Voto Visitatori: | 8,15 / 10 (262 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 10,00 / 10 | ||
Carpenter vive nell'apparente contraddizione di essere sia regista di culto, sia regista dalla nota fama, rispettato e cullato dalla non trascurabile massa di fan che attendono con ansia ogni suo film. E raramente si resta delusi; Carpenter è un cantastorie, ed evidentemente sa bene quale sia il suo più spiccato talento: non tanto quello di essere regista dalle scelte impeccabili o dalle sequenze memorabili, bensì quello di avere in mente una buona storia e di saperla raccontare al meglio. Benché il suo nome sia facilmente accostabile al genere horror-thriller (suo il capostipite degli hack & slash, ovvero "Halloween"; e suo uno dei più bei horror di tutti i tempi, cioè "Il signore del male"), ogni tanto Carpenter si è dilettato ad esplorare generi ben diversi, come la fantascienza (in "Dark Star") e la commedia. E qui arriviamo al film oggetto di questa recensione, "Grosso guaio a chinatown".
Una commedia, appunto, ma non solo. Tanti sono gli aggettivi che la potrebbero qualificare. Sarebbe più corretto classificarlo come una commistione di generi diversi e ottimamente amalgamati fra loro. Molti sono gli elementi di cui si nutre la pellicola; il fantastico, leggende cinesi, magia, arti marziali, botte, e mostri, il tutto condito con tonnellate di sana ed efficace ironia. Ma, si sa, anche le migliori intenzioni falliscono se non degnamente supportate da attori capaci di sobbarcarsi il peso di tali raffinatezze. Per intenderci, una battuta di per sé divertente detta da un attore che non fa ridere, fallisce miseramente, e manca il bersaglio di chilometri. Ma per fortuna Carpenter ha avuto la giusta intuizione di far lavorare in questo film, in veste di attore principale, il suo attore feticcio, Kurt Russel. Esso è notoriamente un attore più che completo, capace di destreggiarsi più che degnamente all'interno di vari generi, e in più possessore di quell'elemento fondamentale per l'ottima riuscita del film; la faccia da schiaffi, l'atteggiamento della persona che tutto sa fare e tutto fallisce. In effetti si potrebbe dire che, tranne per il finale, il personaggio principale fallisca in tutto. È un uomo sballottato dagli eventi che non riesce (né vuole) comprendere. Si trascina dietro l'amico Wang (l'eccellente Tennis Dun), vero personaggio in grado di risolvere e sbloccare le situazioni, insieme al mago Egg Shen (Victor Wong).
La trama, a prima vista, può sembrare assolutamente 'idiota'. Ma non è raro che dalle trame idiote vengano spesso fuori capolavori; per chi scrive è certamente il caso di questo film. Ecco il plot: Jack Burton (Kurt Russel) accompagna l'amico Wang a prendere all'aeroporto la sua ragazza, ma viene rapita da una banda per consegnarla ad una strana setta, cui capo è Lo Pan (il gigantesco James Hong). I due corrono all'inseguimento dei rapinatori, dove dopo un fantastico combattimento cinese, fregano il camion di Jack, a questo punto veramente ed emotivamente coinvolto. I due si rendono ben presto conto di trovarsi di fronte ad esseri immortali, culti millenari e creature fantastiche che risiedono nel sottosuolo di chinatown. Grazie all' aiuto di Egg Shen, riusciranno a ristabilire l'equilibrio e ritrovare ognuno ciò che in precedenza era stato perso; Wang la ragazza, Egg la pace, Jack il suo camion.
Come anticipato, la trama è oggettivamente 'idiota', ma il film funziona alla grande, permeato di quella sacra ed inconfondibile atmosfera targata anni '80. La scenografia è eccezionale, la coreografia dei combattimenti sensazionale (ben lontano dalla freddezza e asetticità di film sopravvalutati come matrix) e il dialogo stupendo. Il film pullula di frasi da annotarsi. In conclusione, almeno per chi scrive, "Grosso guaio a chinatown" è Carpenter all'ennesima potenza, e il film non mostra un attimo di cedimento. Saranno gli anni ottanta o il regista? O entrambi?
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Recensione a cura di cash - aggiornata al 29/07/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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