Tashi, una giocatrice di tennis diventata allenatrice, ha trasformato suo marito Art da un mediocre giocatore a un campione del grand slam. Per risollevargli il morale dopo una scia di partite perse, lo porta a giocare a un evento “Challenger” – uno dei tornei di livelli più bassi nel tour pro – dove si ritrova ad affrontare quello che una volta era un giocatore promettente e ora è totalmente esaurito: Patrick, suo ex migliore amico ed ex fidanzato di Tashi.
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Ai titoli di coda mi son alzato e sceso verso l'uscita accompagnato da questa fantastica colonna sonora e vi giuro che andavo al rallenty come i protagonisti.
Challangers è un film che trasuda di bellezza del cinema. Magari la storia non è di quelle che ricorderemo, ma come è fatto è qualcosa che per gli amanti di cinema va assolutamente guardato. Assisteremo ad una partita di due tizi in un campetto di cui non sembra che ci possa fregare più di tanto. A colpi di flashback Luca Guadagnino crea sostanza, ma soprattutto cinema. Le inquadrature, l'impostazione, le vicende e la colonna sonora riempiono piacevolmente le due ore di film in modo abbastanza appassionato. Sì, è vero, a volte abusato di rallenty. E quel finale che riscatta una sceneggiatura non troppo scorrevole. Non pensavo ma questa partita me la son proprio goduta, aspettando il prossimo Guadagnino.
Secondo me la pandemia e il fermarsi, se nei mesi successivi è stato purtroppo un disastro, ora sta giovando di parecchio al cinema.