caverna (2023)

Un laboratorio teatrale che aiutando gli attori ad elaborare i propri traumi, principalmente Giorgia e Lorenzo, li aiuta a traslare nella realtà, mettendo sul tavolo l'arte del oro immaginario su pittura o altri metodi. Un film piuttosto sperimentale e surreale sul mestiere dell'attore e sullo scandagliamento della sua mente, soprattutto nei suoi lati più oscuri. Non facile da seguire.

Un mediometraggio dedicato allo sperimentale (genere che non mi ha mai catturato molto) sia nel cinema che nel teatro. Gli autori amalgamano molti temi ed un laboratorio teatrale è visto come chiave per aprire cassetti della memora di se stessi e confrontarsi con il passato fin quasi a regredire (minzione notturna); ci sono molti simbolismi come l'orco, la caverna in cui si entra bambini e se ne esce adulti, l'intreccio dei fili. Realtà e finzione ad un tratto paiono confondersi: gli attori recitano la propria vita o vivono il proprio ruolo? Superfluo dire che c'è molto di onirico ed un plauso va alle suggestive ambientazioni. Purtroppo però, la maggior parte dei simboli e delle metafore restano nelle intenzioni degli autori senza venir definitivamente espletate e così il film diviene poco più che qualcosa da contemplare senza troppo entusiasmo, qualcosa in cui ognuno ci vede quello che ci vuole vedere...e basta.
Della serie: "C'è già stato Carmelo Bene"