amateur (2018)

Amateur non è un brutto film, casomai un film pasticciato che vuole parlare di tanto ma che a conti fatti dice meno di quello che vorrebbe, perchè attua un fritto misto di tante tematiche. L'inizio propone il classico disagio personale (la difficoltà nel leggere i numeri da parte del protagonista) con una situazione di disagio familiare (un classico espediente onnipresente nella maggiorparte dei film ad ambito sportivo), il sincero spaesamento di un ragazzo nei confronti di una realtà completamente nuova ed in apparenza gratificante che però nasconde il suo lato più oscuro. Il titolo stesso del film esprime un paradosso ben evidente nella realtà sportiva giovanile americana. Manca poco che i coach non vengano a cercarti quando il talento è ancora in fasce. Ormai il professionismo entra nei gangli di realtà dove non dovrebbe nemmeno entrare. Ormai anche ragazzi minorenni devono bruciare le tappe per non essere inghiottiti in un mondo di barracuda. Peccato che il mai tanto visto film di Friedkin, Basta vincere aveva sviscerato tale tematica, tanto da far diventare Amateur un semi aggiornamento di quello stesso film.

Sicuramente non originale ma fila liscio tutto con l'olio, forse un po' troppo .

Incipit che non brilla per originalità ma che riesce a rendersi interessante da seguire, nonostante un finale poco credibile.
Il cast fa il suo, il ritmo narrativo è fluido, le scene sul campo hanno un certo fascino e anche la regia sembra destreggiarsi bene.
Nulla di eclatante ma prodotto Netflix gradevole.