Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
La città di Gotham City è in preda al caos: la criminalità dilaga implacabile ed inarrestabile, e l'unico in grado di contrastarla in modo efficace è Batman, alter ego del miliardario Bruce Wayne. Tuttavia, l'apparizione dello psicopatico Joker porta scompiglio... Probabilmente sarò linciato vivo, crocifisso e chissà quant'altro da più della metà degli utenti di questo sito per quello che sto per dire; ma, come si dice, questo è un paese libero, e l'ultima volta che ho controllato, la libertà di parola non era stata ancora abolita, quindi non vedo per quale motivo tenermi tutto per me. Per dirla breve, questo film non mi piace, e i motivi più importanti di questo hanno un comune denominatore, che si chiama Tim Burton. Fin dal suo esordio sul grande schermo, il nome di questo regista è stato legato in modo inestricabile con caratteristiche come il gusto per il bizzarro più smodato e, a mio parere, quasi sempre fine a se stesso, esagerazioni visive e stranezze registiche di ogni tipo. La maggior parte delle masse considera i suoi artifici di stile opere di un genio, ma c'è anche quella minoranza che li vede solamente come fonte d'irritazione o di fastidio, e questo Batman non fa eccezione. Sarebbe sbagliato dire che non sono un fan del fumetto, dire che non ho mai neanche gettato un fugace sguardo su un qualsiasi albo a fumetti del famigerato supereroe è molto più vicino alla realtà; quindi, parlo come uno che del personaggio cartaceo non sa nulla e, dunque, guarda al film a prescindere dalla sua fedeltà alla fonte d'ispirazione. E il fatto è che, per quante possibilità io gli dia di convincermi della sua alta qualità (sarà minimo la quarta volta che lo faccio), in questo film non riesco a vederla. Cominciando dalla regia, credo di aver già speso alcune parole al riguardo: è la regia tipica di Tim Burton: anche se, a onor del vero, la sua vena "creativa" viene alquanto frenata dalle esigenze dei produttori (cosa che non succederà, invece, nel seguito), e quindi le bizzarrie che gli si confanno non sono così numerose come potevano essere, tali bizzarrie restano comunque, e più che trascinarmi in un'atmosfera angosciante e gotica, mi fanno inarcare un sopracciglio per la perplessità, quando non mi fanno sbellicare dalle risate per la loro oggettiva stupidità.
La prima volta che ho visto il Joker fare la pubblicità per il suo Smilex o quello che è, mi sono rotolato a terra, e qualcosa mi dice che non era quello l'effetto desiderato.
A questo si aggiungono alcune scelte altrettanto strane e controproducenti che, invece, sorprendentemente non sono neanche un'idea di Tim Burton, ma che hanno comunque l'effetto di diminuire ulteriormente la qualità della pellicola.
Mettere le canzoni dei Prince in un film del genere come parte della colonna sonora sarebbe come usare i Queen nel Signore degli Anelli. Il fatto che lo stesso Burton non ne fosse entusiasta la dice lunga...
E come se non bastasse, a una regia che mi sta antipatica a priori si accompagna una sceneggiatura davvero scarna e crudele nel modo in cui (non) tratta i suoi personaggi, e che limita all'estremo le capacità di un cast che si trova impossibilitato ad andare oltre le buone intenzioni: Michael Keaton è un Bruce Wayne goffo e impacciato ogni istante che si trova sullo schermo, e neanche come Batman lascia il segno, imbacuccato in una tuta che sembra fatta di plastica, Kim Basinger sta lì solo perché in film del genere ci deve essere per forza una donzella da salvare nel climax. L'unico a spiccare è Jack Nicholson, ma questo per me non è un punto a favore del film: il fatto è che, ogni volta che lo guardo recitare, io non vedo il personaggio che interpreta, vedo solo Jack Nicholson che fa... Jack Nicholson, nello stesso modo in cui vedo sempre Jim Carrey fare Jim Carrey. Io vedo solo un attore che fa (le solite) smorfie e facce da pazzo, e il fatto che sia truccato di bianco non aggiunge nulla.
Come? C'è anche il Commissario Gordon? Ah, volete dire quel grassone con i baffi interpretato dal narratore di "Alla ricerca della Valle Incantata"? Quello sarebbe il Commissario Gordon? No, mi spiace, quello è solo un pallido sostituto, un poveraccio dal personaggio inesistente che sembra abbiano preso il primo che passava per strada davanti alla casa del regista...
Per il resto, non c'è molto da segnalare per me: certo, le scenografie di Anton Furst (benché supportate dal reparto effetti speciali) fanno la loro figura per quanto possano apparire un tantino datate, la cupa fotografia di Roger Pratt non è malaccio, mentre la colonna sonora di Danny Elfman non mi dice nulla. Di solito non do alcun credito ai critici, siano essi d'oltremare o nostrani, ma ce n'era uno americano, fra i più autorevoli (tal Roger Ebert) che ha definito questo film un classico esempio di stile senza sostanza; inoltre, lo stesso Tim Burton si è detto non proprio soddisfatto del prodotto finale. Personalmente, non posso che essere d'accordo con entrambi. Il mezzo voto in più è perché, a mio parere, come commedia demenziale assolve sempre il suo dovere di farmi ridere di gusto.