his house (2020)

L'incipit era davvero interessante, ma ahimé era solo un fuoco di paglia. Tra il visionario e jump scare di bassa lega il film si muove tra i soliti cliché perdendo sempre più colpi col trascorrere dei minuti.
Peccato, secondo me si poteva fare decisamente meglio per sfruttare come si deve il buon prologo.

Francamente bruttino, il ritmo e' lentissimo e il film mi ha annoiato spesso. Dura 90 minuti ma paiono molti di piu. L'idea e' anche abbastanza originale, e il film sembra promettere bene ma nella seconda parte diventa un horror tradizionale e nemmeno ben gestito, dove appunto la noia la fa spesso da padrona. Qualche brivido lo procura, anche se principalmente grazie ai jump scares. Uno di quei film che non riguarderei volentieri.

Sarebbe potuto anche essere un gran bel film drammatico, fresco e moderno, che affronta temi estremamente attuali come:

1. La difficoltà per i richiedenti asilo e i rifugiati nell'integrarsi in una nuova civiltà così diversa da quella in cui hanno sempre abitato (emblematiche in tal senso due scene: la cena tra i protagonisti e quando lei si smarrisce in un piccolo agglomerato urbano)
2. La difficoltà nel superare i numerosi traumi vissuti come l'orrore della guerra, l'odissea affrontata per raggiungere la meta, l'inevitabile perdita dei cari con sensi di colpa anessi ecc.

Peccato il film venga parzialmente rovinato dalla scelta del regista di infarcirlo di clichè horror e montagna di CGI. Non c'era bisogno di una "haunted house", di zombie e di maledizioni perchè l'horror si poteva creare semplicemente raccontando il passato e il presente dei protagonisti.