Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Il più grande film della storia del cinema. La regia di S. Leone è assolutamente perfetta e senza sbavature. Stupeda la fotografi di De Colli. Impeccabili tutti gli interpreti, dai bambini a R. De Niro, da J. Woods a ed E.. Mc Govern. La sceneggiatura ha come tema principale il ricordo, o meglio ancora il ricordo vissuto come rimorso. La nostalgia di Noodles, che è poi la medesima nostalgia dei films di Leone, deriva dalla percezione della ineluttabilità del progresso, che nella sua corsa verso il nulla travolge ogni cosa, persino la memoria. Nei lunghi piani sequenza la camera “danza” sotto le dolci noti della splendida colonna sonora composta da Morricone ed un’aria di nostalgia pervade chi assiste; i profumi della New York sembrano spargersi intorno mentre il dolly sale fino ad inquadrare una folla straripante tra fumi e bancarelle. Quello che si respira in questo film è la vita vera, narrata fin dall’infanzia difficile nella Manhattan del lower east side fino alla vecchiaia triste, di un uomo solo, vissuto per 20 anni nel rimorso della morte dell’amico. E quel sorriso finale in camera di De Niro resterà per sempre negli sguardi e nei ricordi di ogni spettatore , così come Noodles che spia Deborah ballare oppure la lirica scena finale con il confronto tra i due vecchi amici. A rimanere come una “statua di sale” saremo sempre noi mentre De Niro saluta il senatore Bailey e si avvia per una porticina laterale e le note di Yesterday riecheggiano nell'aria: nella fine della loro amicizia sta tutta la malinconia della fine di un'epoca destinata a rivivere solo nei sogni. Troppe le scene memorabili per citarle tutte, troppe le interpretazioni e troppi gli elogi possibili per questo capolavoro. Fu l’ultimo film di Leone, uno dei registi che maggiormente ha influenzato la cinematografia moderna ed è inevitabile quando si guarda un film di Tarantino o di Ferrara (mi limito a questi due, ma la lista è lunga) non pensare “C’era una volta Sergio Leone”. Grazie Sergio!!!