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Bolzano: in una casetta tipica, vive una famiglia tipica composta da un marito un po' timido e dimesso, un figlio che sta affrontando tutti i problemi tipici della sua fase adolescenziale, una figlia bambina carina e sveglia ma un po' ribelle e una moglie grintosa che sprona tutti a dare il meglio di sé secondo un ideale calvinista e "settentrionale" che lei, rinnegando in toto le sue radici del sud, ha sposato in pieno.
Proprio quando la donna sta tentando di agganciare la moglie snob del datore di lavoro del consorte per una promozione, il fratello di lei, che si faceva spacciare per defunto, riemerge per scompigliare la vita a tutti.
Su questo canovaccio si snoda la pellicola di Luca Miniero, già regista di "Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord", che ancora una volta declina un film sulla dicotomia delle differenze tra le due Italie a suon di luoghi comuni e pregiudizi (oggetto della sua politica filmica fin dal debutto con "Incantesimo napoletano").
Ancora una volta, forse a causa delle origine campane del regista, a uscire con le ossa rotte è il nord operoso e teutonico dell'Alto Adige, che non esita a venire a patti con la malavita per il suo personale vantaggio e che, anziché premiare per merito, si lascia convincere dalle "amicizie particolari" a elargire favori e promozioni da ritirare quando i promessi benefici non si vedono.
Protagonista della storia una Paola Cortellesi, settentrionalista convinta , che però, grazie al fratello in odore di camorra (Rocco Papaleo), ritrova la passionalità sepolta e anche un maggiore afflato con la sua famiglia.
I buoni sentimenti appartengono al sud, dice il regista, o ai settentrionali che per natura non sono arrivisti come il marito della protagonista (Luca Argentero) o ai due figli, che rifiutano le convenzioni imposte dalla loro madre per appartenere alla buona borghesia.
Come nei due precedenti film di Miniero Angela Finocchiaro interpreta una spocchiosa signora bene che fa il verso alla Valeri de "Il vedovo" in quanto vera proprietaria di tutti i beni malamente gestiti dall'inetto, nonché poco onesto consorte (Alessandro Besentini meglio noto come Ale di Ale e Franz).
Film divertente e non scevro di buoni sentimenti come le commedie alla Frank Capra.
Buone interpretazioni e ottima fotografia che esalta i bei panorami altoatesini. Vicenda che furbescamente, scegliendo una famiglia con membri di varia età, guarda a tutte le possibili fasce di spettatori secondo una tendenza recente del nostro cinema leggero, tuttavia, grazie alla gradevole trama, non fa pesare affatto questa scelta commerciale. Ottimo per passare una serata spensierata.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 07/02/2014 11.27.00
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