andre the giant (2018)

Per quelli della mia generazione cresciuti con il mito del wrestling, una visione quasi obbligata; la genesi negli anni 70 e l'avvento di Andre Roussimoff in arte Andre The Giant, atleta, attore e artista tra i più importanti in un ventennio in cui ancora non esisteva Michael Jordan, e dove Muhammad Ali correva nei palazzetti per assistere in prima fila alle esibizioni di un gigante alto 224 centimetri x 240 kg. Fantastici gli aneddoti narrati dai protagonisti dell'epoca, storie che assumono una visione quasi mitologica del personaggio (vedi soprattutto i racconti legati all'amicizia decennale con Hulk Hogan e alla leggendaria ricostruzione di WrestleMania III, anno 1987, con loro due protagonisti del main event davanti 100.000 persone. Impossibile trattenere una lacrima). Un documentario che racchiude una grande parabola sportiva e umana, per un "freak" che lontano dal ring sognava solo di non essere guardato due volte di fila dalle persone che lo circondavano. Questa è la storia di un gigante che viveva in un mondo in cui niente era fatto su misura per lui. Questa è la storia di Andre The Giant. Capolavoro.

Une delle icone assolute del wrestling, grande e possente come la sua stazza, Andrè The Giant ha attraversato oltre una decade ai massimi livelli in questo particolare mondo che è il wrestling. Un corpo che non smetteva di crescere, che gli ha di dventare ciò che è diventato, che lo ha portato gradualmente alla sua morte. Molto materiale anedottico, specialmente per lo scontro epico di Wrestlemania III contro Hulk Hogan, buona scelta del materiale di repertorio, particolarmente nei primissimi anni della sua attività. Figura umana molto più sfaccettata di quanto mi aspettassi. Un documentario che non ha nulla di particolare, ma ben fatto ed abbastanza esauriente, anche se il periodo giapponese è stato un po' trascurato.