In una Napoli sospesa tra magia e superstizione, follia e razionalità, un mistero avvolge l'esistenza di Adriana (Giovanna Mezzogiorno) travolta da un amore improvviso e un delitto violento.
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VINCITORE DI 2 PREMI DAVID DI DONATELLO: Migliore autore della fotografia (Gian Filippo Corticelli), Migliore scenografo (Ivana Gargiulo, Deniz Gokturk Kobanbay)
I primi 85 minuti assolutamente inconsistenti e senza alcuna chiarezza sulla direzione intrapresa dal film. Quando stai per lasciare ogni speranza, ecco che il film prende un piega e diventa intellegibile, svelandosi apparentemente e fino alla scena esattamente precedente a quella finale. Ozpeteck di certo è riuscito nel suo intento: in una sovrapposizione di piani, da quello architettonico (le terrazze ed i labirintici vicoli di Napoli) a quello linguistico (spesso il napoletano utilizzato non è comprensibile), a quello psicologico (non è chiaro cosa c'è nella testa della mezzogiorno), egli è riuscito a dimostrare che a Napoli, fra i suoi mille misteri, le sue credenze e le sue assurdità, ci si perde e non ci si ritrova. La sufficienze per le immagini e per la circostanza che cmq ha raggiunto il suo scopo.