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Il reverendo Cotton da anni compie esorcismi pur non credendo nella pratica. Lo fa solo per guadagnare soldi e mantenere la propria famiglia. Convinto che in realtà si tratti di problemi psicologici della vittima di turno, piuttosto che di possessioni demoniache, decide di smetterla di fare l'impostore e di girare un documentario-verità nel quale mostrare alle telecamere la preparazione delle scene dei suoi falsi esorcismi. Risponde ad una delle tante richieste che gli arrivano e decide di raccontare il suo ultimo finto esorcismo su di una ragazzina di 16 anni. Qualcosa di inaspettato, però, sconvolgerà lui e la troupe del documentario.
Le vie del terrore ormai passano tutte per il mokumentarty? Sembrerebbe proprio che sempre più registi, produttori e sceneggiatori si affidino a questo sottogenere cinematografico per raccontare storie horror. L'intenzione è di raggiungere il risultato di impressionare lo spettatore senza ricorrere a grandi effetti speciali, piuttosto utilizzando un realismo insito nell'utilizzo della camera a mano e nello spacciare questo genere di racconti come se fossero avvenimenti in qualche modo realmente accaduti o comunque possibili nella realtà.
Dopo i grandi successi di "The blair witch project", "Rec" e "Paranormal activity", arriva anche questo "L'ultimo esorcismo", il quale si situa idealmente nel mezzo, visto che le prime due pellicole citate hanno raggiunto in maniera più ficcante e interessante l'obiettivo, mentre l'ultima si è rivelata una bufala in tutto e per tutto.
Eli Roth, alle spalle di questo progetto, e Daniel Stamm dietro la macchina da persa del film, hanno pensato bene di concentrarsi su di un tema da sempre cardine nella cinematografia di genere horror e di stravolgerlo in maniera a tratti ironica, sarcastica e beffarda, a tratti terrificante e spaventosa. L'esorcismo, insomma, è una tematica che difficilmente lascia indifferente lo spettatore ma è anche un argomento da trattare coi guanti, perché da un lato si rischia il pericolo macchietta e ridicolo involontario, dall'altro quello di imitazione nei confronti di alcuni dei più grandi esponenti cinematografici incentrati su questa controversa e inquietante pratica.
Se in qualche modo "L'ultimo esorcismo" riesce a sventare il primo pericolo, non ce la fa a non cadere nel secondo, dato che in molti frangenti si ha come la sensazione che ci si voglia affannosamente accostare a "L'esorcista" di Friedkin e palesemente avvicinare al "Rosemary's baby" di Polanski, soprattutto nel finale posticcio ed evitabile che purtroppo rovina quanto di molto buono c'è nel film fino a quel momento.
Se, infatti, per tutta la sua durata "L'ultimo esorcismo" ha il pregio di riuscire a fondere scetticismo con critica e sbeffeggiamento del fanatismo religioso, a smascherare molti dei tarli insiti nel sistema dell'esorcismo, grazie all'ambiguità che caratterizza la particolare situazione con cui il reverendo e il cast del documentario hanno a che fare; purtroppo il finale fuori luogo ed esagerato snatura tutto il senso della pellicola e sembra rimangiarsi quanto di ottimo fino ad allora raggiunto.
A nulla vale l'impressionante e ultimissimo colpo di scena che svela la natura di un particolare personaggio. Nelle scene precedenti si ha quasi la sensazione di aver preso un granchio con la soddisfazione provata nella visione del film, fino ad allora caratterizzato, tra l'altro, da un buon ritmo e, soprattutto, da una buona dose di tensione e suspense. Questa viene creata grazie ad un abile gioco di regia e sceneggiatura, le quali non si lanciano in eccessi alla ricerca del colpo di scena a tutti i costi (cosa che avrebbe reso artificioso il film), ma rimangono volutamente in disparte e si mettono al servizio della storia narrata e dei risvolti misteriosi che la contrassegnano. A nulla vale, dicevamo, ma almeno evita di rendere il film totalmente trascurabile a causa di una cattiva scelta in fase di scrittura del finale.
Tralasciando, dunque, la cattiva sensazione creata dall'epilogo e l'impressione che la negatività che lo contrassegna sia anche caratteristica dell'intero film, si può affermare tranquillamente che "L'ultimo esorcismo" è un buon prodotto di genere che, pur non essendo esente da difetti e delusioni da parte di chi vi si accosta con alte aspettative, riesce a portare a casa un risultato soddisfacente, coinvolgendo lo spettatore nell'interpretazione dei fatti (si tratta di vero impossessamento o la ragazza è semplicemente vittima del fanatismo religioso del padre e dello sconvolgimento familiare a causa della morte della madre?) e nella maniera in cui questi fatti vengono abilmente narrati, almeno fino ad un certo dimenticabile e fallimentare momento.
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Recensione a cura di A. Cavisi - aggiornata al 14/12/2010 11.38.00
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