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Ci sono film che hanno scritto realmente la storia dei nostri tempi, film che si ricordano anno dopo anno, che hanno lasciato un segno, una parola, una frase, un motto, una filosofia di vita. "Carpe diem": anche solo per un’ora è stato ed è fortunatamente il grido di ragazzi di tutto il mondo che da "l’Attimo Fuggente" hanno tratto ispirazione.
Girato nel Delaware e campione di incassi del 1989 vanta la partecipazione di grandi attori, a parte il grande Robin Williams compaiono dietro i banchi Ethan Hawke e Robert Sean Leonard, conosciuto principalmente a Broadway.
L’attimo fuggente (la regia è di Peter Weir che ha collezionato negli anni tre nomination agli oscar per "L’Attimo fuggente", "The Truman Show" e "Witness il testimone") racconta di Welton, uno di quei collegi maschili severi e chiusi al libero arbitrio, alla fantasia, all’immaginazione.
In fredde aule di studio si delineano le storie di un gruppo di ragazzi durante un anno che cambierà la loro vita. Ognuno con un suo passato, ognuno con delle ambizioni per il futuro, ognuno con una famiglia alle spalle ingombrante, onnipresente e calcolatrice. E nella vita di questi ragazzi entra un uomo, un professore ex alunno, Mr Keating che insegnerà a ciascuno di loro cosa vuol dire scrivere poesia, cosa è la vera e unica poesia, quella che ti fa tremare quando la si legge, che ti fa credere quando la si scrive, che ti fa sognare quando la si ascolta.
Mr Keating insegnerà ad un gruppo di 17enni a vivere al di fuori dei rigidi schemi di un grigio edificio, a tentare, rischiare per poterne essere fieri.
Tra lezioni in cortile, calci ad un pallone recitando versi di Whitman, scoprirono qualcosa quei ragazzi, qualcosa che rimarrà per tutto il resto della loro esistenza. Al grido "Carpe diem" risponderà Neil, ancora incerto sul suo futuro, già dottore per il padre, egli scoprirà il suo fuoco dentro nel recitare, scoprirà la vera essenza del suo essere su un palcoscenico, ma la sua scelta, così tanto combattuta e acclamata dai compagni, sarà distrutta da una famiglia che si accorgerà troppo tardi del suo errore.
E il signor Anderson, un giovanissimo Ethan Hawke che imparerà a parlare di se, a rivelarsi davanti agli altri, che si scoprirà poeta e scrittore con tanto da raccontare. Tra amore, passione, poesia i ragazzi impareranno molto di più di una semplice pagina di un libro, riunendosi di notte in una caverna, rianimando la setta dei poeti estinti, rivivendo e riascoltando parola dopo parola ogni battito della loro anima.
Distese di neve, paesaggi da favola di un incantevole bellezza, sembra tutto così magico, quasi disegnato, e ogni albero, ogni fiore, ogni foglia sembra descrivere quei ragazzi che nel collegio di Welton costruirono la loro vita, e grazie ad un professore originale, un vero "Capitano", impararono a crescere credendo in loro stessi.
Bellissimo film, immancabile per un amante del vero cinema.
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Recensione a cura di Speedy - aggiornata al 27/01/2004
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