Un miliardario annoiato organizza, servendosi di uomini che non lo conoscono, un colossale furto nella sua stessa banca. Lo smaschera l'investigatrice di una società di assicurazioni, ma nel frattempo i due s'innamorano.
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Non l'ho mai digerito questo film, ruffiano e artificioso, se non proprio studiato a tavolino. E' palese infatti il tentativo di cercare il successo facile, prendendo due bei attori al massimo della fama (la Dunaway aveva appena vinto l'oscar) e confezionando un film che formalmente è ineccepibile: regia volutamente raffinata, musica suadente, bella fotografia (e chi lo nega); ma la sostanza dov'è?! La storia giallo-rosa è melensa e fiacca, un pretesto per l'autocompiacimento. Anche la famosa scena della partita a scacchi, esteticamente di valore, ha nell'economia del racconto lo stesso peso che hanno i titoli di coda. Non è un caso che a dispetto del successo che ebbe quando uscì, un pò alla volta è caduto nell'oblio, giustamente. Non basta la cornice per fare un quadro.