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Sicuramente il film trae ispirazione dai disaster movies di matrice statunitense. Va però detto che, ormai, un genere come i disaster movie (insieme ad altri generi nati in quel Paese) si è diffuso a livello planetario, da tempo, ed è ormai acquisito dal resto del mondo. Tanto che, di fronte ad un film come questo, è ormai quasi anacronistico dire (come ho esordito io) che il film trae ispirazione da quel Paese. Insomma, i disaster movie sono ormai patrimonio universale e questo film ha il pregio di collocare gli eventi in un'ambientazione spettacolare, quella della Norvegia. Montagne, neve, strade ghiacciate, un mondo bianco e un freddo tale che sembra quasi di percepirlo anche noi sul divano mentre lo si guarda. Non mi è parso nemmeno così improbabile. Certamente l'evento catastrofico che si verifica negli eventi narrati stride con la realtà, soprattutto perché quest'ultima è sottolineata dai titoli iniziali nei quali si specifica che, nei numerosi incidenti che avvengono nei tunnel norvegesi, non si verificano vittime. Tuttavia, l'evento disastroso del film resta nella sfera del Possibile, seppur ricada nel sottoinsieme dell'Improbabile. Insomma, certe cose possono accadere sul serio. Vogliamo ricordare, ad esempio, l'autocisterna esplosa a Bologna nel 2018?
L'eroe è un vero duro, forse grazie anche all'espressione un po' fredda e fissa e all'approccio pragmatico nord-europeo, con poche parole e pochi sorrisi. Non un capolavoro, ma un film decisamente godibile.