beautiful boy (2018)

In controtendenza ai commenti qua sotto devo dire che a me la storia relazionale tra padre e figlio che casca nel mondo della droga pesa ha preso e mi ha tenuto incollato allo schermo nonostante il pattern sia per certi versi ripetitivo, ma che rappresenta e riprende proprio la difficoltà dall'uscire da certe sostanze estremamente addictive come la crystal meth.

Sempliciotto

Dei genitori WASP credono di poter educar'il figlio rimpiazzand'il vivere col sopravvivere, l'essenziale col necessario. Il figlio dissent'e brama il nichilistico "cupio dissolvi". Astenendomi dallo spoilerare l'epilogo, un film d'una superficialità "rivoltante" ("L'Homme révolté", Camus 1951).

Mauro Lanari

Scontato seppur ben interpretato.
Alla lunga stanca.

Ben fatto e interpretato anche se la sceneggiatura è poco originale .
più che le vicende del protagoista è interessante analizzare le reazione del padre , impotente davanti alla piaga che affligge il figlio . Le prova proprio tutte .

Film dall'impianto classico.
Trama solida e molto ben interpretata.
Nulla di nuovo, ma un racconto lineare e oggettivo sulla tossicodipendenza giovanile.

Film assai canonico che, come Ben is Back, risulta piuttosto ordinario e scontato, al di là dell'esser discretamente realizzato e interpretato.

Una famiglia normale, persino agiata, nessun problema apparente che la affligge, a parte il figlio maggiore che si droga ed anche in maniera pesante. Il film di Von Groningem presenta una costante ed una variabile. La costante è il figlio drogato, caratterizzato dal mistero del perchè abbia iniziato e percorso, con perverso impegno, quel viaggio autodistruttivo. E c'è la variabile rappresentata dal padre, incredulo e sorpreso di trovarsi di fronte ad un problema che mai avrebbe previsto nella sua peggiore ipotesi. Il punto di vista scelto dal regista è quello del padre, di cui assorbiamo la frustazione ed un senso profondo di sconfitta di fronte ad una persona che in fondo non vuole essere aiutata. Classico nella forma, solido nella struttura ed impreziosito soprattutto dalle buone interpretazioni di Chalamet e Carrell. Il difetto, per così dire, è proprio in questa convenzionalità nel non riuscire a dire qualcosa di nuovo sull'argomento.

Buon film, basato su un libro autobiografico, che mette in scena il dramma della tossicodipendenza giovanile all'interno di una famiglia. Molto bravi i due attori protagonisti.