il messia (1975)

Per il suo ultimo film cinematografico Rossellini torna al tema religioso, da lui già trattato diverse volte e stavolta si cimenta con la vita del Cristo. Sinceramente mi trovo un pò perplesso a giudicare questo film...lo definirei "altalenante"! Infatti alcuni momenti sono molto intensi e fanno bene calare nello spirito mistico, vedi ad esempio la sequenza in cui i discepoli spargono la voce e gli insegnamenti di Gesù, altri invece sembrano più superficiali e tirati un pò via. Ancora: sotto alcuni aspetti la vita e le gesta del Nazareno sono fedelmente riprodotte, ma per altri versi nonostante la lunghezza del film altre cose (magari importanti) vengono taciute. Ad esempio si fà solo un accenno a Lazzaro e praticamente non si vede nulla della passione e crocifissione. Le fattezze poi sono davvero minimali; le scenografie essenziali possono anche funzionare in un contesto in cui interessa mostrare maggiormente la figura di Gesù e non le sfarzose ambientazioni da kolossal Hollywoodiano, d'accordo...ma la regia dello stesso Rossellini mi è saputa decisamente anonima, con pochissimi primi piani, zero movimenti di macchina ed una serie ininterrotta di totali a camera fissa nemmeno fossimo a teatro. Pier Maria Rossi, poi, devo dire che come Messia convince poco. Alla fine è un bel film ma da uno dei padri del cinema italiano ci si aspettava qualcosa di più.

Il mio ricordo di questo film è un po' sbiadito.. ma lo vidi più di una volta, è non mi dispiacque!

Ultimo film del grande artista italiano, almeno in questo caso sottovalutato.

Segue molto i testi sacri dai quali prende origine ed è caratterizzato da uno stile molto documentato ed asettico (che comunque non definirei freddo).

Si lascia seguire bene e non mi ha annoiato; edulcolorata la sequenza della passione, come del resto accade in molti film su Cristo, opera di Mel Gibson a parte.

Magari non all'altezza dei lavori migliori del regista, è comunque un fedele e buon congedo.

SPOILER

Diretto nella sua maniera consueta, con stile documentaristico molto oggettivo, Rossellini stempera quella retorica e quell'enfasi estremamente stucchevole per lasciare spazio al messaggio, a ciò che è stato detto, correndo magari il rischio opposto: l'eccessivo distacco uguale ad una certa freddezza.

Non è male Rossellini non aveva però ancora perso quel tono "didattico" dei suoi film precedenti a questo Certo mille volte meglio del Gesù di Zeffirelli ma ci vuole poco