Ormai nell'occhio di un agente dell'Interpol, un trafficante di armi comincia a fare i conti con la sua coscienza e con i rimorsi legati al suo lavoro..
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Una storia scritta e diretta da Adrew Niccol (regista dal buon curriculum), basata per lo più sulle figure dei trafficanti d'armi famosi realmente esistiti. Yuri Orlov, finto ebreo russo/ucraino, stabilitosi nella Little Odessa decide che è arrivato il momento di fare qualcosa di grande e cioè vendere armi. Inizia con un paio di UZI per finire a smerciare elicotteri, carri armati e tonnellate d'armi leggere tra cui la famosa AK-47 :
"Di tutte le armi nell'immenso arsenale sovietico, nulla era più remunerativo dell'automat Kalashnikova. Modello del '47, più comunemente conosciuto come l'AK-47 o Kalashnikov. E' il mitra più popolare del mondo, un'arma che tutti i combattenti amano, un'amalgama di quattro chili d'acciaio e legno multistrato, non si rompe, non s'inceppa ne si surriscalda, spara se è coperto di fango o pieno di sabbia. E' così facile da usare che anche i bambini possono farlo, e spesso lo fanno. I sovietici hanno messo l'arma su una moneta, il Mozambico l'ha messa addirritura sulla bandiera. Alla fine della Guerra Fredda il Kalashnikov diviene il prodotto russo più esportato, prima della vodka, del caviale e dei narratori suicidi. Una cosa è certa, nessuno si metteva in fila per comprare le loro automobili."
Lui lo fa perchè è quello che gli riesce meglio, trattare affari/vendere armi e ottenere soldi facili. Questo è il tema centrale del film insieme agli elementi che fanno da contorno come la famiglia, l'amore, l'amicizia, il rischio, la morte, il genocidio, la droga.
Non delude neanche alla seconda visione. Un grande Cage.