori: | 6,00 / 10 (5 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,00 / 10 | ||
Judy è una giovane aspirante attrice di colore che sogna di sfondare nel mondo del cinema. Tuttavia, nonostante continui a sottoporsi a numerosi provini, la fortuna pare non essere dalla sua parte. Decide così di intraprendere una nuova carriera diventando una centralinista erotica, ed avendo così la possibilità di intrattenere decine di uomini e di perfezionare il suo talento istrionico e recitativo.
Non è certamente una delle migliori opere di Spike Lee quella a cui ci troviamo di fronte, realizzata nel 1996 ed improntata, come sempre nei film del cineasta afroamericano, sui problemi razziali e su vicende di ordinaria follia che vedono coinvolti i neri della Grande Mela.
Questa volta, però, i toni sono visibilmente più leggeri e brillanti, e l'elemento che tiene insieme tutta la storia e tutti i personaggi sono i call-center erotici, che offrono al regista la possibilità di riflettere sulla società borghese americana che sfoga le proprie pulsioni e perversioni sessuali sulle telefoniste erotiche applicando ad esse la loro fantasia, rivolgendo sottili critiche e denunce con il sorriso (amaro) sulle labbra. Pur interessante ed originale, la storia non riesce ad essere convincente fino in fondo, e se nella prima parte riesce a sfoggiare le sue migliori idee, in molti tratti della seconda si inceppa in continue ripetizioni ed in inutili espedienti 'kitsch' e francamente evitabili, come ad esempio i ripetuti intermezzi grotteschi in cui la protagonista si immedesima prima in Foxy Brown, poi in una ammiccante biondina pronta a soddisfare tutte le richieste dei suoi clienti, fino ad arrivare ad essere la figlia adolescente in una sorta di parodia dei "Robinson".
Molti sono i tentativi di sperimentazione stilistica da parte di Spike Lee, che con l'aiuto del suo direttore della fotografia, crea una vera e propria scissione tra il mondo della protagonista e quindi di tutte le altre sue colleghe e quello dei clienti affamati di sesso.
L'impressione è che al primo mondo vengano attribuiti colori e atmosfere patinate e nitide, facendolo sembrare un contesto immaginario e, appunto, favoleggiante, mentre al secondo sembra quasi sia stata dedicata un'attenzione minore dal momento che le immagini non riportano più colori e luci sgargianti ma sono invece sgranate ed opache.
Tutto ciò deriva dal fatto che Lee, nel suo tentativo di sperimentazione, ha utilizzato la pellicola tradizionale per girare le sequenze con protagoniste le telefoniste e il formato digitale per rappresentare la realtà triste e sconfortante dei loro clienti.
Le sporadiche lacune di scrittura sono sopperite dunque, oltre che dal già citato sperimentalismo del regista, anche e soprattutto da un ottimo cast che si avvale della buona prova attoriale della protagonista Theresa Randle, il cui è fratello, nel film, è niente meno che lo stesso Spike Lee, e da una lunga carrellata di curiosissimi quanto azzeccatissimi camei di nomi come Quentin Tarantino - che interpreta se stesso -, John Turturro, Ron Silver, Madonna, Halle Berry e Naomi Campbell. Tutto sommato un film guardabile, che seppur non esprima al meglio il grandissimo talento del cineasta di Atlanta, diverte e fa a suo modo riflettere.
Certo, da un regista che ha sfornato capolavori come "Fa' la cosa giusta" prima e "Summer of Sam" poi, ci saremmo aspettati molto di più di un film semplicemente guardabile.
Commenta la recensione di GIRL 6 - SESSO IN LINEA sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di FrancescoManca - aggiornata al 07/07/2010 10.32.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio