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La lettura comico-demenziale non basta a giustificare una rappresentazione di così rara bruttezza del mondo dei teenagers e una banalizzazione così spinta della sessualità. Il padre che educa il figlio con le riviste hard e la regia che ne mostra le copertine, oltre a non far ridere la dicono lunga sulla presunta innocenza del film. Alla fine si vorrebbe rientrare nei ranghi della decenza con una fulminea maturazione e consapevolezza dei sentimenti, ma è tutto falso, posticcio, inesistente. Quattro punti per una torta di mele sono anche troppi.
E di questa roba hanno fatto sette sequel? Siamo messi male, ragazzi.