9 settimane e 1/2 (1985)

Rivisto dopo decenni, sepolto da una coltre di luoghi comuni, si rivela un film attualissimo, potente e struggente. Iconico. E devo dire anche tanta nostalgia di un periodo in cui le relazioni nascevano nel mondo reale, al mercatino, alla mostra, senza filtri social, meta universi e proiezioni di sè immaginifiche.

Qui si racconta la storia di due persone incapaci di amare. Lei insicura, con una voragine affettiva, viene stregata dall'uomo misterioso, solido, ricco.
Ho trovato l'uomo della mia vita, ma in realtà lei casca nella rete di un predatore seriale che, forte del suo fascino e del potere, ciclicamente seduce, schiavizza e abbandona.

Questa volta però, nel vortice di perversioni e sesso che si concedono, lei acquista gradualmente potere e consapevolezza, mentre lui continua a credere di poterla manipolare all'infinito.

E il final eè struggente, spezza il cuore e fa venire a galla le ferite che, ognuno di noi, probabilmente dopo la quarantina, porta dentro inevitabilmente.

John ha paura di amare e quando abbassa le sue difese, purtroppo, lo fa troppo tardi.