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5 Settembre 1972. Una data che a caldo e soprattutto alle nuove generazioni farà sorgere interrogativi, non riuscendo a collocare l'evento ad essa collegato. Ma basta una semplicissima ricerca per convergere a tale evento che ha destato enorme scalpore e sorpresa all'epoca. Si tratta dell'assalto al villaggio olimpico durante le olimpiadi di Monaco '72, quando un commando di palestinesi appartenenti alla frangia di Settembre Nero riuscirono con relativa facilità ad entrare nel villaggio e facendo irruzione negli appartamenti occupati dalla delegazione israeliana, uccidendo subito due loro componenti e prendendo in ostaggio altri nove. Un evento che suo malgrado ha fatto la storia, facendo emergere in maniera dirompente la questione palestinese nel Medio Oriente.
Durante le Olimpiadi di Monaco del 1972, una troupe televisiva sportiva statunitense si ritrova a dover documentare la crisi degli ostaggi che ha coinvolto un gruppo di atleti israeliani.
Occorre considerare innanzitutto la questione del come un commando armato fino ai denti sia potuto penetrare indisturbato all'interno del villaggio olimpico. Si parte dal presupposto che la Germania Ovest si è vista assegnare contemporaneamente sia le Olimpiadi del 1972 che i successivi Mondiali di calcio del 1974. La Germania aveva bisogno di ripulire la propria immagine proprio dal fatto che le ferite causate dal nazismo erano ancora relativamente recenti e l'immagine stessa del paese era ancora associata a quel periodo nefasto. Quale migliore occasione per mostrare una nuova Germania organizzando a stretto giro gli eventi di maggior richiamo a livello mondiale, con una risonanza mediatica enorme sia a livello di immagine che di ritorno economico. Un'organizzazione fondata sull'efficienza e non militarizzata all'interno del villaggio olimpico proprio per i presupposti richiamati sopra. Un eccessivo uso delle forze dell'ordine avrebbe naturalmente associato ad un passato recente cui la nazione tedesca stava facendo i conti. Di conseguenza la sorveglianza all'interno del villaggio non era armata e per usare un gergo, aveva le maglie piuttosto larghe. Oltretutto la delegazione attaccata è proprio quella israeliana, quindi la ricaduta non solo era enorme perché avvenuta in terra tedesca, ma metteva le stesse autorità tedesche sotto pressione nei confronti del mondo e come si vedrà, in diretta televisiva.
L'emittente televisiva ABC in linea d'aria è poco distante dal villaggio olimpico. All'interno della sede assegnata si stanno svolgendo le normali attività per coprire l'evento televisivo, tenendo conto del fuso orario fra Europa e Stati Uniti. Sono alcuni degli stessi dipendenti, usciti per una pausa sigaretta a sentire dei colpi provenire dal villaggio, senza però dare eccessivo peso. Bisogna considerare che giungere alla conclusione che sia il riflesso di un attacco terroristico ce ne passa. A nessuno, specialmente all'epoca, potrebbe venire in mente una cosa del genere. Tuttavia la telefonata di un maratoneta statunitense li avverte che effettivamente ciò che ha udito erano dei colpi di arma da fuoco. Di conseguenza tutti i presenti della redazione cominciano a rimanere in una posizione fondamentalmente in attesa cercando di avere più informazioni possibili.
Una volta appurato che qualcosa di grave è accaduto nel villaggio e tra le tante voci che si rincorrono emerge che c'è stato un attacco verso gli appartamenti della delegazione israeliana, gli eventi all'interno della redazione prendono una piega decisamente più concitata.
Altra considerazione da fare è che la stessa redazione dell'ABC è formata e rientra nelle competenze per riportare un evento sportivo. Di fronte ad un attacco terroristico, oltre l'evidente contraccolpo per la portata dell'evento, dagli sviluppi e dalle implicazioni imprevedibili, c'è l'urgenza apparsa subito evidente su come riportare tale evento. Geoffrey Mason, giovane caporedattore, di turno on quel momento alla ABC si trova in una situazione difficile: dimostrare innanzitutto la sua competenza e bravura specialmente nei confronti dei suoi superiori, Roone Arledge, direttore della divisione e vertice della piramide di tutta la spedizione dell'ABC e nella capacità di prendere buone decisioni in un breve lasso di tempo. E' proprio quest'ultimo punto costituirà uno degli elementi cardine di questo film, cioè la rapidità di prendere decisioni che possono influenzare in maniera profonda tutta l'operatività della redazione, che da quel momento in poi sarà giocoforza costretta a stravolgere i palinsesti di fronte ad un accadimento che travalica completamente la realtà sportiva e che porterà in tutta la sua attualità, la difficile realtà dello scacchiere mediorientale. Nell'antichità le Olimpiadi era il momento in cui le dispute e le guerre rappresentava la tregua da ogni belligeranza. Nella versione moderna delle Olimpiadi, che riprendono almeno nello spirito la filosofia di quelle passate, lo sport viene colpito a morte in maniera del tutto inaspettata.
Quattro sono personaggi principali di questo film che comunque ha il carattere ben definito nella sua coralità, l'impianto stesso è piuttosto teatrale, se non altro nello spazio molto delimitato della vicenda che si svolge, quasi interamente all'interno della redazione televisiva. Il primo di questi personaggi, non tanto per la rilevanza all'interno del film, quanto seguendo un livello gerarchico, è quello di Roone Arledge, caporedattore cui spetta il potere decisionale su cosa fare e come agire, sul prendere gli adeguati spazi televisivi all'interno dei palinsesti dei programmi che inevitabilmente saranno sconvolti dalla portata dell'evento. Quindi avere una grossa copertura per descrivere lo svolgere dell'avvenimento in diretta televisiva, approfittando della migliore posizione logistica dell'ABC sul teatro degli avvenimenti, cioè circa cento metri dall'evento. Marvin Bader, vice caporedattore e braccio destro di Arledge, e Geoffrey Mason redattore di turno sono il braccio operativo delle decisioni della volontà di Arledge. Allesticono la diretta mettendo le telecamere sul tetto dei camion, puntandole sul cuore dell'evento stesso. Inoltre organizzano operazioni di "infiltrazione" all'interno del villaggio olimpico che costituiranno un supporto fondamentale, a livello informativo, per avere materiale direttamente dal campo, travestendo alcuni cameraman da atleti olimpici statunitensi, sfruttando l'effetto sorpresa su eventuali controlli che le autorità tedesche non riuscivano a controllare nell'immediatezza dell'attacco. Tuttavia pur avendo delle posizioni gerarchiche ben definite, anche questi due personaggi hanno comunque un certo potere decisionale e attraverso le loro opinioni e consulenze, influenzare direttamente le decisioni di Arledge. Inoltre l'apparente ruolo di Marianne Gebhardt, più defilato rispetto agli altri nelle fasi iniziali, diventa sempre più importante, non solo nel ruolo più istituzionale, cioè quello di semplice interprete di lingua tedesca, ma soprattutto di mediatrice culturale sull'agire delle autorità tedesche.
September 5 mette sul piano tantissimi temi e riflessioni che ogni spettatore può giudicare secondo il proprio punto di vista e la propria coscienza. Il ruolo della stampa può essere importante, per non dire fondamentale come in questo caso, però non si può non negare che durante la diretta di un evento come quello dell'assalto al villaggio olimpico ci troviamo di fronte ad un confine molto pericoloso. Fermo restando che il diritto di informazione è sacrosanto, fino a che punto è lecito dare credito a delle informazioni non ancora confermate. In nome di alti indici di ascolto si può mostrare in tutta la sua crudezza un atto di violenza o qualcosa che può deflagrare in un atto di violenza. Altre riflessioni importanti possono essere anche sulla natura stessa dell'informazione. E' neutra oppure può offrire una rappresentazione distorta della realtà, se non addirittura influenzare la realtà stessa. La stessa polizia tedesca, chiaramente impreparata, tentò un maldestro blitz travestendo da atleti dei poliziotti armati di fucile di precisione. Il guaio è che fu visto in diretta tv dagli stessi terroristi, mentre i poliziotti si appostavano nelle vicinanze della palazzina assediata, vanificando ovviamente il tentativo.
Inoltre c'è sempre il rischio di manipolazione dell'informazione perché può obbligare lo spettatore a usufruire solo del punto di vista di colui o coloro che forniscono tale informazione. Tutti dilemmi che i personaggi affrontano nel corso di quella convulsa giornata ed in maniera altrettanto convulsa e rapida prendere delle decisioni importanti perché l'intero mondo sta guardando ciò che sta succedendo a Monaco. Sono passati oltre cinquant'anni da quei fatti, ma le tematiche sono ancora attualissime e sostanzialmente irrisolte. Dall'analogico di Monaco '72 al digitale dei nostri giorni, in cui veniamo bombardati di notizie che ci lasciano poco spazio alla riflessione.
Tim Fehlbaum è un regista non molto conosciuto nel nostro paese e quel poco di notorietà è legata a film come Tides ed Hell, pellicole di fantascienza distopica e post apocalittica. Malgrado le evidenti differenze con September 5, legato ad un tragico passato recente, c'è un qualcosa distopico in questo suo ultimo lavoro. Dopotutto descrive un evento che mai si era visto ed impensabile e di conseguenza ha profondamente influenzato il modo di fare ed usufruire l'informazione. La vicenda che si svolge in interni è interamente di finzione in cui il gran cast di attori contribuisce a far funzionare in maniera eccellente il meccanismo. Nelle riprese esterne c'è molto materiale di repertorio e l'intento è chiaro: mostrare all'esterno (e cioè al pubblico) ciò che si costruisce all'interno della redazione.
September 5 è stato molto apprezzato da chi lo ha visto in anteprima al concorso Orizzonti Extra di Venezia 81, tuttavia poco considerato malgrado gli encomi ricevuti. E' un film da non sottovalutare perché se "scoperto" con maggiore efficacia e distribuito come si deve, potrebbe dire la sua in molti ambiti. Sarebbe un peccato farlo finire nel dimenticatoio, perché il film possiede un valore maggiore rispetto quello già riconosciuto.
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Recensione a cura di The Gaunt - aggiornata al 18/02/2025 12.01.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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