30 notti con il mio ex (2025)

Imbarazzante.
Vorrebbe trattare un tema difficile ed impegnativo come il reinserimento sociale di un paziente psichiatrico con i toni leggeri della commedia, ma non riesce ed il film non ha una direzione precisa, per gran parte del tempo gira a vuoto mentre si susseguono varie gag (che neanche fanno ridere).
Ne viene fuori un lavoro carico di banalità e cliché fino alla noia, Leo con la solita aria da cane bastonato, interpreta il solito uomo eternamente indeciso, Ramazzotti irritante ed insopportabile dalla prima all'ultima scena.
Realizzazione a livello di fiction rai, personalmente ho notato un vistoso problema audio nei dialoghi (un de-esser sarebbe stato utile, le sibilanti sembrano le scariche della radio quando prende male), ho notato la stesso anche nel trailer (riprodotto da diversi dispositivi), ed, a parte, il solito problema che invece di recitare spesso bofonchiano mangiandosi le parole.

Remake di un film argentino, 30 NOTTI CON IL MIO EX è una dramedy esistenziale che tratta argomenti seri come la malattia mentale facendolo con un tocco a volte leggero, utile a stemperarne i toni, ma anche con una certa fermezza nell'evidenziare dubbi, incertezze e fragilità. La coppia Leo-Ramazzotti appare convincente, alcuni personaggi invece sono ampiamente irritanti, soprattutto la figlia dei due, ma nel complesso è recitato degnamente. La storia ha un chè di prevedibile ma sembra poter garantire una visione liscia e, tutto sommato, meritevole.
Non eccezionale ma abbastanza onesto.

L'esistenza di Bruno è piuttosto problematica e stressante con un lavoro che lo tiene impegnato per gran parte della giornata, perdipiù con una figlia in piena adolescenza e di conseguenza una rompi******** al quadrato. E' il tratto di un modo di vivere estremamente disciplinato, frutto della vecchia convivenza con una moglie ricoverata preso una comunità terapeutica, a cui hanno dato la possibilità di trascorrere un mese a casa dell'ex marito un periodo per potersi reinserire in un contesto aldifuori della comunità protetta e prendere di nuovo contato con la figlia per poter avere un affidamento congiunto. Logico quindi l'impatto devastante di un soggetto mentalmente fragile rapportato ad un individuo che aveva ritrovato un certo, anche se poco soddisfacente a livello lavorativo, equilibrio. La Ramazzotti e Leo sono affiatati e si deve, in più la giovane protagonista completa un terzetto che si assembla bene. Niente male nel suo complesso sia dal punto di vista dell'intrattenimento, sia anche nell'affrontare tematiche più serie.

Troppo prevedibile...troppo banale...poco verosimile...
Evitatelo se potete...

Tema importante, trattato con particolare delicatezza, in una commedia agrodolce e comunque rilassante nonostante un "piattismo" diffuso.

Piatto, prevedibile e banale.
Qualche slancio merito della Ramazzotti, ma tutto già visto.
Da vedere solo se non si paga,