andron - the black labyrinth (2015)

Spazzatura italica con cast internazionale che scopiazza idee da altre pellicole, con la pretesa di velleità sci-fi distopiche.
Zero originalità, zero inventiva, recitazione scarsa in cui si evidenzia l'esordio della cantante Skin, ritmo narrativo altalenante e ambienti scarni e poco funzionali. Si salva il doppiaggio con il sempre mitico Ward a tirare le fila.
Un film insulso, inguardabile anche se si è sotto gli effetti di sostanze allucinogene o si hanno parentele con il regista.

Primo film del mirabolante Francesco Cinquemani, regista italiano che riesce ad imbastire notevoli produzioni internazionali; esordisce con un sorprendente fanta-thriller di sicuro innovativo per il nostro paese ma, appunto, con una impronta che esce decisamente dai confini nazionali. Inoltre c'è un cast che vede attori come Alec Baldwin, Danny Glover e la cantante Skin (non sapevo recitasse pure e devo dire se la cava bene); strano che si tratti di una pellicola misconosciuta. La storia, non lo si può nascondere, è un insieme di diversi argomenti già visti, non ultimo un riferimento a "Cube" di Natali, ma in questo caso non si cerca molto l'originalità quanto una solida costruzione di sceneggiatura che pian piano dipana una trama più complessa e cattiva di quello che si pensa, con una azione sempre continua e non pochi colpi di scena; belle anche le musiche e tutto il sotteso sociale. Le scenografie di una fabbrica abbandonata potrebbero sembrare improvvisate e fatte a risparmio ed invece sono efficacissime, dando un senso di sporco e di precario lontano dall'asettico futuribile che ci si aspetterebbe. Il regista romano dimostra immediatamente di saperci fare con la camera e non sbaglia di una virgola, magari gli effetti speciali non sono sempre all'altezza e c'è qualche ingenuità ma è un prodotto più che soddisfacente che, ripeto, stupisce non abbia avuto una regolare distribuzione. Spero di vedere altri film di Cinquemani.

SPOILER