samson and delilah (2009)

una vera perla inaspettata, un quadro lucidissimo e amaro che mette in discussione dalle fondamenta il concetto di "integrazione", portando alla luce tutte le contraddizioni del civilizzato occidente e le condizioni di vita dei nativi australiani.
Parte con leggerezza, mostrandoci la routine quotidiana di un villaggio lontano da tutto, dove ogni giorno, come in "Groundhog Day", scorre uguale a quello precedente. Ottimo l'occhio del regista che sa quando indugiare sui particolari.
Un ragazzo riempie il suo tempo sniffando colla e bighellonando attorno alla ragazza di cui è innamorato, la quale passa le giornate ad accudire la nonna (personaggio più divertente del film la nonna).
Lentamente la leggerezza "bucolica" iniziale cede il passo ad ambienti sub-urbani degradanti fino a giungere a un paio di momenti che sono veri e propri pugni dritti allo stomaco.
Ammirevole la prova dei due protagonisti che con solo tanti sguardi e pochissime battute, Samson addirittura dirà sola UNA parola, riescono a restare prodigiosamente impressi nella mente dello spettatore anche dopo la visione.

Un villaggio aborigeno al centro dell'Australia e la storia di un ragazzo e una ragazza. Si alternano una prima parte decisamente divertente col tipico senso dell'umorismo aborigeno, semplice ma efficace, e una seconda parte estremamente drammatica.
Il film mi ha colpito per la sua bellezza e allo stesso tempo per la sua genuina semplicità.