il vampiro (1932) regia di Carl Theodor Dreyer Francia, Germania 1932
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il vampiro (1932)

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locandina del film IL VAMPIRO (1932)

Titolo Originale: VAMPYR, L'ETRANGE AVENTURE DE DAVID GRAY

RegiaCarl Theodor Dreyer

InterpretiJulian West, Henriette Gérard, Jan Hieronimko, Maurice Schutz

Durata: h 1.10
NazionalitàFrancia, Germania 1932
Generehorror
Al cinema nel Settembre 1932

•  Altri film di Carl Theodor Dreyer

Trama del film Il vampiro (1932)

Attraverso un libro sul vampirismo David Gray sconfigge una setta di non-morti.

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Voto Visitatori:   8,35 / 10 (33 voti)8,35Grafico
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Voti e commenti su Il vampiro (1932), 33 opinioni inserite

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hghgg  @  08/11/2016 09:41:59
   8½ / 10
Vista la mia passione per il genere "Vampyr" non poteva che essere tra i miei titoli preferiti di Dreyer, pur essendo ben chiaro che il grande regista danese abbia realizzato capolavori di caratura ben superiore.

"Vampyr" è più una sorta di esperimento, tra l'altro finito con un fiasco clamoroso al cinema, pessime critiche e un esaurimento nervoso costato a Dreyer. Si tratta di un esperimento su tutti i fronti, primo dei quali l'utilizzo del sonoro, tecnica che Dreyer usa qui per la prima volta in carriera, con risultati soddisfacenti, calibrando bene i suoni e i dialoghi degli attori, con un sonoro che arricchisce notevolmente l'atmosfera inquieta del film. L'esperimento però va oltre all'aspetto tecnico, Dreyer qui infatti si getta in un campo per lui nuovo, quello del fantastico, dell'orrore, del macabro, prova un tipo nuovo, per lui, di storia e di narrazione.

Per quanto mi riguarda l'esperimento è riuscito splendidamente e di sicuro i risultati sono più convincenti e affascinanti in "Vampyr" che nel "Dracula" di Browning uscito l'anno precedente.

Perché mi ha convinto la storia di "Vampyr", che cos'è la storia di "Vampyr" ? Dreyer si discosta nettamente dai colleghi Murnau e Browning e dai loro "Nosferatu" e "Dracula", ispirandosi a Le Fanu e non a Stoker e questo lo sanno più o meno tutti.

Quello che secondo me esce fuori dalle intenzioni di Dreyer è la rappresentazione pura e affascinante delle più classiche e ancestrali leggende popolari sui vampiri. Non si trova un altro film di questo livello che rappresenti pienamente la superstizione popolare sul tema come fosse un naturale proseguimento visivo delle tante storie popolari scritte e non sulla figura dei non-morti.

"Vampyr" è una narrazione popolare sui vampiri messa su grande schermo, è come quelle vecchie storie di paura con tante di quelle caratteristiche che oggi considereremmo dei "cliché" ormai sorpassati, dopo tutte le evoluzioni, le modifiche e le sfumature che in ottant'anni ha assunto l'iconografia del vampiro, sempre meno tradizione, sempre più moderna, sempre diversa. "Vampyr" ad oggi è ormai una chicca unica, se ad uno piace una cosa del genere ovviamente.

Dreyer va ancora più indietro rispetto a Bram Stoker che con il suo Conte di fatto creò "l'istituzione" moderna del genere. Il regista danese invece torna indietro fino alle più vecchie e classiche storie tradizionali sui vampiri.

Fa una gran cosa dal mio punto di vista anche se poi bisogna confrontarsi con una sceneggiatura e uno stile narrativo un po' pasticciato ma chissà sarà anche colpa dei vari tagli e delle varie sequenze ormai perse nel nulla. Ne rimane oggi un esperimento affascinante, riuscito anche se un poco confuso in alcuni punti e con un finale un po' meno convincente del resto.

"Vampyr" è invece un indiscutibile capolavoro dal punto di vista tecnico, con la strepitosa regia di Dreyer, uno di quelli che il Cinema l'ha plasmato dal blocco di creta, con innovazioni, invenzioni e straordinaria visionarietà. Cito io come tanti altri hanno già fatto la ripresa in soggettiva nella scena della sepoltura di Allan Gray, puro orgasmo cinematografico, o gli stupendi giochi di ombre (o "delle ombre") che hanno vita propria e si muovono sulle pareti, o l'apparizione/visione dello scheletro. Le inquadrature dell'uomo con la falce o della mostruosa banderuola (o almeno mi pare lo fosse) e via continuando.

Registicamente è qualcosa di perfetto come d'altronde ben ha abituato Dreyer, ogni scena o quasi ha un qualcosa che valga la pena notare ed è questo che gli da un grandissimo valore che va oltre a qualsiasi storia narrata. Con sequenze simili alla regia poteva anche raccontare di Minni e Topolino al picnic, sarebbe stato un grande film allo stesso modo. Ottima anche la fotografia che esalta le invenzioni di Dreyer e come detto, ben riuscito l'utilizzo del sonoro, mai stonato o fuori posto.

Al di la di questo "Vampyr" resta secondo me imperdibile per gli appassionati del genere "vampiri" che vogliano scoprire il lato più tradizionale e popolare delle leggende su queste creature.

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