bank of dave (2023)

Come fa ad essere simpatica una banca? Difficile quando si è privi di qualsiasi etica e se ne vuoi fondare una su principi etici a sostegno della comunità locale diventa un obbrobrio per il sistema dominante che non contento di aver messo sul lastrico tante persone, godono nel mantenere lo status di bastardi e str0nzi. La storia ovviamente procede su toni accomodanti, pur essendo liberamente ispirata ad una storia vera. Il discorso che è al centro del film è che tale sistema finanziario è dominato da una cultura basata esclusivamente sull'avidità. Quest'ultima caratteristica è sempre stata presente, ma è anche vero che c'è un limite alla decenza, specie negli ultimi decenni. I personaggi rappresentano degli stereotipi molto riconoscibili, ma funzionali al racconto che sia pure con qualche piccola lentezza si lascia guardare.

1) C'è chi dice che in film del genere quel che conta è il messaggio. Tralasciando McLuhan, non capisco perché non si possano avere entrambi, un contenuto interessante e una regia non sciatta né pedante. 2) Mentre lo si guarda, s'è assillati da una domanda: "Se davvero questo tizio ha rivoluzionato il sistema bancario britannico consentendo la nascita d'istituti creditizi microcomunitari e non-profit, come mai non lo conosce nessuno?" Non spoilererò, una visita alla voce su Wikipedia dissiperà ogni dubbio. 3) Troppo poco celare l'ambiguità dell'operazione cinematografica dietro la scritta iniziale che gioca con "true" e "truish": in realtà così si fa passare un wishful thinking kenloachiano per un fatto già acquisito e realizzato. Speravo fosse falso solo il nome del protagonista come rinvio a Davide contro Golia, invece è il contario: Dave è l'unica cosa vera del biopic.