de pretore vincenzo regia di Eduardo De Filippo Italia 1976
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de pretore vincenzo (1976)

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locandina del film DE PRETORE VINCENZO

Titolo Originale: DE PRETORE VINCENZO

RegiaEduardo De Filippo

InterpretiNunzia Fumo, Eduardo De Filippo, Luca De Filippo, Angelica Ippolito; Gino Maringola

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 1976
Generecommedia
Al cinema nel Maggio 1976

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Trama del film De pretore vincenzo

Vincenzo De Pretore spiega alla fidanzata Ninuccia, che minaccia il suicidio se non si sposeranno, di voler attendere il giorno in cui potrà darle una vita agiata, e le racconta di essere figlio di un ricco signore, allevato da una coppia povera. Ma per vivere è costretto a rubare, e finisce in prigione.

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Voto Visitatori:   8,88 / 10 (4 voti)8,88Grafico
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Voti e commenti su De pretore vincenzo, 4 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

fabio57  @  17/11/2016 13:27:51
   8 / 10
Opera di De Filippo poco conosciuta ai più , forse perché penalizzata da scarsi passaggi televisivi. Molto impegnativa e complessa, ha un tratto decisamente drammatico, priva del tutto di elementi frivoli, che invece caratterizzano le altre produzioni edoardiane. Il mondo dei giovani, con le loro contraddizioni, ha sempre suscitato le attenzioni del maestro, molto sensibile a questo tasto, non a caso qualche anno prima di morire ,rivolgendosi loro disse "fuitevenne". Lanciò questo appello, anzi questo grido di dolore, non perché disamorato verso la sua città, ma perché arrabbiato e indignato, verso una classe politica dirigente, incapace di dare futuro e speranze alle nuove generazioni, in una realtà difficile, dove è facile cadere preda di facili scorciatoie, per portare la "mesata" a casa. Il rapporto con la religione e i santi, è un tema fondamentale nella cultura napoletana, ci si rivolge ad essi confidenzialmente, stabilendo una sorta di complicità benevola. Troisi nella gag di San Gennaro, aveva con acume e umorismo, ben sottolineato questo aspetto dell' indole partenopeo.

topsecret  @  19/09/2014 19:32:05
   7½ / 10
Il teatro di Eduardo è fatto di sensazioni, di emozioni umane e sentimenti spesso in contrasto tra loro, e DE PRETORE VINCENZO è la summa di tutto questo.
E' certamente la più triste e la più forte che ho visto tra le commedie dell'artista partenopeo, capace di miscelare una prima parte leggera ma sobria con una seconda parte più pessimista, più drammatica e più attenta ai sentimenti e che non manca di riflessione sociale, trasportando lo spettatore in un vortice di emozioni vere e non calcolate.
Molto buone le scenografie e decisamente convincente il cast.

bucho  @  14/03/2013 02:20:55
   10 / 10
altro capolavoro!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  11/03/2012 10:48:52
   10 / 10
...E finisce tutto così? Non può finire... È vero, Vincenzo? Io ti aspetterò sempre, lo sai, no? Ci vedremo nel vicolo, nella piazzetta, dal friggitore dove andavamo a mangiare le frittelle, alla giostra, al tirassegno... Ti ricordi quando volevi sapere da me che avrei fatto se tu morivi? Io ti dissi: « Quello che farò lo so io». E invece non lo so. Tu lo sai adesso, e non me lo puoi dire. Non lo so che debbo fare. Che cosa ti piacerebbe che io facessi ? Se lo chiedo in giro mi dicono che debbo pregare...



Tratto da un poemetto dello stesso Eduardo, De Pretore Vincenzo è uno dei punti più alti della sua produzione per quel che mi riguarda. Certo è che se a teatro inizialmente non funziono per vari problemi legati al bigottismo e alla censura della chiesa che non gradì la seconda, splendida parte con il sogno di De Pretore in paradiso, in televisione invece De Filippo sperimenta come mai prima di allora tanto che pare che la condizione limitante del teatro e degli sfondi (stupendi di Raimonda Gaetani) palesemente finti rendano il tutto ancora più vero.
C'è poco da dire oltre questo: se il pessimismo sconsolante del finale ti ghiaccia dentro è solo perché l'invettiva di Eduardo contro un certo modo di intendere la religione e dall'altra parte l'etichetta che ti affibbia addosso la società dalla nascita (da padre ignoto) è forte, sentita, lui stesso figlio di padre ignoto.
De Pretore è il personaggio più bello del teatro eduardiano (ma sono aperto alla smentita) perché De Pretore è Eduardo; se non fosse cresciuto nell'arte del teatro sarebbe diventato come lui, e forse questa sua bellissima storiella fiabesca poco consolatoria è uno sguardo ad un mondo parallelo, e Vincenzo è un altro Eduardo cresciuto nel mondo dell'arrangiarsi, della fame, dei santi di cui si abusa la protezione e di un paradiso che non esiste se non nella testa di chi lo ha sognato.
Luca De Filippo è un protagonista perfetto cosi come Angelica Ippolito mentre Eduardo rimane sullo sfondo, si concede un doppio ruolo importante, certo, ma il meno invasivo di tutto il suo teatro. Forse non ha mai voluto interpretare De Pretore perché ne sarebbe stato troppo preso dalla parte, azzardo. Ne sono fermamente convinto. E sono convinto che questo sia un capolavoro assoluto che, purtroppo, pochi ricordano quando parlano dei cicli televisivi eduardiani. Ma se qualcuno di buon cuore spende due ore e mezza della propria vita a ricevere un insegnamento di vita tanto di cuore non sarà certo tempo sprecato...




...N'ata voce dicette: "Con prudenza"
"Tu ti chiami Vincenzo?" "Sissignore"
"E di cognome?" "Faccio De Pretore"
"Tuo padre?" "Ve l'ho detto poco fa"

N'ata voce dicette: "Su coraggio
cercate di rispondere al signore".
"Gnorsì, già mi ha concesso l'alto onore.
Sul'isso me puteva perdunà.

Ce ll'aggio ditto, ch'ero mariunciello
E ca pe' chesto songo muorto acciso.
Fatemi rimanere in Paradiso!
Tengo… 'a prumessa e voglio…restà ccà…"

Credenno ca parlava c' 'o Signore,
'nzerraje pe' sempe ll'uocchie De Pretore.

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