Voto Visitatori: | 6,91 / 10 (50 voti) | Grafico | |
"Open Range" è il nuovo film di Kevin Costner. Da sempre amante del genere, Costner ancora una volta, si dedica al western, sbattendosene altamente delle mode hollywoodiane di oggi, e cercando a tutti i costi di riportare in vita un genere morto da anni.
In effetti se guardiamo all'ultimo periodo, i western girati sono pochissimi, e quelli recenti non si rifanno certo ai classici di Hawks, Ford o Mann (Anthony), ma sempre si ispirano al sottogenere che possiamo chiamare crepuscolare, che nacque da "Il mucchio selvaggio" e si sviluppò negli anni '70, e in quelli successivi, fino al grande "Gli spietati" di Clint Eastwood, vero capolavoro, che sembrava aver un po' chiuso definitivamente il discorso sul western.
Dopo il film di Eastwood, pellicole dello stesso genere sono davvero pochissime, e forse l'unica
decente è quella di John Badham "The jackbull" (che comunque è un film per la televisione), realizzato pochissimi anni fa. Poi più niente.
D'altra parte considerando che il pubblico vuole vedere sempre più effetti speciali, tanta azione e pochi sentimenti, girare un film western oggi risulta sempre abbastanza rischioso per i produttori.
Eppure Costner è da sempre innamorato del genere. Già quando era ragazzo aveva partecipato a
"Silverado", di Larry Kasdan, che è forse uno degli ultimissimi di ispirazione classica, e con risultati anche abbastanza buoni. Poi nel '90 diresse e interpretò "Balla coi lupi", film epico-avventuroso sugli indiani d'America, con risposte molto positive sia da parte della critica che del botteghino. Il film fu un'enorme successo e vinse anche un sacco di premi Oscar.
Successivamente l'attore regista incominciò ad avere un bel po' di problemi con le produzioni e con gli incassi. Anche altre delle sue pellicole successive comunque, seppur con risultati alterni, assomigliano in maniera più o meno velata a western. Infine l'anno scorso ha diretto "Terra di Confine".
La storia è abbastanza classica, e non presenta particolari originalità: ci sono un gruppo di 4
mandriani che si trovano a passare sulla terra di un ricco e dispotico proprietario terriero, il quale, con il suo esercito di killer, incomincia a dare grossi problemi ai protagonisti. Uno viene assassinato brutalmente e un altro ferito in maniera grave. Gli altri due, Boss, con una certa età sulle spalle (Robert Duvall), e Charley (Kevin Costner), ex-pistolero, dal passato misterioso, decidono quindi di regolare i conti.
Nel film c'è anche una bella donna (Annette Bening), che li aiuta e di cui Charley si innamorerà. La storia, come possiamo vedere, è abbastanza classica.
Al di la della trama, "Terra di Confine" è un cinema anacronistico, capace di emozionarci come faceva una volta, facendoci vedere ampi spazi e terre selvagge, una natura incontaminata di fordiana memoria. Il film di Costner narra insomma una storia vecchia, in una ambientazione molto
nostalgica.
"Terra di Confine" è anche abbastanza particolare. Le ispirazioni sono infatti molteplici.
Se la natura incontaminata può ricordarci il cinema di John Ford, le amicizie virili e i legami
affettivi tra i protagonisti quello di Anthony Mann e Howard Hawks, i personaggi di cui narra
Costner sono comunque ben diversi dai prototipi. Non ci sono cavalieri solitari e taciturni che
vagano nelle praterie senza meta, non c'è il mito del personaggio errante in compagnia solo di se
stesso, del suo fucile e del suo cavallo ("with my rifle, my pony and me" come cantava Dean Martin
in "Un dollaro d'onore").
Boss e Charley sono persone comuni, che devono affrontare i problemi della vita quotidiana e
devono fare i conti con il proprio passato. Confrontandosi con gli spietati killer, pagati dal despota della cittadina, Charley si ricorda quando era lui a condurre quella vita. Spinti dalle circostanze poi, i due affronteranno tutti i cattivi nella drammatica sparatoria finale.
Insomma se il ritmo lento e riflessivo e i paesaggi suggestivi ricordano i western classici, i
personaggi e la loro definizione sono molto più simili a "Gli spietati" di Eastwood, l'ultimo grande western di successo. Molte similarità inoltre vi sono a mio avviso con "Il cavaliere pallido", altra bella pellicola di Clint Eastwood, in cui si nota una certa transizione tra il western Leoniano (con l'uomo misterioso senza passato) e quello crepuscolare successivo del regista. Una somiglianza con il film di Costner c'è soprattutto nei rapporti tra il protagonista e Sue, interpretata da Annette Bening.
Insomma "Terra di Confine" è un western nostalgico, magari un po' insipido, ma divertente e godibile. Gli attori sono buoni. Grandissimo come al solito Robert Duvall, e molto brava anche la solita Anette Bening. Discreta anche la sequenza finale della sparatoria, che ricorda un po' "Il mucchio selvaggio" di Peckinpah.
A mio parere il finale stona parecchio, comunque nel complesso è un film sufficiente, anche se
"Balla coi lupi" era decisamente un'altra cosa. Rimane il coraggio da parte dell'attore-regista Kevin Costner di riproporre con ostinazione un genere ormai scomparso, non considerando per niente lo star system hollywoodiano.
E stavolta il pubblico gli ha dato anche ragione, visto che gli incassi sono stati molto elevati.
Commenta la recensione di TERRA DI CONFINE sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di Requiem - aggiornata al 17/05/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio