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Questo Classico rappresenta una particolarità più unica che rara nel genere delle fiabe Disney. Infatti, trattandosi dell'ennesimo adattamento di un racconto di principi e principesse e tutto ciò che tale genere implica, il caro vecchio zio Walt ha paura di ripetersi e di produrre qualcosa che puzzi di già visto. Quindi, in che modo offrire al pubblico qualcosa che vada incontro alle sue aspettative, qualcosa di innovativo ma che mantenga allo stesso tempo lo spirito dei lungometraggi di un tempo? Così, per questo cartone su cui si è lavorato in un lasso di tempo che comprende tutti gli anni '50 si decide di puntare tutto (o perlomeno la maggior parte) sullo stile dell'animazione, su virtuosismi visivi e sul lato tecnico in generale, tralasciando lo sviluppo dei protagonisti.
Non a caso gli unici personaggi che spiccano sono quelli di contorno, ai quali è affidata in modo praticamente assoluto lo svolgersi della trama (su tutti le tre fate che, a proposito di coincidenze, avete mai notato che hanno gli stessi colori dei canali Rai -blu, rosso, verde- ?)
Dunque, apponendo i dovuti cambiamenti alla storia, tutte le energie e tutta la concentrazione degli animatori è incentrata unicamente sulla forma, che riesce fantasticamente a colmare i vuoti della sostanza. Infatti, soltanto lo stile visivo e la maestosa colonna sonora riadattata da un magnifico George Bruns meriterebbero il massimo dei voti e, anche se i due personaggi principali, ossia il principe e la principessa, siano estremamente piatti
E' però innegabile che la prima vera svolta in questo campo sia avvenuta solo con La Bella e la Bestia e che anche nella Sirenetta, datata 1989, i suddetti personaggi siano particolarmente stereotipati e privi di spessore.
la trama scorre fluidamente e senza rendere le cose troppo complicate. Ciò permette la creazione di numerose sequenze suggestive, sulle quali troneggia la strepitosa sequenza della battaglia finale, uno dei climax più emozionanti dell'intera filmografia disneyana. Quindi, per riassumere, i pregi di questa pellicola sono sostanzialmente due, ma sono largamente sufficienti a rendere questa pellicola un'autentica gioia per gli occhi e anche per le orecchie. Probabilmente fu la stessa cosa che pensò il pubblico dell'epoca, che ebbe anche il vantaggio di apprezzare il formato noto come Technirama 70mm: La bella addormentata nel bosco fu premiata da incassi sbalorditivi (che, purtroppo, non riuscirono a ricoprire i costi pari a sei milioni di dollari e, anzi, li fece quasi andare in bancarotta) e una nomination all'Oscar per la miglior canzone. Il fallimento di quest'operazione spinse Walt a dirigersi verso tecniche piiù economiche e progetti meno ambiziosi che comunque avrebbero continuato a regalarci vere e proprie perle negli anni a venire.