holidays (2016)

I casi in cui ci si trova di fronte ad un film collettivo, di questi tempi, sono molto rari. E in alcuni di questi casi è come trovarsi di fronte ad un esperimento creativo e cooperativo organizzato all'interno di un atelier e che a tutti gli effetti si presenta come una specie di manifesto artistico fatto opera.
Nessuno dei registi che partecipa ad HOLIDAYS con un suo corto ha mai fatto (e forse mai farà) un horror di grande successo o, nel caso di Kevin Smith, non è neppure un regista horror, principalmente.
Eppure questo è un capolavoro travolgente e ciò vuol dire in primis che ogni capitolo è di livello altissimo, tecnicamente, per ritmo, per idee alla base e colpi di scena. Fossero stati, ciascuno, un lungometraggio staremmo parlando di film dell'orrore post-moderni e tematicamente interessanti. Forse solo un paio di questi corti, gli ultimi due, scendono un po' nel thriller leggero e non vogliono far parte del teatro dell'assurdo, del grottesco e del raccapricciante come gli altri.
Ma su tutti i restanti ci troviamo di fronte a storie inquietanti e disturbanti sotto ogni aspetto, che alla base ci sia il dramma o una "Jersey comedy" in salsa malvagia come quella di Kevin Smith.
Questo è il riassunto di ciò che il cinema inteso come artisti pretende dal cinema inteso come industria nei riguardi del genere horror. Gli astri si allineeranno: alla gente piacerà questo new horror e le case di produzione e distribuzione ne faranno un marchio di fabbrica. Il tempo ci ha detto che questi 9 eroi hanno vinto la storia.